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Rasmus Munk sta lavorando per trasformare, letteralmente, l’aria in cibo

Un consorzio internazionale sostenuto da Bill Gates punta a produrre proteine da anidride carbonica, con lo chef dell’Alchemist al centro della sperimentazione.

Entro due anni potrebbero arrivare i primi prototipi di alimenti prodotti da CO₂, grazie a un’iniziativa che coinvolge istituti di ricerca, imprese e il centro di innovazione alimentare Spora dello chef danese Rasmus Munk, patron dell’Alchemist di Copenaghen. L’obiettivo è ridurre l’impatto climatico e offrire una nuova fonte di proteine a basso consumo di risorse, con il potenziale di sfamare oltre un miliardo di persone. Il cuoco ha così commentato sul proprio profilo Facebook la notizia: «Sono estremamente orgoglioso e felice di dirvi che due delle più grandi fondazioni al mondo ci hanno scelto come partner nella seconda fase del progetto globale Acetate to Food, un’iniziativa innovativa finanziata dalla Fondazione Gates e dalla Fondazione Novo Nordisk. Spora, insieme a ricercatori e aziende di fama mondiale, lavorerà per trasformare la CO₂ in alimenti deliziosi e ricchi di proteine, con il potenziale di sfamare più di 1 miliardo di persone ogni anno senza gravare inutilmente sulle risorse della Terra! La missione di Spora è cambiare il mondo attraverso la gastronomia e credo fermamente che questo progetto abbia il potenziale per farlo. Un sentito ringraziamento alla Fondazione Gates e alla Fondazione Novo Nordisk per averci dato fiducia come partner in questa audace missione».

Come funziona la tecnologia

Rasmus Munk, noto per la sua cucina sperimentale, partecipa al progetto con Spora, laboratorio fondato nel 2023 per unire ricerca scientifica e creatività gastronomica. Il ruolo di Spora sarà quello di tradurre i risultati scientifici in piatti che abbiano coerenza culinaria, affinché la tecnologia non rimanga confinata al laboratorio ma trovi applicazioni concrete sulle tavole.

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Il processo che stanno studiando utilizza l’acetato derivato dall’anidride carbonica al posto dello zucchero tradizionalmente impiegato nella fermentazione. In questo modo i microrganismi producono proteine monocellulari e di precisione senza ricorrere a terreni agricoli o grandi quantità di acqua dolce. Si tratta di una tecnica che potrebbe ridurre la pressione sulle colture destinate a foraggiare gli allevamenti e sulle risorse naturali utilizzate per produrre zuccheri.

Il progetto, denominato “Acetate to Food”, è entrato nella seconda fase con un finanziamento di 21,7 milioni di euro, suddivisi tra la Novo Nordisk Foundation e la Bill & Melinda Gates Foundation. Le due istituzioni puntano a sostenere soluzioni che possano essere adottate anche nei paesi a basso e medio reddito, garantendo accessibilità e diffusione globale dei risultati.

I primi prototipi alimentari potrebbero essere testati dai consumatori entro il 2027. L’ambizione dichiarata è fornire alimenti proteici a basso impatto ambientale, destinati non soltanto ai mercati avanzati ma anche a comunità vulnerabili dove l’agricoltura convenzionale incontra limiti strutturali.

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