Chi conosce bene la scena gastronomica romana sa che Dao non è solo un ristorante cinese, ma un progetto che da oltre dieci anni porta avanti un’idea precisa: offrire cucina autentica cinese, lontana dagli stereotipi, in un contesto elegante e curato. Un’idea che negli anni si è fatta largo a colpi di ravioli, wok e design, fino a diventare un punto di riferimento per chi a Roma cerca una Cina vera, moderna e raccontata attraverso il gusto.
Il 2025 è un anno importante per Dao, che inaugura una nuova sede in via Sardegna, a due passi da via Veneto, e completa la trasformazione della sua storica casa di viale Jonio nel secondo Dao Bistrot. Due mosse che rafforzano l’identità di un’insegna che oggi, tra ristorante e bistrot, è diventata un sistema coerente e in continua evoluzione. Il merito di questa crescita costante è di Jianguo Shu, fondatore e anima del progetto Dao, è aver costruito in oltre vent’anni un racconto coerente della cucina cinese a Roma, senza mai semplificare, senza mai “tradurla” troppo, unendo estetica, materia prima e memoria. Oggi Dao è ristorante, bistrot, ricerca e identità, e finalmente dà alla cucina cinese in città lo spazio – e il rispetto – che merita.
Via Sardegna: Dao sale ancora di livello

La nuova sede nel centro di Roma segna un cambio di passo evidente, ma senza forzature. Il nuovo Dao Restaurant in via Sardegna 19 è un luogo intimo (58 coperti e una saletta privata), elegante, disegnato in ogni dettaglio. Il progetto architettonico è firmato Zeki Studio, che ha reinterpretato le atmosfere delle antiche case da tè con materiali naturali, pareti ondulate e una palette simbolica (blu, giallo imperiale, oro e nero).
In cucina, lo chef Xue Denglong – lungo curriculum in Cina e in Italia – ha aggiornato la proposta dopo un recente viaggio nel suo paese d’origine. Il risultato? Ravioli di carne (ottimi quegli alla piastra con maiale di Cinta senese) e verdure fermentate, sfiziosi anche i mini toast di gamberi e semi di sesamo, mentre come primo si consigliano le tagliatelle (a scelta tra riso, grano e soia) stracetti di manzo, e una croccante anatra arrosto di Hong Kong con salsa dolce alle prugne.
Da ristorante a bistrot: la metamorfosi di viale Jonio

Con il trasferimento, la vecchia sede di viale Jonio non è rimasta vuota. È diventata il nuovo Dao Bistrot, fratello maggiore del primo aperto nel 2023 a piazza Bologna. Una versione più conviviale e rilassata della cucina Dao, con un menu che punta all’accessibilità ma senza cedere sulla qualità.
Anche qui l’interior design è curato da Zeki Studio, con toni caldi, ottone spazzolato e spazi fluidi. L’ambiente è pensato per il pubblico romano più giovane e attento. 110 coperti, tavoli rotondi, zone privé e una lounge dove si può iniziare (o finire) con un tè o un drink.
A guidare la cucina c’è lo chef Yang Zhen Chun, originario del Fujian, che ha portato un tocco personale a piatti già iconici. Tra i must: ravioli al tartufo, rou jia mo, spaghetti in brodo, riso saltato al curry, manzo con pepe di Sichuan, anatra in salsa piccante. Piatti pensati per essere condivisi, con sapori decisi e preparazioni curate.
Piazza Bologna: dove il bistrot ha preso forma

Tutto è partito dalla sede di piazza Bologna, aperta nel gennaio 2023 dove un tempo c’era il Dragone d’Oro. Un restyling importante, che ha mantenuto alcuni elementi originali (come i bassorilievi alle pareti) e li ha mescolati a linee più contemporanee. Il risultato è uno spazio accogliente, con un dehors, colori vivi e una cucina più immediata.
Lo chef Chen Shengying ha costruito un menu che si muove tra ravioli artigianali, baozi ripieni, zuppe intense e piatti da condividere. Non manca una conveniente formula pranzo a 15 euro (ravioli, carne, verdure, riso, acqua e caffè), pensata per chi lavora in zona. Il bistrot di piazza Bologna resta il cuore “pop” di Dao: autentico, ma agile. Con una carta dei dolci curata e bevande che vanno dalle birre artigianali alle infusioni cinesi come il Wong Lo Kat.