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Food&Wine Awards 2023

Best Winemaker 2023: Federica Dessolis, Esole, Mamoiada

La talentuosa enologa sarda è stata premiata in collaborazione con Caraiba per aver scelto di tornare a Mamoiada dopo importanti esperienze internazionali e per aver creato insieme al fratello Francesco un progetto vinicolo identitario e personale.

Il destino di Federica Dessolis stava scritto nel suo Dna. Sì, perché il bisnonno era il viticoltore con la maggiore estensione di vigneti a Mamoiada, il borgo del vino nel cuore più autentico della Sardegna dove la giovane winemaker ha scelto di tornare per dare corpo ai suoi sogni in cantina. Federica non si rinchiude però dentro l’iconografia consueta, nessuna infanzia in vigna col bisnonno e un’attrazione per il vino arrivata tardi. Eppure da qualche anno è tornata a Mamoiada, forte di esperienze fatte all’estero, avviando col fratello Francesco il progetto di cantina che ha chiamato ‘Esole (la versione dialettale del loro cognome).

Federica, come nasce il tuo percorso nel mondo del vino?

È un legame nato col tempo. Avevamo una vigna di famiglia, ma non ci andavo da bambina se non nei giorni di vendemmia. Se mio bisnonno aveva 70 ettari di vigneto, in seguito la proprietà è stata divisa e pure trasformata con i contributi degli anni 80 per l’espianto delle vigne. Poi però è arrivato il colpo di fulmine, mi sono innamorata del vino e iscritta alla facoltà di enologia dell’Università di Oristano.

Questo ti ha aperto un mondo nuovo?

Al termine del percorso di studi, mi ha conquistato l’idea di viaggiare per lavoro e così ho fatto le prime vinificazioni in Francia, nella Loira. Il mio sogno era andare in Australia o in Nuova Zelanda, ma sono finita in Borgogna per un anno intero, lavorando in vigna e in cantina. Dopo quell’esperienza ho deciso di reiscrivermi all’università e, dopo due anni di specializzazione a Digione, sono passata in stage a Romanée-Conti e poi ho scelto di fare un’altra esperienza in Châteauneuf-du-Pape, dove c’è molta grenache.

Perché c’era già il sogno di tornare a lavorare col Cannonau?

La mia idea era di fare esperienza fuori e poi tornare a casa per creare qualcosa di mio. Dal 2019 avevamo ripreso in mano la vigna di famiglia e nel 2021, finita l’esperienza in Châteauneuf-du-Pape, sono ripartita per la Sardegna. Con mio fratello ci siamo buttati sul progetto ‘Esole, grazie anche all’aiuto di mio padre e del mio compagno, che ha una cantina a Mamoiada. Il 2021 segna anche la nostra prima vendemmia.

Qual è la vostra filosofia in cantina?

Il mio percorso internazionale mi è servito per vedere altri modelli produttivi e per conoscere altri stili. A Mamoiada il Cannonau è sempre stato tosto e corposo, ma dopo gli anni passati in Borgogna ho iniziato a preferire vini meno alcolici e più eleganti. Cerchiamo di lavorare in questa direzione e allo stesso tempo manteniamo la tradizione del lavoro in vigna.

Caraiba
caraiba.it

Cristina Franceschetti e Alessandro Guidi hanno il merito di aver investito – nel lontano 1993 – in un brand capace di trasmettere la loro attrazione per il bello con accessori per la tavola dal design ricercato e dagli stili eclettici e sempre originali. Una mission che si è rivelata vincente: da anni dettano le tendenze in fatto di stile per l’alta ristorazione firmando anche importanti progetti per l’hôtellerie di lusso targata made in Italy. Caraiba grazie alla sua competenza ed esperienza dà vita a prodotti che sono un mix di funzionalità ed eleganza; un esempio? la CCC – Collezione Creazioni Caraiba, l’esclusiva linea di calici e bicchieri pregiati che esaltano la wine experience e completano le mise en place delle migliori insegne d’Italia.

 

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