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Design challenge: Tenuta Meraviglia

Pare uscita da un film di James Bond: è Cantina Meraviglia, riconversione di un’ex cava nel Bolgherese, commissionata dal Gruppo ABFV Italia e realizzata dallo Studio Tori di Firenze.

cantina meraviglia

UNA NUOVA CANTINA costruita nell’ex cava di vulcanite di Cariola, sulle colline a nord di San Vincenzo, nel Bolgherese, immersa nella caratteristica vegetazione di questa zona, ricca di sughere, lecci, querce e arbusti di macchia mediterranea. Un’opera ardita, sotto il profilo architettonico e ingegneristico – nata in seno ai progetti di sviluppo del gruppo ABFV Italia (Alejandro Bulgheroni Family Vineyards) e curata dallo studio Tori di Firenze, di cui si prevede il completamento per la fine del 2021.

La cantina, che è parte di Tenuta Meraviglia (il secondo fronte di ampliamento dell’attività di ABFV in Toscana; il primo è stato il Chianti Classico con tenuta Dievole, nel 2012), sarà realizzata all’interno del sedime dell’ex cava, in un’area di 5mila metri quadri attualmente incolta, e si svilupperà su tre livelli, con un ampio tetto verde da cui godere di una vista panoramica sul mare. Oltre alla cantina, il recupero architettonico coinvolgerà anche tre fabbricati storici che ospiteranno un centro produttivo, un wine-shop e una struttura di accoglienza. In virtù della sua natura, rivolta alla riqualificazione del sito (dismesso da oltre 30 anni) e al rispetto e alla sostenibilità dei valori ambientali e paesaggistici, il progetto ha portato alla sigla di un accordo con il comune di Castagneto Carducci e la Regione Toscana.

«La percezione di quanto prezioso e delicato sia il paesaggio circostante, il desiderio di minimizzare le interferenze tra la creazione di una grande nuova cantina con il contesto, la suggestione che genera la tridimensionalità delle pareti della cava, sono gli elementi che più ci hanno spinto ad accettare, forse anche inconsapevoli della estrema difficoltà, il progetto e la realizzazione della Cantina Tenuta Meraviglia», spiega Bernardo Tori, architetto responsabile del progetto. «Una via estremamente complessa, con un’interazione di innumerevoli aspetti da tenere sotto controllo e da coniugare ai consueti temi propri del costruire che interessano la geologia, l’ingegneria idraulica e la chimica – per gli effetti della corrosione di rocce e metalli, e l’immediata prossimità del mare che influisce sulla statica delle pareti rocciose e delle opere di protezione. Fondamentali anche la botanica, le scienze naturali e la biologia, per favorire la rinaturalizzazione dei luoghi non appena la costruzione sarà terminata e la mitigazione degli effetti della luce».

Al livello più alto della cantina troverà posto un piano panoramico dedicato al ricevimento degli ospiti e alle degustazioni, con la possibilità di ospitare anche eventi sulle terrazze, supportati dalla presenza di una cucina e di servizi accessori. Al livello intermedio sarà posto il piazzale di ricevimento uve con accesso alle due tinaie, nord e sud. Sul fianco est del piazzale di ricevimento si svilupperanno, contigui tra loro, i principali locali tecnici di supporto al funzionamento dell’attività produttiva. Al livello più basso sarà presente il piazzale di carico e scarico merci, dal quale si avrà accesso al magazzino di affinamento e alla bottaia. Quest’ultima sarà protetta all’interno della roccia, dotata di grande inerzia termica e ottimo isolamento naturale.

Dal punto di vista paesaggistico, la cava rappresenta la localizzazione meno invasiva tra quelle possibili all’interno della proprietà, non solo per la posizione defilata e racchiusa del vuoto della cava in rapporto alla morfologia della tenuta, ma anche grazie all’approccio progettuale adottato, mirato a realizzare una massima integrazione.

Il profilo longitudinale dell’edificio, lo sviluppo planimetrico differente per ciascuno dei livelli funzionali (bottaia e magazzini, tinaia e uffici) – che permette loro di adattarsi al sito geologico sia in pianta che in altezza – e il fronte di allineamento nord- sud particolarmente verticale della cava rendono notevolmente riuscito l’inserimento armonioso nel contesto naturale: da una parte si evita l’eccessivo riempimento del suggestivo vuoto della cava, dall’altra la cava “partecipa” direttamente alla chiusura dei locali in forma di pareti rocciose naturali a vista. Modesti saranno gli interventi di modifica delle attuali geometrie del cavo, improntati primariamente alla sua messa in sicurezza statica e geologica. Anche la conservazione della risorsa verde circostante è parte fondamentale del progetto: per le porzioni della cava più prossime al suo punto di ingresso la rinaturalizzazione sarà spinta al massimo, così da creare giardini rocciosi di contorno all’inserimento della cantina.