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Montisola Brescia

Brescia e Franciacorta

I vigneti che incorniciano la provincia bresciana e il Lago d’Iseo, le soste culinarie e l’arte dell’accoglienza: tour franciacortino fuori dai soliti calici.

No, non è il numero speciale sul vino, quello che state leggendo. Eppure Brescia e la Franciacorta si meritano un posto anche tra le nuove destinazioni e località del cibo che abbiamo selezionato. Perché oggi non sono più solo le tante ed eccellenti cantine a valere il viaggio, ma anche le insegne e le esperienze gastronomiche che punteggiano questa fiorente porzione di provincia compresa tra la Capitale Italiana della Cultura 2023 (insieme a Bergamo) e il Lago d’Iseo. Non c’è dubbio: a trainare la crescita del territorio è stato anche e soprattutto il successo della denominazione spumantistica e gli investimenti strategici – dal 2021 la Franciacorta è Destination Partner di Guida Michelin – e la lungimiranza del Consorzio, che da sempre promuove un turismo tout court. E così, accanto a pionieri dell’ospitalità di lusso come L’Albereta Relais & Châteaux – il wine resort della famiglia Moretti a Erbusco che si conferma un punto di riferimento, anche per la cucina di Fabio Abbattista e per la pizza d’autore firmata da Franco Pepe – o a insegne sempre affidabili come la Dispensa Pani e Vini – con la sua preziosa selezione di etichette e prodotti della Franciacorta – ecco molti altri progetti che conviene affrettarsi a conoscere.

A Rodengo Saiano è arrivata la stella verde della Michelin a certificare la “cucina agricola” di Riccardo Scalvinoni, il cuoco country de Il Colmetto, l’oasi agricola dei fratelli Agosti che ospita serre e orti, allevamenti di capre Saanen e asini romagnoli, oltre al caseificio per la produzione di formaggi di capra (fatene scorta). Dopo una tappa-degustazione con le bollicine di Monte Rossa, che a cinquant’anni dalla sua fondazione nel 2022 si è regalata una nuova cantina a Barco di Cazzago San Martino, a una manciata di chilometri dalla storica sede di Bornato, bastano dieci minuti di macchina per spostarsi a Gussago e sedersi da Dina, una delle tavole più coraggiose e personali d’Italia. Nel suo ristorante-museo Alberto Gipponi si muove tra piatti estremi e provocatori e perfette piroette sui classici della cucina italiana. Nel mentre lo chef ha raddoppiato a Brescia con Delia, una gastronomia con una cucina più comprensibile che mette a proprio agio davanti un piatto di Casoncelli e a una selezione di etichette che non gioca unicamente la carta della territorialità, anzi. È in continuo dialogo tra Brescia e l’Abruzzo (vedi la Sogliola, broccolo, beurre blanc e ventricina), terra di origine di Arianna Gatti, ex sous-chef di Miramonti L’Altro, la tavola di Forme, insegna che ha inaugurato a inizio anno alzando ulteriormente l’asticella dell’offerta ristorativa del luogo in un’antica corte ottocentesca, situata nella prima zona agricola a sud della città. Se la Gatti ha celebrato Bergamo-Brescia 2023 con Ri-Scoperta, dessert concepito per il ritrovamento della statua della dea “Alata”, idea sostanziata da una mousse ai litchi, sesamo nero, gelée di lamponi e cioccolato bianco, il pizzaiolo di Inedito Antonio Pappalardo, sia qui che nella sede La Cascina dei Sapori a Rezzato, durante il corso dell’anno propone omaggi lievitati ai monumenti: tra gli ultimi c’è quello al Museo Santa Giulia che, in formato tonda, ha il sapore di loertis, Silter Dop della Valle Camonica e zafferano di Pozzolengo. A pochi metri dalla centralissima piazza Vittoria, c’è Vivace del trentenne Davide Modesti che ha scelto la via della sostenibilità tanto a livello energetico, tra il sistema di geotermia e la ventilazione meccanica controllata, quanto nella selezione delle materie prime, spesso a chilometro zero. Non rinunciate ai Cappelletti di storione, pesce che proviene dal vicino allevamento di Calvisius a Calvisano (è possibile aggiungere 10 grammi di caviale con un supplemento), e allo Spiedo alla brace, evergreen bresciano che infilza cubi di coppa e costine, accanto a patate e ketchup di peperoni. Spostandoci in provincia, per la precisione a Rovato, il modaiolo Al Malò coniuga la miscelazione (al piano terra) con il fine dining (al piano superiore), grazie a una proposta culinaria contemporanea ispirata dal territorio che, se non sta nel calice, entra nel piatto: dallo Spaghetto al Franciacorta Rosé, ostriche tiepide e olio di sesamo, alla salsa al Franciacorta e aneto della Tartare di trota.  Tra i migliori ristoranti di Erbusco, Cadebasi vanta un’ampia selezione di bollicine locali ed è perfetto anche solo per un aperitivo. È ovvio il tributo alla Franciacorta anche per Flabacco, enoteca nel centro storico di Adro – fun fact: a testimonianza della sua vocazione agricola, lo stemma del borgo è una “A” con tre grappoli di uva – dove spizzicare anche salumi, formaggi, oli e piatti del posto.

Se siete nelle vicinanze del Lago d’Iseo, non perdete l’occasione di visitare la prima azienda a convertirsi all’agricoltura biologica della denominazione bresciana: Barone Pizzini. Dopo il giro in vigna, la visita guidata in cantina seguita da un momento di degustazione, passate al wine shop. Per una sosta di grande romanticismo prendete un battello verso Monte Isola, l’atollo lacustre più grande d’Europa. Nel menu de La Foresta, ristorante con albergo che si riflette in queste dolci acque dal 1974, si parla rigorosamente locale: dal saporito cavedano essiccato, alla bottarga che prepara il patron Silvano Novali. Più pop è l’offerta di Sensole, locanda contemporanea che fa scoprire l’isola attraverso i suoi prodotti, come il salmerino e la trota affumicata, e i suoi produttori, tra quelli citati in menu ci sono l’Eremita per il miele e la macelleria Mazzucchelli per il salame. Incamminatevi verso il Santuario della Madonna della Ceriola, una passeggiata digestiva che condurrà su uno dei punti più panoramici: da qui l’orizzonte è così profondo da far perdere lo sguardo tra le coste, le montagne e le colline della Franciacorta.

 

Maggiori informazioni

In apertura: Montisola al centro del Lago d’Iseo (ph. Fabio Cattabiani)

Leggi anche: Le nuove città del cibo

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