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Con il cambiamento climatico le verdure sono meno nutrienti?

La dieta vegetale sembra sotto pressione: come clima e CO2 impoveriscono i vegetali. Ricerche britanniche evidenziano calo di nutrienti e aumento di zuccheri nei raccolti futuri.

Uno studio della Liverpool John Moores University rivela che la combinazione tra l’aumento delle temperature e la maggiore concentrazione di CO₂ influisce negativamente sul valore nutrizionale degli ortaggi a foglia, come rucola, spinaci e cavolo riccio. Se da un lato la crescita iniziale delle piante risulta stimolata, dall’altro si osserva un calo significativo di vitamine, minerali e antiossidanti. La ricerca, guidata dalla dottoressa Ekele, conferma i risultati di precedenti meta-analisi condotte a livello globale, suggerendo che il cambiamento climatico non compromette solo la quantità dei raccolti, ma anche la qualità nutrizionale dei vegetali.

Verdure più zuccherine e meno nutrienti

Lo studio di Jiata Ugwah Ekele e colleghi, presentato ad Anversa durante la conferenza della Society for Experimental Biology, ha esposto ortaggi a foglia a condizioni controllate di elevata CO₂ (fino a 1.000 ppm) e temperature aumentate. I risultati delineano un quadro allarmante: se da un lato le piante mostrano una crescita più vigorosa, dall’altro si registra una riduzione significativa di sali minerali come il calcio e di antiossidanti, a fronte di un aumento degli zuccheri semplici.

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Più nel dettaglio, l’aumento dell’anidride carbonica stimola la fotosintesi e inizialmente accelera la crescita delle piante. Ma c’è un rovescio della medaglia: livelli più alti di CO₂ diluiscono la presenza di azoto nei vegetali, riducendo così la quantità di proteine e altri nutrienti fondamentali. Se a questo si aggiungono temperature più elevate, il calo nutrizionale diventa ancora più marcato, e la crescita stessa rallenta. È quanto emerge dallo studio su tre varietà comuni di ortaggi a foglia: spinaci, rucola e kale (un tipo di cavolo riccio).

Non si tratta di un caso isolato. Una meta-analisi pubblicata su Frontiers ha riscontrato lo stesso fenomeno: mentre la pianta produce più massa, il contenuto di proteine cala in media del 9,5%, insieme a minerali importanti come ferro (–16%), zinco (–9,4%) e magnesio (–9,2%). Anche se in alcuni casi aumentano gli antiossidanti, il bilancio complessivo dei nutrienti resta negativo.

Questo scenario apre interrogativi importanti per il futuro della nostra alimentazione: puntare solo sulla quantità, senza considerare la qualità nutritiva, potrebbe avere effetti rilevanti sulla salute, soprattutto per le persone più esposte a carenze nutrizionali.

Per affrontare il problema non basta produrre di più. Serve lavorare su nuove soluzioni per conservare il valore nutritivo degli ortaggi: dalla scelta di varietà più resistenti al cambiamento climatico, fino a pratiche agricole più attente alla gestione dell’acqua, del suolo e dei fertilizzanti.

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