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Sala ristorante Amistà

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Ospitalità di charme e alta cucina tra le opere contemporanee del Byblos Art Hotel

Immersa nei vigneti della Valpolicella, la cinquecentesca Villa Amistà custodisce pezzi d’arte e design da collezione, abbinandoli a una proposta gastronomica che unisce gusto ed estetica.

Salita la doppia rampa di scale che si dispiega al termine del viale di ingresso di Villa Amistà, le porte si aprono sull’enorme conchiglia appena socchiusa modellata dall’artista inglese Damien Hirst. L’opera dell’’irriverente alfiere della Young British Art occupa il centro della lobby del Byblos Art Hotel, il cinque stelle lusso di Corrubbio di San Pietro in Cariano (VR), accogliendo i clienti — che verrebbe naturale chiamare “visitatori”, ché l’aria che si respira qui, sin dai primi passi, è museale — nel primo di un’infilata di ambienti che traboccano di piccoli e grandi gemme di arte e design. Se appena oltre il giardino di 20mila metri quadri che circonda la proprietà si allargano i vigneti della Valpolicella classica, a colmare le distanze tra Verona e il Garda sotto il segno dei locali Amarone, Recioto e Valpolicella Doc, dentro le mura della villa si parla il linguaggio internazionale dell’arte contemporanea. Uno sguardo verso l’alto intercetta la teoria di sottili ed efebici corpi femminili di Vanessa Beecroft, ritratti nelle grandi stampe fotografiche disposte a coronare la hall; un secondo a destra scivola sulla superficie perfettamente rotonda e riflettente di Anish Kapoor e un ultimo a sinistra percorre le contorsioni da equilibrista di una dorata Kate Moss di Marc Quinn. Il tutto prima di procedere con il check-in vista Marilyn Monroe che ammicca da una serigrafia di Andy Warhol (per la quale è superflua ogni introduzione), raggiungere la propria stanza attraverso il corridoio trasformato dallo psichedelico wall painting di Mariangela Levita e riemergerne poco dopo per un aperitivo al Peter Bar. Dove “Peter” — nota bene — sta per Peter Halley, pittore statunitense Neoconcettuale che proprio in queste sale amava intrattenersi, al punto da volervi allestire una selezione di geometriche tele fluo.

[ngg src=”galleries” ids=”41″ display=”basic_thumbnail”]A intravedere la grande potenzialità della villa in stile veneziano — ben al di sotto dei segni lasciati da oltre un secolo di incuria e abbandono — la famiglia Facchini, attiva nel ramo del fashion e alla testa del marchio Byblos dai primi Duemila. Gli imprenditori veronesi hanno deciso di acquisirla nel 2005, per concretizzare una visione che, sin dagli esordi, prevedeva il matrimonio tra accoglienza di charme, arte, design e alta gastronomia. Settori che, a ben vedere, si combinano con fluidità sotto il cappello del bien vivre e che rispondono sartorialmente alle esigenze di un turismo di fascia elevata che frequenta questa regione non solo dal nord Italia ma anche, e in abbondanza, dal centro Europa. Così ha preso il via l’imponente ristrutturazione dell’attuale costruzione di epoca cinquecentesca, a sua volta innestata sui resti di una casa forte romana. Un progetto fiancheggiato dal sostegno di Alessandro Mendini, campione del design industriale italiano e autore di pezzi intramontabili come la variopinta poltrona Proust e i cavatappi Anna G e Alessandro M, realizzati con Alessi ed entrati a pieno titolo nella galleria degli oggetti da collezione. Dell’atelier Mendini la firma sul disegno degli interni e su molti dei pezzi di arredo che rendono memorabile il soggiorno in una delle 58 camere. A cura dei proprietari, invece, il layout della grande collezione di arte contemporanea che, con oltre 150 opere disseminate nei vari ambienti dell’hotel, si distingue per originalità e un certo gusto eclettico e pop.

Nemmeno la cucina sfugge al sentimento globale che combina bellezza e benessere, estetica e contenuti, e lo fa con la proposta del Ristorante Amistà, condotto dalla mano giovane ma di carattere di Mattia Bianchi, che dopo pochi mesi dal suo arrivo (nel 2019) ha ottenuto il riconoscimento della prima stella Michelin. Veronese, classe 1987, lo chef presiede l’offerta fine dining insieme a quella più bistronomica del Garden Restaurant — entrambi aperti sia a chi soggiorna in albergo che alla clientela esterna —, fresco di inaugurazione a luglio 2022. Se nel primo caso gli ospiti della Sala Rotella sono invitati a una degustazione con fronte sui celebri “strappi” del maestro della Pop Art italiana (non soltanto: alle pareti anche tele di Sandro Chia dal medesimo sapore urban), in giardino si pasteggia all’ombra delle pagode in ferro intrecciate a siepi di rose, con piatti che arrivano direttamente dalla cucina esterna per omaggiare alcuni capisaldi della tradizione nazionale. Dalla Parmigiana di melanzane alla Tagliatella all’uovo con ragout alla bolognese, fino ai più territoriali Agnello del Monte Baldo con patate, cipollotto e mostarda, e la rivisitazione di Risi e bisi, che addiziona a un tradizionale risotto con piselli un trito di noci, papavero e aceto balsamico. O ancora il Raviolo di baccalà, crema di Soave, olive taggiasche e pomodorini confit. Meringata e Tiramisu segnano il passaggio a un quarto tempo che dolce e confortevole lo è per davvero.

È proprio nel segno del dessert che, allo stellato Amistà, l’ispirazione artistica arriva più lampante anche in tavola, con una carta che nasce dall’estro del pastry chef e insieme dalle suggestioni della collezione. Il pasto termina infatti in un piccolo compendio della storia dell’arte del Novecento, con l’estiva Fake Campbell’s soup (una gelatina di fragole con spuma al caprino, meringhe e olio alla verbena, completata con un dripping di fragole e rabarbaro servito direttamente dalla celebre lattina warholiana), il dessert Cubismo (che ripropone le forme dell’Arlecchino e Donna con Collier di Pablo Picasso giocando con ricotta di Seirass, pere in osmosi, gel di caramello, olio evo e pepe nero) o con l’indulgente Cioccolato a pois, omaggio all’ossessiva ricerca della circolarità della giapponese Yayoi Kusama. Dessert dall’estetica invitante senza lesinare sulla dolcezza, presentati a concludere tre diversi percorsi (Valpolicella & Friends, Best Of e Valpolicella3) che dalle terre scaligere guardano alla cucina internazionale. Oltre ai Tortelli di corte veronese, all’Anatra alla royale e pesche di Verona — che attingono al paniere del circostante biodistretto agricolo e all’orto che fa parte della proprietà — stupisce un non banale Tempeh in variante fagiolo zolfino accompagnato da polline e finferli, eredità delle esperienze australiane di chef Bianchi.

[ngg src=”galleries” ids=”42″ display=”basic_thumbnail”]A coordinare il programma di servizi della struttura provvede da maggio il resident manager Stefano Gaiofatto, forte dei passaggi all’Albereta Relais & Châteaux ai tempi di Marchesi, poi spostatosi a Milano a fianco di Paolo Lopriore e infine al Sereno al Lago di Como, che per il futuro del Byblos Art Hotel ha in serbo parecchie novità. A cominciare dalle varie possibilità di uso della bella piscina esterna, servita in questa stagione da un Pool Bar e un’esclusiva area privé con zona relax e idromassaggio riservato, dove è possibile sorseggiare un aperitivo per sfuggire, anche solo per qualche ora, alla canicola estiva.

Maggiori informazioni

Byblos Art Hotel Villa Amistà e Ristorante Amistà
Via Cedrare 78 37029, Corrubbio di San Pietro in Cariano (VR)
byblosarthotel.com
ristoranteamista.it

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