Marco Carpineti

Marco Carpineti

Elogio al visionario produttore laziale, tra i primi ad adottare i metodi dell'agricoltura biologica (oggi biodinamica) e a dare una sferzata qualitativa al territorio con la riscoperta di vitigni autoctoni.

Diciamoci la verità, fino a trenta anni fa la zona dell’Agro Pontino, quella bonificata durante il ventennio protagonista del libro di Antonio Pennacchi “Canale Mussolini”, non brillava certo per produzioni vinicole di qualità. Di questo, a metà anni ’80, se ne era accorto un giovane Marco Carpineti che, stufo della situazione, volle dare una svolta alla viticoltura locale prendendo in gestione i 4 ettari di terreno di famiglia e cercando di dare una sferzata qualitativa al suo territorio anche attraverso la riscoperta di vecchie varietà di uve autoctone. La vera svolta avverrà qualche anno dopo quando, nel 1994, assoluto pioniere nella sua regione, Carpineti comincia ad adottare in vigna i metodi dell’agricoltura biologica abbandonando per sempre la chimica e, di conseguenza, l’uso di diserbanti, concimi chimici e prodotti di sintesi. Al loro posto soltanto duro lavoro, passione e controllo delle erbe spontanee con falciature. Le iniziali difficoltà non hanno di certo fermato il matrimonio d’amore tra Carpineti e la natura, visto che da qualche anno in azienda si sta portando avanti anche un progetto legato all’introduzione dei principi dell’agricoltura biodinamica a favore, tra l’altro, dell’abbandono di ogni forma di meccanizzazione in vigna dove, se c’è proprio bisogno, si ricerca l’aiuto di strumenti e mezzi agronomici ancestrali come, ad esempio, l’uso dei cavalli che hanno il pregio di azzerare ogni forma di inquinamento da combustione. Oggi l’azienda si estende per circa 52 ettari, di cui 41 coltivati a vigneto e 11,5 a uliveto. Le vigne, in particolare, sono piantate su terreno di origine vulcanica in località Capo Le Mole, Casale, Pezze di Ninfa e San Pietro, nel Comune di Cori, paese del basso Lazio situato alle pendici dei monti Lepini. Le uve coltivate sono prettamente locali: bellone, arciprete bianco, greco moro e giallo, nero buono di Cori, cesanese e montepulciano. In cantina, grazie all’ausilio di Paolo e Isabella, figli di Marco, ultimamente si sta portando avanti anche la produzione di vini prodotti tramite fermentazioni spontanee e affinati in recipienti di terracotta da 450 e 700 litri. Questa linea, chiamata Nzù, che in dialetto locale significa “insieme”, prevede l’uso esclusivo di bellone o nero buono di Cori provenienti da vigne gestite totalmente in biodinamica.

Maggiori informazioni

Marco Carpineti

Cori (Roma)

marcocarpineti.com

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