Palazzo Tiglio

Palazzo Tiglio, il fascino della Toscana nascosta

Un piccolo borgo da scoprire, una dimora storica trasformata in boutique hotel di lusso e un giovane chef artefice di una cucina raffinata e concreta. C’è più di una ragione per programmare una gita a San Pancrazio, in provincia di Arezzo.

Uno straniero amante del bello viene in Italia, e nello specifico in Toscana, per un breve periodo, se ne innamora e decide di farne la sua casa, e anche una struttura di ospitalità di charme dove celebrare il fascino bucolico della regione più amata da chi arriva da lontano. Potrebbe sembrare una storia nota, se non proprio un cliché che è ormai tanto letterario quanto turistico, eppure nel caso di Palazzo Tiglio c’è più di un elemento che deraglia da quella che potrebbe sembrare una trama già scritta. A cominciare dalla località: non siamo nel Chianti o a Bolgheri ma in Valdambra, il cui paesaggio tratteggiato da boschi e colline che si estende tra le province di Arezzo e Siena è testimone di un lungo passato che va dagli Etruschi alle pagine buie della Seconda guerra mondiale.

L’”altra” Toscana

John Werich, scrittore e fotografo svedese specializzato in giardini e interni, arriva a Firenze per studiare al Polimoda, al British Institute e all’Accademia Italiana. Per alcuni anni gestisce anche la B&M Books and Fine Art, la più antica libreria inglese della città, e si specializza in interior design, moda e storia dell’arte. Nel mentre, esplora la provincia toscana e con la famiglia decide di acquistare una casa di campagna poco lontano da Bucine, centro principale della Valdambra. Da qui, proseguendo le sue perlustrazioni, arriva nella frazione di San Pancrazio: piccolo e silenzioso borgo situato su un contrafforte che guarda alla Valdichiana, custodisce con il Museo della Memoria e un piccolo roseto il ricordo doloroso ma necessario dell’eccidio nazista avvenuto il 29 giugno del 1944, quando i tedeschi trucidarono in una delle sue cantine 55 persone, vale a dire quasi tutti gli uomini del borgo. Oggi però San Pancrazio è un luogo di pace e semplice bellezza, e così Werich decide di acquistare parte di una palazzina nobiliare seicentesca che rimette a nuovo creando due appartamenti da affittare ai turisti in cerca di tranquillità.

L’evoluzione del progetto

Nel 2019 però, lo storico e unico negozio di alimentare di San Pancrazio – nato nel 1921 come Cooperativa di Consumo – decide di chiudere. Werich sa che questo potrebbe rendere difficile il soggiorno a chi sceglieva di soggiornare negli appartamenti autosufficienti e decide di rilevarlo, trasformandolo in un grazioso locale – La Cantinetta di San Pancrazio – che funziona ancora come emporio di paese ma propone anche aperitivi, caffetteria, snack e prodotti tipici da acquistare come souvenir.

Nel mentre acquista un po’ alla volta altre parti della proprietà, che vanno a comporre i diversi tasselli di Palazzo Tiglio: nel 2022 apre il bel ristorante sulla terrazza del palazzetto, di fronte al quale su trova un delizioso giardino murato, con una piccola ma curata piscina, l’orto e – da questa estate – anche un bancone per godersi un drink al fresco, l’Orto Bar. A quel punto, la proprietà decide di trasformare gli appartamenti in alcune belle camere, tra l’ala laterale della palazzina e il Piano Nobile, dove gli ospiti hanno a disposizione anche un elegante e ampio salone e un honesty bar con bevande, vini e snack.

Palazzo Tiglio
Il salone del Piano Nobile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’attico resta fruibile anche come appartamento, con due camere da letto, un soggiorno e la cucina attrezzata. In tutti i casi, il restauro ha tenuto viva l’atmosfera di una dimora nobiliare di campagna del XVII secolo, tra testimonianze d’epoca, mobili in stile classico, stucchi e decori alle pareti e tessuti raffinati, ma senza mai risultare antiquato anche grazie all’allure contemporanea di alcuni indovinati tocchi di design. L’edificio accanto alla Cantinetta, invece, ospita adesso la reception con un piccolo shop di oggetti e saponi della linea Ortigia Sicilia.

Perfino l’antica chiesetta duecentesca di San Rocco – ancora consacrata e di proprietà della parrocchia di San Pancrazio – che si trova proprio di fronte al ristorante, viene curata da Palazzo Tiglio per allestire mostre d’arte e ospitare concerti di musica classica: «Non viene più utilizzata dalla comunità locale, visto che c’è una chiesa più grande e moderna, e allora abbiamo proposto di pensare noi alla manutenzione utilizzando gli spazi per occasioni culturali», spiega Werich. Al momento, e fino al 19 settembre, si può entrare liberamente per ammirare le magnetiche opere dell’artista svizzero Etienne Krähenbühl, che indagano tempo e movimento attraverso forme e materiali.

La cucina di Mattia Parlanti

 Elemento fondamentale di Palazzo Tiglio resta il ristorante, che è sicuramente motivo di appeal per chi sceglie di soggiornare nell’albergo parte della collezione Small Luxury Hotels of the World ma attira anche molti clienti dai borghi limitrofi e dalle città più vicine, come Arezzo, Siena e Firenze. Se l’esterno mantiene il fascino sobrio e rarefatto della campagna toscana, l’interno ricavato nelle antiche cantine del palazzo sorprende con uno stile più contemporaneo che ricorda un po’ le atmosfere à la Wes Anderson, mentre le pareti sono dominate dalle foto di giardini italiani di Werich. Ad accoglierci è Danilo Salvi, caposala e sommelier di lunga esperienza, che ha messo insieme una bella carta dei vini incentrata sulla Toscana ma non solo, che permette a tutti di bere bene in base al proprio budget.

Palazo Tiglio
John Weirich con lo chef e la brigata del ristorante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cucina è affidata, fin dall’apertura, al giovane Mattia Parlanti: nato a Prato nel 1994 da una famiglia che lavora nel settore del catering, ha seguito la sua passione per la cucina con gli studi alberghieri e con esperienze tra catering e ristorazione, tra cui una breve ma significativa esperienza da Arnolfo a Colle Val D’ Elsa, fino a diventare lo chef del ristorante la Limonaia di Villa Rospigliosi a Prato. Anche per lui San Pancrazio è un luogo del cuore: ci trascorreva le vacanze durante l’infanzia, e la proposta di guidare la cucina di Palazzo Tiglio è stato un po’ un “ritorno a casa”. Il menu segue le stagioni e, fin dalle descrizioni dei piatti, trasmette un senso di concretezza ed eleganza non ostentata, in un bel gioco tra tradizione locale, ingredienti “esotici” e abbinamenti insoliti che fanno venire voglia di assaggiare tutti i piatti.

Palazzo Tiglio
Pomodori, ciliegie, aglio nero, tapioca e olive, ph. Alessandra Farinelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci affidiamo a lui (il menu degustazione comprende nove portate più benvenuto, predessert e piccola pasticceria e costa 90 euro, ma noi optiamo per un percorso un po’ più breve ed estemporaneo) e non veniamo delusi, a cominciare dagli amuse bouche come la cecina con crema di zucchine e pinoli, il raviolo servito freddo a mo’ di gyoza e il delizioso tortello fritto ripieno di coniglio porchettato. Assaggiamo anche il “gazpacho” a base di Pomodori, ciliegie, aglio nero, tapioca e olive, accompagnato da un gustoso panzerotto fritto con mozzarella e pomodoro, e l’interessante Tagliolino, dashi, calamaretti, lardo e alloro che segna un bel punto di incontro tra Toscana e Oriente. Mentre è davvero una sorpresa il trancio di ricciola accompagnata da fagiolini, salsa mediterranea e senape, che arriva celato da una grande foglia di shiso croccante e si rivela davvero squisito.

Palazzo Tiglio
Cocomero, melone, cetriolo, sesamo nero, ph. Alessandra Farinelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mano si conferma felice anche sui dolci, molto intriganti su carta e dalla presentazione curata ma non velleitaria, come anche per le altre portate: Cocomero, melone, cetriolo, sesamo nero è un concentrato di freschezza ideale per una serata estiva, mentre Miele, fieno, polline, lampone, noci è più avvolgente ma perfettamente bilanciato. Saliamo nella nostra camera al Piano Nobile con una sensazione di appagamento che riguarda il palato e lo stomaco, ma anche la piacevole sensazione di aver trovato tanta cura e sostanza oltre all’apparenza. Le stesse che troviamo il mattino seguente per la colazione servita nella sala del ristorante, tra torte e dolci da credenza, formaggi locali e uova biologiche strapazzate alla perfezione.

Maggiori informazioni

Palazzo Tiglio
Via Zara 20, San Pancrazio, Bucine (AR)
palazzotiglio.com

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