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Il pomodoro che ha ereditato il gene del tabacco per fermare il virus dei raccolti

Una linea sperimentale degli anni Novanta si rivela oggi risorsa utile per difendere le colture dai danni del “tomato brown rugose fruit virus”.

Non è un episodio dei Simpson e non stiamo parlando del leggendario “tommacco”. Questa volta è tutto vero: un gene del tabacco trapiantato in un pomodoro. Sembra fantascienza, ma è il cuore di un progetto americano degli anni Novanta – rimasto a lungo sepolto negli archivi – che oggi torna d’attualità come possibile arma contro uno dei peggiori incubi dell’agricoltura globale. Si chiama tomatoNN ed è una linea sperimentale sviluppata dall’USDA-ARS insieme a tre università statunitensi. La sua particolarità? L’espressione del gene N del tabacco, che rende la pianta resistente al “tomato brown rugose fruit virus” (ToBRFV), un patogeno capace di devastare interi raccolti di pomodoro e peperone. Lo studio che lo rilancia è stato appena pubblicato su Plant Biotechnology Journal.

Il contributo del gene N del tabacco

Il virus è comparso da poco tempo ma ha già prodotto conseguenze gravi. Attacca foglie e frutti, ne altera forma e colore e riduce sensibilmente le rese, con perdite economiche che raggiungono miliardi di dollari a livello globale. La sua forza sta nella facilità di diffusione: bastano semi infetti, attrezzi agricoli non disinfettati o persino indumenti contaminati. Per ora i coltivatori possono difendersi soltanto con rigide misure preventive di biosicurezza, senza reali strumenti di contenimento biologico.

Il gene N, introdotto negli anni Novanta nei pomodori tomatoNN dal laboratorio californiano di Barbara Baker, era noto per proteggere le piante di tabacco dal “virus del mosaico”, il primo virus mai identificato dall’uomo a fine Ottocento. Oggi la stessa sequenza genetica dimostra efficacia anche contro il ToBRFV. L’aspetto critico riguarda però le temperature elevate: la resistenza si mantiene intorno ai 22 °C, mentre tende a ridursi oltre i 30 °C, soglia sempre più frequente a causa del cambiamento climatico.

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La ricerca è stata condotta in collaborazione tra tre delle più importanti università del mondo: la University of California Berkeley, la University of California Davis e la Iowa State University. La patologa vegetale Kai-Shu Ling, coordinatrice del progetto, ha sottolineato come questo risultato dimostri il valore della ricerca a lungo termine: una linea considerata marginale può diventare oggi la base per lo sviluppo di varietà commerciali resistenti.

Gli studiosi non escludono che il tomatoNN possa costituire un importante serbatoio genetico per future selezioni varietali, capaci di combinare resistenza e adattamento climatico. Sarà necessario integrare questi risultati con programmi di breeding che tengano conto delle condizioni termiche sempre più instabili, soprattutto nelle aree di produzione intensiva.

Impossibile dunque non pensare al famoso tommacco, la pianta ibrida tra pomodoro e tabacco creata accidentalmente da Homer Simpson mescolando semi di pomodoro e tabacco e usando barre di plutonio per fertilizzare il terreno. La pianta risultante, che cresce rapidamente, è amara ma viene subito venduta a ignari passanti, diventando così un prodotto commerciale di successo perché crea dipendenza. Quindi sì, qualcuno potrebbe far presente che i Simpson hanno nuovamente predetto qualcosa di storico ma ci auguriamo che questi nuovi pomodori non creino dipendenza come il tommacco perché le conseguenze potrebbero essere spiacevoli.

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