Ci sono vignaioli, e poi ci sono filosofi della terra. Damijan Podversic, allievo del maestro Josko Gravner, appartiene indiscutibilmente alla seconda categoria.
Dalle sue vigne sul Monte Calvario, nel cuore del Collio Goriziano, non nascono semplici vini, ma espressioni liquide di un patto ancestrale tra uomo e natura, dove la sostenibilità è la prima, e unica, regola.
La sua visione al riguardo inizia dove tutto comincia: in vigna. Qui non c’è spazio per la chimica di sintesi, ma solo per il rispetto assoluto dei cicli naturali e della biodiversità. Podversic non coltiva solo uva, coltiva un ecosistema. Ogni gesto, dalla potatura alla vendemmia, è parte di un dialogo silenzioso con la terra, un atto di custodia che mira a preservare l’equilibrio del suolo e la salute delle piante per le generazioni future. Questa agricoltura sensibile è il fondamento su cui poggia l’integrità di ogni suo vino, una filosofia di vita che si trasmette integra dalla terra al bicchiere.
In cantina, lo stesso approccio paziente si traduce in un’attesa rispettosa. Anche qui, il tempo non è un nemico ma un alleato. Le lunghe macerazioni sulle bucce per i bianchi e le fermentazioni spontanee, affidate unicamente ai lieviti indigeni, sono pratiche che rifiutano ogni scorciatoia enologica. Damijan Podversic non forza la natura, ma la accompagna, attendendo che il vino trovi da solo la sua strada e la sua stabilità.
I suoi vini vengono messi in commercio soltanto dopo anni di affinamento in grandi botti di rovere, quando raggiungono una complessità che solo il tempo può donare. Questa è forse la sua forma più radicale di sostenibilità: sottrarre il vino alle frenetiche logiche commerciali per restituirgli il suo ritmo naturale e la sua longevità. Il risultato è un distillato di territorio, di annata e di tempo. Bere una bottiglia di Damijan Podversic significa assaporare una lezione: la vera sostenibilità non è un certificato, ma una scelta quotidiana.
Da portare a casa
Ribolla Gialla: Un orange wine che esce fuori dalle mode: all’inizio è timido ma poi arriva in modo esplosivo con il suo carattere croccante e sapido, con tannini morbidi e frutta secca, che esprime questa terra custodita da un vignaiolo sensibile.