La kermesse del vino organizzata da Assovini Sicilia

Sicilia, il continente del vino

Dalle antiche radici alle nuove generazioni: l'ultima edizione di Sicilia en Primeur racconta una viticoltura che parla al mondo con passione, etica e futuro.

Che la Sicilia sia una terra dalle innumerevoli identità è un concetto ormai consolidato; meno scontato, forse, è considerare che questa pluralità si esprima anche dal punto di vista geografico. Maggiore isola del Mediterraneo, al centro stesso del Mare Nostrum, la Sicilia ostenta una scenografia naturale straordinariamente variegata: coste alte e frastagliate si alternano a litorali sabbiosi e paludosi, mentre pianure e vaste zone collinari lasciano spazio agli impervi rilievi montuosi, ultimi prolungamenti del sistema appenninico. A ciò si aggiungono numerosi arcipelaghi e, soprattutto, vulcani attivi, simboli di una geologia ancora oggi in fermento.

Accanto alla bellezza costante del paesaggio marino, ogni angolo dell’antica Trinacria offre ineguagliabili testimonianze storiche e artistiche: rovine di città greche e romane, superbe cattedrali normanne, castelli medievali, ville e chiese barocche. Il tutto immerso in un paesaggio agreste punteggiato da spettacolari agrumeti, come ben notava Goethe durante i suoi viaggi in quest’isola straordinaria: “La terra dove fioriscono i limoni e, tra nere fronde, s’infuocano gli aranci”.

In Sicilia quindi il vino non è solo agricoltura e impresa, ma rappresenta, senza retorica, cultura, paesaggio e relazioni. Ed è effettivamente il sogno di una terra che parla al mondo, unendo visione, passione e responsabilità per cercare di costruire un futuro sostenibile e condiviso.

Il ruolo di Assovini Sicilia

L’edizione 2025 di Sicilia en Primeur, appuntamento annuale e itinerante ideato da Assovini Sicilia per promuovere produzioni e territori vitivinicoli isolani, ha posto l’accento sulla caparbietà del folto gruppo di imprenditori vitivinicoli nel faticoso, ma tenace, percorso del “fare impresa insieme”. Già, perché raccontare un vero e proprio “continente viticolo” – quale, senza dubbio, è la loro Sicilia – attraverso la voce delle cantine che la rendono autentica e matura al tempo stesso, «rappresenta sempre meno un ostacolo, e ancor meno una chimera». Così ci ricorda Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, sottolineando il valore della tutela culturale di fronte a dinamiche internazionali sempre più restrittive e a una narrativa che tende a criminalizzare un prodotto che è, invece, espressione di civiltà, conoscenza, bellezza e tradizione.

Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia

A Modica – dal Castello dei Conti al Teatro Garibaldi – l’Associazione ha ribadito, con un’unità d’intenti rara nel panorama nazionale, il proprio impegno nella valorizzazione, promozione e soprattutto nella responsabilità ambientale. Serve forse più trasparenza, e certamente più coraggio, nel raccontare la straordinaria diversità pedoclimatica della regione: ma la piacevolezza e la complessità raggiunte dai vini siciliani dimostrano che questo è il sentiero giusto.

Emergono oggi, con sempre maggiore chiarezza, scelte agricole mature e consapevoli: guidate da una miscela necessaria di etica e pragmatismo. Non solo perché mai come ora l’attenzione per il pianeta e per l’agricoltura è alta, ma perché – come afferma Alessio Planeta, in veste di consigliere direttivo della Fondazione SOStain Sicilia – «non è più possibile abbassare l’asticella».

Alessio Planeta, consigliere direttivo della Fondazione Sostein Sicilia

E tra le conversazioni tra produttori, è affiorata con forza una consapevolezza tanto semplice quanto difficile da tradurre in azioni: «Il mondo è il luogo in cui viviamo. Stiamo solo cercando di salvaguardare il giardino che abbiamo di fronte». Parole che hanno peso, profumo, e che fanno scivolare nell’oblio termini ormai logori e fuori tempo come marketing o branding.

La Generation Next

Con molti ettari di vigneto a rischio abbandono soprattutto qui in Sicilia, è cruciale favorire il ricambio generazionale, offrendo supporto tecnico e una remunerazione equa, per garantire la continuità e la vitalità del settore vitivinicolo siciliano. La Generazione Next, ovvero un gruppo di under 40 che si impegna in una visione futura dell’enologia siciliana, non capita, con tutta probabilità a caso: Benedetto Alessandro (Alessandro di Camporeale), Gregoire Desforges (Baglio di Pianetto), Maria Pia e Cristina Macaudo (Camporé) Federica “Kika” Fina (Cantine Fina), Giovanna e Rosanna Caruso (Caruso&Minini), Miriam Brunetti (Casa Grazia), Gabriella Favara (Donnafugata), Carla Maugeri (Maugeri), Serena Costanzo (Palmento Costanzo), Costante Planeta (Planeta), Enrica Spadafora (Spadafora), Totò Navarra Jr (Tenute Navarra), Graziano Nicosia (Tenute Nicosia), Alessia Bevilacqua (Terrazze dell’Etna). Tutti loro sono giovani globetrotter, dinamici, il più delle volte con studi e varie esperienze fuori dalla loro regione, con un bagaglio formativo in diversi campi, dalla comunicazione all’architettura, dall’economia all’enologia, che hanno siglato un “patto” per lavorare in squadra e che, a differenza della generazione precedente, percepiscono in misura minore il peso della competizione.  

Un momento di degustazione durante Sicilia en Primeur

Le sfide del futuro in Sicilia

Ciò che davvero conta per il futuro, secondo la maggioranza degli attori coinvolti, è la capacità di declinare la sostenibilità in chiave di biodiversità varietale. Ogni azienda è chiamata a coltivare, valorizzare e ottimizzare le molteplici espressioni del vigneto siciliano: dai vitigni di respiro internazionale – come Chardonnay e Syrah – a quelli di radicamento regionale, quali Nero d’Avola, Nerello Mascalese e Grillo, fino alle varietà locali, oggi più che mai in grande evidenza in questa edizione: Carricante, Malvasia di Lipari, Zibibbo, Nerello Cappuccio, Frappato, Nocera e Perricone.

Le voci che animano questo percorso non sono affatto flebili. Anzi, si tratta di oltre cento produttori, giovani e meno giovani, che condividono una visione chiara: unire tre elementi fondamentali – il controllo totale della filiera, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vini di qualità; e una solida apertura ai mercati internazionali – tenendo sempre presente che la cultura della vite è parte integrante della storia dell’isola, da tempi immemori.

Il desiderio di produrre vini che riflettano l’autentica identità siciliana, evitando le mode effimere, si è rivelato – se non un manifesto – quantomeno il mantra ricorrente di questa edizione. Assovini Sicilia, anche grazie al prezioso apporto delle nuove generazioni, è oggi più che mai al centro di un processo di rinnovamento e crescita del settore vitivinicolo: un sistema sempre più coeso e performante, sostenuto da una comunicazione inclusiva e armonica con la storia, la cultura e la straordinaria gastronomia locale.

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