Biointegrale è un termine registrato nel 2013 con tanto di decalogo messo a punto con un comitato tecnico scientifico e con l’Università di Firenze. È questo il mantra con cui – ampliando lo sguardo dalle tecniche agronomiche biologiche e biodinamiche a un approccio etico che rispetta la biodiversità e il suolo, e unisce pratiche antiche con tecnologie moderne – la Famiglia Casadei conduce le quattro tenute di proprietà: dal Castello del Trebbio, in Chianti Rùfina, dove tutto è iniziato nel 1968, alla Tenuta Casadei di Suvereto, e alla più recente acquisizione di Terre di Romena, che punta sul Pinot Nero del Casentino.
Risalgono al 2000, invece, le radici del progetto sardo nato dall’unione di intenti tra Stefano Casadei e Famiglia Olianas, per creare un’azienda vitivinicola incentrata sul rispetto dell’ambiente e della natura in uno degli angoli più incontaminati dell’isola: a Gergei, borgo del Sarcidano (tra le subregioni Campidano, Marmilla e Barbagia), si trova la prima proprietà del gruppo a essere interamente Biointegrale.
Dei 23 ettari totali, 19 sono dedicati alla coltivazione di vitigni autoctoni sardi: Cannonau, Vermentino, Tintillu, Nasco, Bovale e Carignano. Sui restanti quattro ettari crescono invece alberi da frutto, olivi e foraggi per Vegas e Biscotto, i due cavalli da tiro Comtois che trainano gli aratri usati per la lavorazione delle vigne. Anche concimazioni organiche, sovesci e vendemmie manuali contraddistinguono il lavoro in campo, proseguendo in cantina dove non si utilizzano enzimi né lieviti selezionati, e alcuni vini affinano secondo il progetto Le Anfore di Elena Casadei, varato nel 2013.
E se la connessione con la comunità locale è garantita dal coinvolgimento di collaboratori locali, anche l’ospitalità concorre a creare una rete salda e autentica: dai tour tra le vigne affacciate sulla valle di Barumini e la cantina alla partecipazione alle vendemmie in notturna, a cene tipiche sarde ed eventi che si aprono a musica, arte e letteratura. Mentre con il progetto di storytelling digitale Vite, Olianas si fa narratrice del territorio sardo e dei suoi protagonisti.
Da portare a casa
Migiu Isola dei Nuraghi Igt: le uve Semidano fermentano per 80 giorni con le bucce in anfore di terracotta, senza aggiunta di lieviti. Anche l’affinamento è in parte in anfora. Il risultato è un vino ambrato, potente ma fresco ed elegante, con sentori di erbe mediterranee.