castagne-marroni-differenze-come-riconoscerli

Castagne e marroni non sono la stessa cosa

Due prodotti simbolo dell'autunno che spesso confondiamo tra loro ma che sono molto diversi.

Quando si parla di castagne, spesso si commette un errore comune: confonderle con i marroni. In realtà, pur appartenendo entrambi al genere Castanea sativa, i due frutti non sono affatto identici. A sancirne la distinzione non è solo la biologia, ma persino un Regio Decreto del 1939, che definisce in modo ufficiale le differenze tra castagne e marroni.

I simboli gastronomici dell’autunno italiano

Le castagne provengono dalle piante selvatiche, spesso spontanee, diffuse da secoli nei boschi dell’Appennino e delle Alpi. Per secoli hanno rappresentato una risorsa vitale per le popolazioni montane, tanto da essere chiamate “il pane dei poveri”: erano nutrimento quotidiano per chi non poteva permettersi cereali o prodotti di panificazione. Ricche di amidi e carboidrati, venivano consumate bollite, arrostite o ridotte in farina per la preparazione di polente, zuppe e dolci rustici. La loro importanza economica e culturale è tale che ancora oggi molte comunità italiane celebrano la “civiltà del castagno” come testimonianza di resilienza e ingegno contadino.

castagne-marroni-differenze

I marroni, invece, sono il frutto di un’evoluzione più recente e controllata. Derivano da cultivar selezionate attraverso innesti e potature che, nel tempo, hanno migliorato la qualità organolettica e l’aspetto del frutto. La differenza si percepisce subito: mentre un riccio di castagne può contenere fino a sette piccoli frutti, quello dei marroni ne racchiude di solito non più di tre, più grandi e regolari.

Anche la buccia è diversa: quella delle castagne è più scura e uniforme, mentre i marroni presentano un colore marrone chiaro con striature più evidenti, e una forma tondeggiante che ricorda vagamente un cuore.

Un altro tratto distintivo è la pellicina interna, quella membrana sottile che separa la polpa dalla buccia. Nelle castagne, questa pellicina penetra nelle scanalature del frutto, rendendo la sbucciatura più difficoltosa; nei marroni, invece, si stacca con maggiore facilità grazie a una superficie più liscia e omogenea. È anche per questo motivo che i marroni sono preferiti dall’industria dolciaria: più facili da lavorare e dal gusto più delicato e zuccherino, sono la base perfetta per i celebri marron glacés, ma anche per creme, puree e dessert raffinati.

Al palato, la differenza è ancor più evidente. Le castagne hanno un sapore più intenso, terroso e rustico, con note farinose che le rendono ideali per preparazioni semplici o tradizionali. I marroni, invece, si distinguono per la dolcezza più pronunciata e la consistenza compatta, perfetta per lavorazioni più complesse. La cucina contemporanea li utilizza spesso in accostamenti gourmet: nei risotti autunnali, nelle farce per carni bianche o come elemento dolce-salato in piatti di alta cucina.

Infine parliamo di soldi: imarroni sono più pregiati, e dunque più costosi, mentre le castagne restano il frutto popolare per eccellenza, protagonista delle caldarroste e delle sagre di paese. Ma entrambe raccontano la stessa storia di legame profondo con la terra e con le stagioni, un patrimonio che unisce l’Italia da nord a sud attraverso tradizioni, sapori e memorie.

Maggiori informazioni

Condividi

Facebook
Twitter
LinkedIn
Articoli
correlati