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Produzione mondiale di vino ai minimi storici, ma il mercato resta stabile

Le stime 2025 indicano una vendemmia ancora contenuta, con un lieve recupero sul 2024. L’Italia mantiene la leadership produttiva, mentre l’Europa resta sotto le medie storiche.

La produzione globale di vino nel 2025 si conferma tra le più scarse della storia recente. Le stime diffuse dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv) indicano un volume medio di 232 milioni di ettolitri, valore che rappresenta una delle annate più contenute mai registrate, nonostante un incremento del 3% rispetto al 2024. Il dato resta comunque inferiore del 7% rispetto alla media del quinquennio.

L’analisi evidenzia però come questo scenario non comporti, almeno per ora, una tensione sul mercato. Il rallentamento della domanda internazionale e le incertezze commerciali in corso rendono la produzione limitata un fattore di stabilizzazione, contribuendo a mantenere in equilibrio le scorte mondiali. I dati definitivi saranno pubblicati nel secondo trimestre del 2026.

L’Italia resta il primo produttore mondiale

Nel panorama produttivo globale, l’Italia si conferma in testa con 47,3 milioni di ettolitri, in crescita dell’8% sul 2024. Il dato potrebbe subire una revisione al ribasso in seguito all’andamento delle ultime settimane di vendemmia, ma mantiene comunque il Paese al primo posto.

La Francia si attesta a 35,9 milioni di ettolitri, leggermente in calo sul 2024. Per il Paese si tratta del secondo peggior livello dal 1957, complice il divario del 16% rispetto alla media quinquennale.

La Spagna, con 29,4 milioni di ettolitri, scende per la seconda volta in tre anni sotto la soglia dei 30 milioni, frenata da una siccità prolungata.

Al quarto posto figurano gli Stati Uniti con 21,7 milioni di ettolitri, seguiti dall’Australia, che dopo una vendemmia molto ridotta nel 2024 recupera l’11% e raggiunge 11,6 milioni di ettolitri, superando l’Argentina.

Europa in difficoltà, segnali di crescita dall’emisfero sud

La produzione europea mostra un lieve recupero ma resta sotto i livelli storici. Oltre al calo di Francia e Spagna, anche Germania (-6%) e Portogallo (-11%) registrano contrazioni dovute a condizioni meteorologiche avverse.

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Si distingue invece la Romania, che supera i 4 milioni di ettolitri grazie a un incremento del 30%. La Russia rimane stabile attorno ai 5 milioni di ettolitri, mentre il dato cinese sarà disponibile solo nel 2026. Il Cile, invece, resta in difficoltà e si colloca sotto la media quinquennale del 26%.

L’emisfero sud segna una ripresa dopo tre annate critiche, con un +7% che porta la produzione a 49 milioni di ettolitri.
Oltre alla crescita australiana, emergono segnali positivi da:
Sudafrica, che torna oltre i 10 milioni di ettolitri grazie a un +16%;
Nuova Zelanda, che aumenta del 32% raggiungendo 3,7 milioni di ettolitri;
Brasile, in forte rimbalzo con un +38% che porta il Paese vicino ai 3 milioni di ettolitri.

Un’annata scarsa che potrebbe favorire il riequilibrio del settore

Nonostante i livelli produttivi molto bassi, l’Oiv ritiene che il mercato mondiale resterà complessivamente stabile. L’indebolimento della domanda, già in corso da alcuni anni, riduce infatti il rischio di squilibri tra produzione e consumi.

La vendemmia 2025 conferma quindi un doppio movimento: da un lato la fragilità produttiva legata ai cambiamenti climatici, dall’altro un sistema globale che, almeno nel breve periodo, beneficia di volumi contenuti per mantenere le scorte in equilibrio. Per il settore vitivinicolo internazionale, il 2026 sarà l’anno in cui valutare se questa dinamica rappresenta un’eccezione o una trasformazione strutturale.

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