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Food&Wine Italia Awards 2023

Best Bartender Under 35: Emanuele Primavera, Cinquanta – Spirito Italiano, Pagani

Assegnato insieme a Bonaventura Maschio, il premio celebra la classe del giovane barman originario di Torre del Greco e con lui il lavoro di tutto il team del cocktail bar che propone un'originale interpretazione dello "spirito liquido".

Fino a sei anni fa l’universo della mixology era qualcosa di sconosciuto per Emanuele Primavera, il talentuoso bartender di Cinquanta – Spirito Italiano. Il suo background è fatto di tanta gavetta: prima come lavapiatti e cuoco presso Torre del Greco (sua località d’origine), poi come cameriere nella ristorazione londinese. Ed è proprio al bancone di un indirizzo della capitale anglosassone che, quasi per caso, il giovane Primavera esordisce nella preparazione dei cocktail, dando inizio a una carriera ancora tutta da scrivere.

Il progetto di Cinquanta – Spirito Italiano sta dando lustro a una città di provincia che fa da collante tra Napoli e Salerno. Qual è il vantaggio di lavorare lontano dai “riflettori” delle grandi città?

Di poter sbagliare, di aver tempo per crescere. Qui ci possiamo permette di confrontarci con il cliente per capire le sue preferenze, rimanendo comunque fedeli alla nostra identità.

Il vostro è un locale che si rifà agli usi e costumi degli anni 50. Nella drink list come interpretate i grandi classici della mixology?

Saper interpretare un grande classico per me è fondamentale, da questo punto di vista mi considero un nerd: senza la conoscenza di ricette iconiche come il Negroni non si hanno poi le basi per elaborare un cocktail sapientemente bilanciato nella scelta degli ingredienti. Nel nostro bar dedichiamo sempre uno spazio ai classici dimenticati che riproponiamo secondo la nostra filosofia, con un sapore e una struttura ex novo. Ma per arrivarci, abbiamo atteso due menu. Oggi è in vigore la nostra terza drink list, Spirito Liquido, che è un’incondizionata dichiarazione d’intenti, ossia l’essenza della nostra filosofia.

Cosa ne pensi dell’exploit del gin? Perché secondo te continua a essere così in voga?

Il gin è uno spirito chiaro ed estremamente versatile che viene prodotto in poche settimane: un enorme vantaggio rispetto a distillati come il whisky che devono aspettare anni prima di poter andare in commercio. Inoltre ha una giusta gradazione alcolica che gli permette di esprimersi verso note dolci o secche, infatti può essere usato sia per un gin tonic sia per un Martini, due cocktail completamente differenti. Un prodotto così si customizza e si vende senza problemi.

Cosa significa per te essere premiato ai Food&Wine Italia Awards come Best Bartender?

Un riconoscimento di tale spessore mi genera tanta fiducia e mi stimola a impegnarmi per creare un’identità molto forte: raccontare la provincia da cui provengo e a cui sono particolarmente legato. Il valore aggiunto di poter lavorare a Pagani è quello di essere al fianco di agricoltori e di produttori, solo così è possibile creare una filiera corta e sostenibile che rispetti il territorio.

Bonaventura Maschio
primeuve.com

Una storia di famiglia cominciata a fine Ottocento a Cismon del Grappa – dove all’epoca coltivavano la terra e distillavano la grappa con il sistema nomade del carro degli alambicchi – e divenuta un successo grazie a Bonaventura Maschio, il primo che diede all’attività un’impronta aziendale. Oggi a guidare il marchio c’è Italo Maschio insieme ai figli Anna e Andrea, che accanto alle iconiche etichette di Prime Uve hanno creato nuovi spirit sempre più avvincenti tra cui il Gin Barmaster – con le botaniche distillate separatamente per garantirne la freschezza –, ideale per la mixology, e l’amaro Bonaventura Erbe e Spezie dagli intensi sentori tostati dati dall’affinamento in legno. Come omaggio alla zona del trevigiano nel 2021 è stato lanciato il Tiramisù di Casa, un liquore che racconta in chiave nuova il dolce italiano per eccellenza nato proprio qui. 

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