Pignoletto

Il Pignoletto si mette in luce in Emilia-Romagna, dalla pianura alla collina

Dalla nuova Doc regionale alle storiche Doc e Docg dei Colli Bolognesi: vivacità e tradizione in un unico Consorzio lungo la via Emilia.

Dopo oltre cinquant’anni di lavoro congiunto sotto l’egida del Consorzio Vini Colli Bolognesi, da gennaio 2025 i produttori del territorio sono entrati a far parte del Consorzio Emilia-Romagna. Questo passaggio ha reso possibile un obiettivo comune: tutelare, valorizzare e promuovere il Pignoletto, che fino a oggi aveva due riferimenti distinti, nel Consorzio Emilia-Romagna per la sua Doc e nel Consorzio Vini Colli Bolognesi per la sua Docg.

«È una scommessa, certo, poiché non riguarda tutta la regione come può sembrare in apparenza, ma che ricade solo nelle province di Modena, Bologna e Ravenna», spiega il direttore Giacomo Savorini che poi aggiunge con enfasi: «Non è però stata assolutamente una cosa banale mettere insieme innanzitutto l’Emilia con la Romagna, dove il trattino storico ci divide solo a livello testuale». Il trait d’union è proprio il vino Pignoletto che “si siede a tavola e accompagna tutto il pasto”, sancendo ancora una volta le proverbiali virtù della sua gente, ovvero la convivialità e l’eccezionale capacità di accoglienza». 

Si tratta di un areale di circa 3mila ettari dove sono protagoniste le colline di Bologna, Modena, Faenza e Imola, insieme alla pianura che si spinge fra i fiumi Panaro e Reno fino alla Romagna: un bucolico fazzoletto di terra che raccoglie un centinaio di soci per un totale di circa 8mila viticoltori e oltre 15 milioni di bottiglie. «Un esempio, probabilmente unico in Italia, in cui aziende artigianali e grandi aziende cooperative e private si sono unite per raggiungere obiettivi comuni di promozione e valorizzazione, ma con la consapevolezza di poggiare su una base storica e culturale di qualità e di fortissimo legame con il territorio». Prosegue il direttore, aggiungendo infine con soddisfazione il fatto di trovare d’ora in avanti nelle prossime etichette la dicitura Emilia-Romagna, a fianco delle suddette denominazioni.

Colli Bolognesi Pignoletto Docg 

Il Colli Bolognesi Pignoletto Docg, ottenuto dal vitigno Grechetto Gentile (localmente chiamato anche Alionzina), è un vino che incanta per le sue fresche e vivaci versioni frizzanti e spumanti. Tuttavia, il carattere emerge nella versione ferma, che conquista per la sua grande struttura, arricchita dal lungo affinamento. Il Classico Superiore, infatti, non viene commercializzato prima del 4 ottobre di ogni anno, affinché il vino raggiunga la sua massima espressione: un prodotto di eccellenza e soprattutto di grande personalità. Le uve, che sintetizzano in sé le caratteristiche uniche del territorio, permettono al Pignoletto Classico Superiore Docg di esprimersi al meglio nelle annate favorevoli, arrivando anche a diversi anni di invecchiamento. Inoltre, con il trascorrere del tempo, la sua struttura si arricchisce di un sorprendente spessore e profondità. Considerato tra i bianchi più interessanti del panorama vitivinicolo italiano, il Colli Bolognesi Pignoletto Docg si distingue per la sua tipicità e il suo carattere, tanto da essere apprezzato non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. 

Colli Bolognesi Doc

Le terre dell’agro bononiense (ager bononiensis) già coltivate a vigna e ulivo in epoca etrusca, tramandano una tradizione enologica che i romani ereditano e arricchiscono, consolidando le tecniche di produzione e che rimane preservata, sviluppandosi, fino ad ora. I vini rossi, ottenuti da varietà internazionali come il Cabernet Sauvignon e il Merlot e dalla tipica Barbera, hanno contribuito a rendere famosa la zona dei Colli Bolognesi già negli anni Ottanta, tanto in Italia quanto nel mondo. La sottozona di Bologna, con il suo rosso tipico (almeno 50% Cabernet Sauvignon), l’aromatico bianco (almeno 50% Sauvignon Blanc) e il brioso spumante (Chardonnay e Pinot Bianco, da soli o congiuntamente almeno al 40%), continua a essere presente sulle tavole della città, anche perché la continua ricerca e la produzione artigianale continuano a “trasformare” i Colli Bolognesi in un laboratorio di innovazione, ergendosi un punto di riferimento per la viticoltura regionale.

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