Tre fratelli, un territorio e una missione: trasformare il vino in strumento concreto di sostenibilità. Nella Tuscia viterbese, tra boschi e colline tufacee, Trebotti è diventata laboratorio vivente di viticoltura rigenerativa, capace di azzerare la propria impronta climatica. Dal 2019, infatti, l’azienda si è certificata Carbon Neutral, tra le prime al mondo. La ricetta? Una combinazione di agricoltura biologica certificata (dal 2006), economia circolare e innovazione scientifica. Ogni scarto qui diventa risorsa: con il progetto Gocce Zero Waste le bottiglie sono a vuoto a rendere; il compost aziendale diventa ammendante e pacciamatura; l’acqua usata in cantina viene depurata con fitofiltrazione e raccolta in un biolago; le bottiglie sono ultraleggere, riducendo emissioni da trasporto.
Anche l’energia segue la stessa logica: fotovoltaico, efficienza e una cantina ipogea progettata per sfruttare gravità e isolamento naturale. La ricerca è un altro pilastro. Grazie alla collaborazione con l’Università della Tuscia e con il premio Nobel per la Pace Riccardo Valentini (IPCC), Trebotti ha portato avanti progetti pionieristici su carbon footprint e resilienza climatica. Nascono così innovazioni come i Vini 3S (Sostenibili-Senza-Solfiti), le etichette parlanti “salva goccia” e il progetto CO.ME.F, che trasforma scarti agricoli in compost, metano e funghi. Persino l’asina Jane contribuisce con diserbo naturale e concimazione dell’oliveto: un approccio dove high-tech e tradizione contadina convivono senza contraddizioni.
La visione di Trebotti non si ferma alla Tuscia: a Pantelleria, con il progetto Kikkidduri, l’azienda lavora per creare un living lab dedicato alla viticoltura eroica dello zibibbo, tra dammusi e terrazzamenti patrimonio Unesco. Un ponte tra territori che unisce ricerca, cultura rurale e resistenza ai cambiamenti climatici. Oggi Trebotti è più di una cantina: è un modello agricolo integrato, che mette insieme scienza, etica e comunità. In ogni calice dei loro vini non c’è solo territorio: c’è la dimostrazione che un futuro agricolo a impatto zero non è utopia, ma scelta quotidiana.
Da portare a casa
Gocce Violone Dop Tuscia Rosso Bio: rosso rubino intenso, profuma di ribes, amarena e tabacco. In bocca è potente, persistente, con tannini vellutati e una chiusura speziata. Un cru raro (3.500 bottiglie) che racconta la Tuscia in versione profonda ed elegante.