Si trova a pochi minuti a piedi da Santa Maria Novella, in una strada defilata rispetto ai flussi turistici più distratti, quelli a caccia delle mode del momento, pur essendo in pieno centro. Migliaia di persone passano ogni giorno davanti ad Acquadolce senza prestarci troppa attenzione: l’insegna è discreta, l’interno poco illuminato, e in effetti non cattura subito lo sguardo. Eppure, è una delle pasticcerie più autentiche della città, interamente dedicata alla tradizione dolciaria orientale.
Qui si possono assaggiare veri bubble tea con perle di tapioca, mochi artigianali scomposti, granite giapponesi e zuppe dolci a base di latte di cocco o taro (un tubero dal gusto delicato che ricorda la castagna), tutte preparate al momento. Con un’offerta pensata per chi è in cerca di sapori orientali autentici e mai stucchevoli, questo piccolo spazio trova la sua forza nelle materie prime selezionate e in una lavorazione rigorosamente artigianale.
Alla scoperta di Acquadolce, la pasticceria a Firenze per chi ha voglia di Giappone
Ideale per una merenda dal tocco esotico, Acquadolce ha in menu una grande varietà di tradizioni asiatiche anche se è principalmente centrato sul Giappone. È un luogo difficile da trovare e che non sa comunicare molto bene con gli avventori occasionali: neanche le pagine social sono aggiornate, come se avesse chiuso. Presumiamo si regga sul passa parola, dopotutto noi eravamo gli unici occidentali presenti in sala.
Il punto di forza della pasticceria è il mochi scomposto, lavorato a mano e servito caldo o appena tiepido. Una volta in bocca si scioglie per rivelare una consistenza delicata e un gusto molto attenuato, tipico della pasticceria giapponese. La consistenza è leggermente gommosa, come giusto che sia, il sapore è poco intenso, come detto, ma è comunque molto strutturato. Può ricordare vagamente un tiramisù pur non avendo né lo zabaione, né i savoiardi né il caffè.
Tra le proposte più sorprendenti c’è il kakigori, un dolce giapponese simile alla granita a base di sfoglie di ghiaccio, sciroppo e latte condensato o evaporato. Noi abbiamo assaggiato quella al mango: la sensazione è particolare perché sulla sommità c’è una pallina di gelato e, complici le temperature di questi giorni, il tutto tende a sciogliersi gradualmente ma anche abbastanza rapidamente. La struttura è armoniosa ed è previsto lo scioglimento, un po’ perché la porzione è molto abbondante (suggeriamo di condividerla) un po’ perché così vuole la tradizione.
Questa “granita giapponese” ha le sfoglie di ghiaccio sottilissime che devono andare a raffreddare il mango per essere aromatizzate dal frutto o da qualsiasi altro condimento. Non a caso la ciotola in cui è servita è molto capiente. Davanti a questo tipo di dessert la sensazione è quella di trovarsi in una teahouse asiatica, dove la cura dei sapori e la coerenza di abbinamento trasportano in un’esperienza autentica .
L’offerta di bubble tea include sia bevande fredde sia bevande calde. Alcune combinazioni mescolano tè verde o nero a latte e si arricchiscono con gelatine, boba (altro nome con cui sono noti i bubbole tea) o frappé. Il locale è accogliente, tranquillo e molto curato, arricchito da un servizio veloce ed efficiente, non invasivo, molto rispettoso degli spazi e dei tempi dei clienti.