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Sui social spopola la regola “JCO” per la cottura dei gamberi. Ecco di che si tratta

Le tre lettere non sono un acronimo ma la forma assunta dai gamberi in cottura. Un trucchetto che può essere molto utile a casa.

Quante volte vi è capitato di preparare un piatto a base di gamberi e ritrovarvi con un risultato deludente? Succede più spesso di quanto si pensi. Trovare il giusto equilibrio tra un gambero succulento e uno troppo gommoso è una vera sfida. Ma c’è una bussola culinaria che sta spopolando sui social, soprattutto all’estero, e che vi guiderà verso la perfezione: la regola JCO. Ogni lettera indica un grado di cottura ideale per il gambero. Non serve essere chef esperti: con questo semplice trucchetto, basterà un po’ di attenzione per trasformare i vostri gamberi in un piccolo capolavoro.

J come “just raw”

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Immaginate un gambero ancora da cuocere, adagiato sul tagliere: la sua forma è distesa, quasi lineare, e il suo corpo appare traslucido, con sfumature di grigio. È proprio questa la forma a “j”, che ricorda l’iniziale di just (appena). In questa fase, il gambero è crudo o al massimo molto poco cotto. È il punto di partenza, il prima di un viaggio che porterà il vostro gambero a trasformarsi. Se volete un gambero appena scottato, questa è la forma giusta.

C come “cooked perfectly”

La seconda fase è la preferita dalla maggior parte delle persone. Mentre il calore avvolge i gamberi nella padella inizieranno a mutare. Il loro colore virerà verso un rosa perlaceo o arancione brillante, a seconda della varietà, ma soprattutto la loro forma cambierà. Li vedrete assumere una leggera curvatura, una sorta di “c” che avvolge teneramente la loro coda. Questo è il segno inequivocabile della perfetta cottura. Il gambero sarà opaco, sodo al punto giusto, ma ancora incredibilmente tenero e succoso. Ogni morso sarà un’esplosione di sapore e una consistenza che delizia il palato.

O come “overcooked”

Ma attenzione, il confine tra la perfezione e l’eccesso è labile in cucina, e con i gamberi, questo è particolarmente vero. Se la cottura si protrae oltre il punto “c”, i gamberi continueranno ad arricciarsi su se stessi, stringendosi sempre di più fino a formare un vero e proprio cerchio, una “o”. A questo punto, purtroppo, il danno è fatto. La carne, da tenera e succulenta, sarà diventata gommosa, quasi filamentosa, e il sapore delicato lascerà il posto a una sensazione sgradevole al palato. È il classico “gambero di gomma” che tutti abbiamo assaggiato almeno una volta e che vogliamo assolutamente evitare.

Consigli più tecnici sulla cottura dei gamberi

La regola JCO è un indicatore ma è ovviamente qualcosa di molto amatoriale. Per cuocere dei gamberi alla perfezione, oltre ai consigli dello chef Anthony Genovese, ci sono delle regolette a cui far fede come il colore del gambero perché al di là della forma, il passaggio da traslucido a opaco è un indicatore cruciale. Fino a quando i gamberi non sono completamente opachi, non sono pronti. La garanzia sulla cottura ce l’abbiamo con la temperatura interna: i gamberi raggiungono la cottura ideale quando la loro temperatura interna si aggira tra i 49 e i 60°C .

Un errore comune è sovraccaricare la padella. Questo abbassa bruscamente la temperatura di cottura, portando a gamberi che non cuociono uniformemente e rilasciano più liquidi, finendo per lessarsi anziché rosolare. Cuocete i gamberi in più riprese se necessario. La regola JCO vi fornisce gli strumenti visivi cuocere i gamberi ma non basta come potete vedere.

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Foto da shutterstock.com

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