Nella visione che ha guidato Vittorio Moretti prima, e oggi la figlia Francesca – enologa e presidente del gruppo Terra Moretti Vini – nel produrre vini di qualità in Franciacorta (e poi in diverse altre zone e regioni, dalla Toscana alla Sardegna) creando uno dei nomi iconici del Metodo Classico italiano, sostenibilità e innovazione hanno sempre giocato un ruolo fondamentale. Anzi, oggi le tre voci ESG – Environment, Social e Governance – rappresentano i pilastri del lavoro aziendale, che si basa tanto sul rispetto del territorio e dell’ambiente in senso ampio, quanto su ricerca e formazione continua applicata al lavoro tra vigna e cantina. Un approccio sartoriale, attento ai minimi dettagli e ben rappresentato dall’eleganza della cifra stilistica dei vini, che trova applicazione concreta in una “architettura vitivinicola” che mette al centro la longevità e l’autonomia delle piante. In questo percorso, orientato a valorizzare il complesso mosaico di suoli e microclimi che formano il vigneto franciacortino e ad affrontare le sfide di un clima sempre più variabile attraverso pratiche agronomiche e sperimentazioni su sistemi di allevamento, la sostenibilità trova il supporto tanto delle conoscenze antiche (gestione del sottovigna con pacciamatura con paglia o utilizzo di letame) quanto dell’innovazione tecnologica: ad esempio attraverso Enogis, che con mappe di vigore e sistemi di osservazione satellitare permette il monitoraggio costante dello stato delle vigne. Ma alla creazione di un autentico e unico “sense of place” concorre anche l’elemento umano. La formazione, ad esempio, è al centro della gestione lavorativa e sociale di una squadra multiculturale, mentre la governance ispira azioni di lungo periodo con il coinvolgimento di professionisti – agronomi, enologi e potatori – di diversa provenienza in team interdisciplinari capaci di immaginare nuovi scenari. Esemplare, in questo senso, anche l’arrivo di Richard Geoffroy, ex Chef de Cave di Dom Pérignon voluto da Francesca Moretti al suo fianco per creare nuove espressioni delle bollicine Bellavista.
Da portare a casa
Alma Assemblage 2
Secondo capitolo della trilogia realizzata con Geoffroy, la cuvée nasce dall’assemblaggio di vinificazioni separate di Chardonnay (86%), Pinot Nero (13%) e Pinot Bianco (1%) da 75 vigneti più vini di riserva, per un sorso vibrante che tiene insieme armonicamente la complessità della natura.