Il Kvikk Lunsj è considerato da molti norvegesi molto più di una semplice barretta di cioccolato: è un compagno immancabile nelle escursioni, un simbolo del cosiddetto friluftsliv, la “vita all’aria aperta”, e un alimento che scandisce rituali collettivi come le gite pasquali in montagna. Ogni anno se ne producono circa 60 milioni di pezzi, equivalenti a undici barrette per ogni abitante del Paese. Eppure, dietro a questa icona nazionale, si nasconde una storia fatta di identità culturale, marketing e non poche controversie.
Inventato nel 1937 dall’imprenditore Johan Throne Holst, già proprietario della fabbrica di cioccolato Freia, il Kvikk Lunsj nasce da un’esperienza personale: durante un’escursione giovanile nei boschi attorno a Oslo, il suo compagno tedesco si lamentò per la mancanza di cioccolato, che avrebbe reso più sopportabile la giornata. Da quell’episodio Holst trasse l’idea di un prodotto pensato specificamente per la vita all’aperto.
Il primo tentativo non ebbe successo, era al cioccolato fondente; la versione al latte che seguì conquistò invece generazioni di consumatori. La confezione rossa, verde e gialla e le quattro barrette sottili sono da allora parte integrante dell’immaginario collettivo norvegese.
Un dolce legato all’identità nazionale
La fortuna del Kvikk Lunsj s’intreccia con l’evoluzione della società norvegese. Negli anni Venti e Trenta, l’introduzione della giornata lavorativa di otto ore e delle ferie pagate spinse sempre più persone a trascorrere tempo libero nella natura. Dopo la Seconda guerra mondiale, in un Paese che cercava di ricostruire la propria identità, la barretta divenne un segno tangibile di libertà riconquistata.
Pubblicità e packaging rafforzarono questo legame, presentando il cioccolato come “il pranzo veloce” ideale per chi si muove all’aria aperta. Non a caso, il formato fu studiato per entrare perfettamente nelle tasche delle giacche impermeabili, diffuse negli stessi anni come abbigliamento sportivo.
La disputa con KitKat e la proprietà straniera
Fin dai suoi esordi, il Kvikk Lunsj è stato accusato di essere troppo simile al KitKat britannico, introdotto sul mercato due anni prima. La forma a quattro dita ricoperte di cioccolato è identica, e secondo molti l’imprenditore norvegese si sarebbe ispirato a quel modello. La questione non è mai stata chiarita, ma il dibattito continua.

Il confronto con KitKat si è riacceso quando, dopo un lungo contenzioso legale, Nestlé non è riuscita a ottenere il marchio esclusivo della forma a quattro dita in Europa. Oggi, Kvikk Lunsj mantiene l’esclusiva in Norvegia, mentre KitKat è entrato nel mercato locale con versioni diverse, come la “Chunky”.