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In che modo la Repubblica Ceca attua la sua “diplomazia della birra”

Un progetto istituzionale porta i birrai stranieri nel Paese per apprendere tecniche, cultura e tradizione della lager ceca

Nel panorama delle strategie di promozione culturale legate al cibo e al bere, la Repubblica Ceca ha avviato un progetto unico e molto interessante che unisce turismo, formazione e diplomazia economica. Dal 2019, il Ministero dell’Agricoltura ospita ogni anno decine di birrai provenienti da vari continenti – inizialmente da Stati Uniti e Canada, più recentemente anche dall’Australia e dal resto d’Europa – con l’obiettivo di trasmettere conoscenze tecniche, sensibilità culturale e modalità di servizio legate alla lager ceca.

La birra ceca: un’eredità culturale e produttiva unica

La birra ceca è riconosciuta a livello internazionale per le sue caratteristiche distintive, frutto di una tradizione secolare e di un metodo produttivo che ha resistito alla standardizzazione globale. Al centro di questa identità c’è lo stile pilsner, nato ufficialmente nel 1842 a Plzeň con la creazione della prima lager chiara filtrata. Da allora, la Boemia ha affinato un modello brassicolo basato su fermentazione bassa, utilizzo del luppolo Saaz (nobile per tipologia e profilo aromatico), acqua dolce e malti leggeri, elementi che insieme danno vita a birre bilanciate, morbide, con una leggera amarezza persistente e una schiuma compatta che prolunga la tenuta del gusto.

La qualità della birra ceca non dipende solo dagli ingredienti, ma anche dal rigore dei processi. Tecniche come la decozione multipla, la lunga maturazione in cantina e l’attenzione al servizio (con metodi di spillatura che favoriscono la formazione di una schiuma cremosa e protettiva) contribuiscono a definire uno stile inconfondibile. Questo patrimonio tecnico e culturale è al centro della strategia di promozione avviata dalle istituzioni ceche: far conoscere non solo il prodotto finale, ma anche la sua storia, i suoi rituali e le sue implicazioni sociali.

La strategia per promuovere il territorio attraverso la birra

L’iniziativa prende ispirazione da esperienze simili, come il Global Thai Program della Thailandia, che ha portato a un notevole aumento del numero di ristoranti thailandesi nel mondo, contribuendo a rafforzare l’immagine gastronomica del Paese. Allo stesso modo, Praga punta su una delle sue eccellenze più riconosciute: la birra.

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Nonostante questo patrimonio, il prodotto ha faticato a imporsi nel contesto internazionale dominato da IPA, birre belghe e stili anglosassoni. I decenni di isolamento sotto il regime comunista, seguiti da un periodo di ristrutturazione industriale, hanno rallentato la diffusione del modello brassicolo boemo. Il programma del Ministero nasce per colmare questa distanza, favorendo la diffusione di tecniche di produzione legate a fermentazioni basse, utilizzo di luppolo Saaz e metodi tradizionali come la decozione multipla.

Durante i soggiorni in Repubblica Ceca, i birrai partecipano a incontri con produttori locali, coltivatori di luppolo, mastri birrai di storiche aziende come Pilsner Urquell e Budweiser Budvar, tecnici di spillatura e progettisti di attrezzature, come quelli di Lukr, specializzati in rubinetti a comando laterale che ottimizzano la cremosità della schiuma. La formazione include anche aspetti culturali legati al servizio della birra, alla gestione del bicchiere e alla ritualità del brindisi.

Secondo i racconti dei partecipanti che si trovano online, la differenza principale rispetto ad altri contesti risiede nella consapevolezza diffusa. Non solo i professionisti, ma anche i consumatori cechi mostrano una conoscenza approfondita dei metodi di produzione, delle materie prime e delle caratteristiche sensoriali delle birre locali.

L’effetto del progetto inizia a manifestarsi nonostante sia ancora giovane. Le lager in stile ceco stanno comparendo con sempre maggiore frequenza nelle linee di produzione di birrifici artigianali nordamericani e australiani, contribuendo a ridefinire il posizionamento internazionale della Repubblica Ceca non solo come terra di consumo, ma anche come riferimento produttivo e formativo.

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Foto di Shutterstock

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