Uno degli chef più rivoluzionari della nostra epoca, Heston Blumenthal, ha introdotto al Fat Duck di Bray, nel Berkshire, un nuovo percorso di degustazione denominato Mindful Experience. Si tratta di un menu con le stesse creazioni iconiche del percorso tradizionale, ma in porzioni ridotte e a un prezzo inferiore. L’obiettivo è rispondere alla crescente domanda di esperienze gastronomiche calibrate su chi segue una dieta ipocalorica, assume farmaci dimagranti, come Wegovy e Mounjaro, o a chi semplicemente ricerca un approccio più leggero alla tavola.
Quanto costa il menu “per la dieta”
Il format prevede piatti già noti agli ospiti del ristorante, come il Nitro-Poached Aperitif, cocktail ghiacciato con azoto liquido, o il Crab and Passionfruit 99’, rivisitazione di un cono gelato da spiaggia. Le porzioni, tuttavia, sono ridotte del 20-30% e in alcuni casi fino al 50%, mentre il prezzo scende di 75 sterline a persona, fissandosi a 275 (circa 315 euro).
Secondo lo chef, la scelta riflette un cambiamento strutturale nelle abitudini di consumo. I farmaci che agiscono sull’appetito stanno infatti modificando il modo in cui le persone si rapportano al cibo, con conseguenze potenzialmente rilevanti non solo per i ristoranti ma per l’intera filiera alimentare, dai supermercati fino al consumo di alcolici.
Ma perché Blumenthal si fossilizza così tanto sui farmaci e così poco sulle care e vecchie diete ipocaloriche? Perché ricerche recenti indicano che nel Regno Unito circa il 7% degli adulti ha fatto uso di farmaci GLP-1 per la perdita di peso, pari a circa 3,6 milioni di persone. Una questione meramente numerica, dato che le persone che seguono diete dimagranti tradizionali sono ormai una rarità in Gran Bretagna.
Inoltre c’è una parte autobiografica: lo stesso Blumenthal assume uno di questi farmaci. «A volte, meno è davvero meglio», ha dichiarato lo chef, sottolineando come l’alimentazione consapevole possa estendersi sia all’alta cucina sia ai pasti quotidiani.
Il debutto della Mindful Experience coincide con il trentesimo anniversario del ristorante, aperto nel 1995 e salito rapidamente alla ribalta internazionale con piatti iconici della cucina molecolare. Tre stelle Michelin dal 2004 e miglior ristorante del mondo nel 2005, il Fat Duck continua a interpretare i cambiamenti culturali e gastronomici con nuove proposte pensate per il presente e per il futuro del fine dining.
È il giusto approccio alla dieta?
Il lancio della Mindful Experience solleva una riflessione più ampia sul rapporto tra dieta, salute e ristorazione. I farmaci per il dimagrimento stanno certamente ridefinendo il modo di vivere i pasti, ma la tavola resta un momento di convivialità e piacere. In questo senso, l’esperienza in un ristorante tre stelle Michelin non dovrebbe essere accompagnata da retropensieri sulle calorie o da sensi di colpa legati alla quantità di cibo.
L’idea di proporre porzioni calibrate mira a conciliare nuove esigenze nutrizionali con il valore simbolico e culturale del cibo, senza trasformare l’atto del mangiare in una pratica costrittiva. La degustazione al Fat Duck, anche in versione ridotta, resta dunque un’occasione di scoperta sensoriale, pensata per chi desidera un equilibrio tra benessere personale e piacere gastronomico.