Un paio di anni fa, Anastasia Paris conquistò l’attenzione della clientela romana e della stampa di settore grazie ai piatti raffinati ma dai tratti decisi, serviti da Manco, ristorante in zona Piazza Bologna. Archiviata quella esperienza e dopo una parentesi presso la sempre valida Osteria della Trippa di Trastevere, da aprile 2025 si è lanciata in una nuova avventura, rischiando in prima persona con un locale tutto suo a Rione Monti.

L’insegna inevitabilmente riporta alla mente una delle canzoni più belle di Lucio Dalla e al contempo risulta come una dichiarazione di intenti. D’altronde in un luogo così, con spazi stretti e sedute alte, alcune delle quali poste intorno al bancone con vista sulla cucina, certi schemi vanno ripensati, a partire da un servizio inevitabilmente molto agile, fino all’eliminazione della canonica suddivisione del menu in antipasti, primi e secondi.
Il menu di Futura
Otto le portate “evergreen” presenti nel menu della sera, mentre a pranzo l’offerta, seppur di pari livello, diventa lievemente più snella con sole sei opzioni. A queste vanno aggiunti tre dolci e sei piatti fuori menu, che cambiano ogni tre o quattro giorni, a seconda della disponibilità delle materie prime al mercato. I prezzi vanno dai 12 ai 19 euro per ciascuna portata, con la sola eccezione delle proposte a base di pesce fresco che arrivano a 23.
Il quinto quarto è una delle passioni della chef: provate ad esempio il polmone scottato con cipolla, cucunci al pomodoro e pimpinella. Oppure concedetevi un audace cervello affumicato al burro con salvia e aceto di lamponi. I Gyoza di pecora e cavolo fritto tradiscono tanto le origini abruzzesi di Anastasia, quanto la sua voglia di guardare ben oltre il Gran Sasso e la Piana del Fucino. La speranza è che questo riuscito esperimento possa entrare stabilmente in carta.

Lo stesso discorso vale per i Plin ripieni di borragine, con blu di bufala e mirtilli marinati: accostamento sempre gradito. Il formato di pasta più in voga del momento sembrano essere i risoni e Futura non si sottrae al fascino di questa “pastina” che viene nobilitata con un insolito e azzeccato trittico di ingredienti composto da peperoni, banana e sambuco. Chi ama i sapori freschi e delicati può invece optare per un Dentice all’olio all’aneto, su zuppa di cetrioli, mela e panna acida. La chiusura è affidata a dessert dal ridotto apporto zuccherino, caratterizzati dall’utilizzo di elementi che normalmente risultano abbastanza alieni nel mondo della pasticceria. Parliamo ad esempio di una panna cotta con finocchietto selvatico o del gelato fior di latte accompagnato da radicchio e amarene.
La carta dei vini è curata dal bravo Luigi Carofilis, la cui predilezione nei confronti delle produzioni
naturali è dichiarata ma non rigida. Non mancano birre artigianali locali e kombucha. A dare una mano ad Anastasia ai fornelli c’è Flavia Ercoli.
L’indirizzo che mancava a Rione Monti
Uno dei rioni storici più caratteristici di Roma si arricchisce dunque di un’insegna diversa rispetto al resto del panorama monticiano, dove street food e ristorazione tradizionale la fanno da padroni. A due mesi dall’apertura Anastasia ha potuto già tastare il polso della clientela di Futura che, nonostante la posizione turistica, al momento è formata prevalentemente da romani. «Abbiamo deciso di non esporre il menu fuori. Preferiamo che arrivino persone già consapevoli di quello che siamo e di cosa offriamo. Il nostro è un locale particolare», afferma Anastasia facendo riferimento alla quasi totale mancanza di tavoli comodi.

La qualità dell’offerta è fuori discussione, ma il dubbio che qualcuno possa storcere il naso di fronte a uno scontrino medio di 60 euro, per una cena consumata su uno sgabello è legittimo. E invece: «Nel giro di due mesi abbiamo avuto diversi ritorni, alcuni inizialmente titubanti li abbiamo conquistati a tal punto che sono tornati con amici di altri quartieri. Un aspetto interessante infatti è che molti dei nostri clienti abitano in zona. Sorprendentemente anche l’età media è alta».
Insomma, un inizio incoraggiante per Futura, l’augurio è che le parole di Dalla possano essere profetiche: “sarà diversa, bella come una stella”.