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Sancho

Dal porto-canale di Fiumicino al Cupolone: Sancho apre Roma

La pizzeria di successo dei fratelli Emiliano e Andrea Di Lelio lunedì 27 maggio inaugura la nuova insegna nella Capitale. Orario prolungato fino a sera e ricette signature al bancone, dai supplì di pesce e alla pizza con porchetta e patate.

A partire da lunedì 27 maggio i fan della pizza romana in teglia dovranno aggiornare le proprie rotte gastronomiche nella Capitale. Emiliano e Andrea Di Lelio, per tutti i fratelli di Pizzeria Sancho di Fiumicino, portano (finalmente!) la loro proposta lievitata a Roma, precisamente al civico 3a di via Gioacchino Belli, in zona Prati. «Abbiamo preso questo locale lo scorso 15 ottobre, ma ho voluto procedere con cautela per farci trovare pronti al 100%», confessa Emiliano Di Lelio, uno dei due artefici che ha trasformato la storica pizzeria di famiglia a Fiumicino in un luogo di culto dell’arte bianca. Del resto anche i numeri sui social confermano il successo: quasi 55mila followers su Instagram e reels che viaggiano dalle 20 fino alle 70mila visualizzazioni. Abbiamo intervistato Emiliano che ci ha raccontato nel dettaglio l’imminente apertura.

Ti aspettavi questo seguito dopo il lancio social di Sancho a Roma?

«Sono consapevole che il nostro è ormai un nome noto nel settore, ma non mi aspettavo un hype di questo genere. Tra le centinaia di messaggi che sto ricevendo, l’altro giorno mi ha scritto persino un pizzaiolo milanese per dirmi che si è preso il lunedì di ferie per venire all’apertura. Tutto ciò è gratificante».

 Da quanto tempo progettavate di aprire?

«Personalmente da quando sono entrato in pizzeria ci ho sempre pensato, ma non eravamo pronti per fare il grande passo. Adesso però con l’entrata in società di nostro cugino Stefano Salzano, che sarà il frontman del locale qui a Roma, e con l’aiuto di un altro ragazzo che ho formato personalmente nelle cucine di Sancho, sono sicuro che riusciremo a gestire il doppio impegno. In realtà il nostro progetto prevede anche l’apertura di altre insegne a Roma e non solo, ma ne parleremo più avanti».

Rispetto alla sede di Fiumicino dove chiudete alle 16, prevedete un orario più lungo?

«Rimarremo chiusi comunque la domenica, ma sì, prevediamo di allungare il turno di servizio fino all’orario di cena».

Come mai avete scelto Prati per cominciare la vostra nuova avventura?

«Noi siamo molto prestanti nell’orario di pausa pranzo e da queste parti ci sono tantissimi uffici e negozi. Inoltre non distante da qui c’è Città del Vaticano, il che significa che i turisti non mancano».

Cosa troveranno i clienti al banco di Sancho?

«Replicheremo l’offerta di Fiumicino, quindi tutti i nostri prodotti iconici saranno presenti; poi in futuro, magari, penseremo a qualche gusto esclusivo da proporre per il pubblico romano».

 A proposito di ricette iconiche, come nasce la Pizza patate e porchetta?

 «Come dico sempre, tutto quello che c’è sul bancone nasce dall’esigenza mia e di mio fratello di mangiare (ride, nda). Una volta venne da noi un nostro fornitore per farci provare una porchetta d’Ariccia, noi all’epoca non facevamo ancora dei topping del genere né avevamo un pezzo di pane o di pizza pronto per l’assaggio. Così l’abbiamo poggiata sopra la pizza con le patate: il gusto c’era ma era scomoda da mangiare, così ho avuto l’intuizione di fare un trancio più grande da farcire con la porchetta, lasciando all’esterno le patate. Lo stesso Gabriele Bonci ha definito la ricetta rivoluzionaria: “Nessuno ha mai fatto una cosa del genere”, ci ha detto. Da lì poi sono nate altre preparazioni simili come la Pizza con la lasagna».

Un’altra tipologia che vi ha reso famosi è la Pizza con la fettina panata.

«Assolutamente. È un ricordo dello stadio perché ci portavamo sempre il panino ripieno con la carne dove mettevamo un po’ di maionese per rendere il morso più umido e morbido. Ho replicato lo stesso concetto con la pizza, il resto è storia».

E il rapporto con Bonci come nasce?

 «Il padre lo portava con lui a Fiumicino a pescare e dopo venivano a mangiare da noi. Quando entrambi siano entrati nel mondo dei lievitati ci siamo ritrovati. Gabriele è un grande amico e c’è una complicità sincera».

Quando tu e tuo fratello siete subentrati nella pizzeria?

 «Io personalmente nel 2015, Andrea qualche anno più tardi».

Qual è la tua filosofia di panificazione?

«Quando sono entrato a pieno regime da Sancho, abbiamo pensato con Andrea di fare un impasto più consapevole all’altezza del nome della pizzeria che è sempre stata di successo. Il nostro ha un processo di maturazione di almeno 48 ore, così rimane più digeribile, poi riposa altre 4-6 ore fuori dal frigorifero. La nostra bravura è stata quella di cambiare l’impasto della pizza lasciando inalterato il profilo gustativo che i nostri clienti ricordavano».

In questo percorso pensi che i social network vi abbiano aiutato?

«Sì e tanto. Io gli ho iniziati a usare esclusivamente da Sancho, non appena entrato in società. Il motivo? Ho cominciato a fare tipologie di pizze e supplì più contemporanee e originali rispetto all’offerta dell’epoca, ma la gente non me ne attribuiva il merito perché a loro avviso la pizzeria era già famosa e buona di per sé. Allora ho utilizzato i social media come strumento per far capire quanto io e Andrea eravamo bravi, che facevamo un prodotto diverso. Credo che al di là della proposta culinaria, al pubblico che ci guarda dietro uno schermo piace anche il nostro approccio sincero e genuino».

Maggiori informazioni

Pizzeria Sancho
Via Giuseppe Gioacchino Belli 3a, 00193 Roma
pizzeriasancho.it

 

 

 

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