C’è un coraggio quasi romantico nel credere che, in un paese di poco più di tremila abitanti, si possa costruire un luogo capace di parlare al mondo intero. A Corchiano, nel cuore della Tuscia viterbese, Monia Achille ed Emanuele Isanti lo hanno fatto. Hanno deciso che la dolcezza potesse essere anche cultura, viaggio, racconto, e che un tè servito alla giusta temperatura potesse dire molto più di mille parole.
Isanti non è una pasticceria come le altre: è un microcosmo di idee, un laboratorio dove il gesto artigianale incontra la curiosità intellettuale, dove la farina dialoga con il cacao e il tè diventa linguaggio. Dentro, si respira un’aria che sa di burro e di nocciole tostate, ma anche di infusi, spezie e mondi lontani. È un luogo che sembra uscito da certe atmosfere sospese di Twin Peaks, quando il profumo del caffè riempiva l’aria e il tempo rallentava. La follia, del resto, è l’unica forma di lucidità possibile per chi sceglie di restare in provincia e continuare a credere nella qualità assoluta. Corchiano non è Roma, né Milano, eppure è proprio qui che Isanti ha costruito un’identità forte, riconosciuta e premiata.
Alla scoperta di Monia Achille e della pasticceria Isanti
Monia Achille, maestra pasticciera e docente di alcune prestigiose scuole, ha vinto medaglie d’oro agli International Chocolate Awards con la sua “Mè”, una crema densa al 70% di nocciola romana. «Non è una spalmabile tradizionale – racconta – è più simile a un cremino, si scioglie solo in bocca». È stata la prima volta nella storia che un prodotto fatto con la nocciola romana ha raggiunto questo tipo di risultato, ingrediente troppo spesso bistrattato a favore di lidi più prestigiosi, almeno su carta, come Alba o Giffoni.

È in questo dialogo fra il local e il mondo che si colloca l’idea più sorprendente di Isanti: la sala da tè. Un’idea apparentemente folle: «All’inizio – ricorda Monia – molti ci dicevano che non avrebbe funzionato. Ma le persone si sono incuriosite, poi sono tornate. Ho scoperto che gli appassionati di tè sono molti più di quanto immaginassi, anche da Roma e da fuori provincia arrivano a Corchiano».
Oggi la sala da tè di Isanti è un piccola biblioteca del prodotto, dove si possono scegliere oltre trenta varietà provenienti dai giardini più vocati del mondo: dai tè neri corposi ai verdi freschi, dai bianchi eterei ai rari Pu’er, fino agli oolong dal profumo di orchidea. Ogni infusione è eseguita con precisione quasi cerimoniale: tempi, temperature, porcellane, bicchieri, tazze coerenti con il rito. Su prenotazione si può vivere l’esperienza del tè all’inglese – con scones, shortbread, marmellate e sandwich serviti come a Londra – oppure quella marocchina, dove il tè alla menta nana incontra dolcetti orientali, frutta secca e datteri.
Quello che accade da Isanti è una forma di educazione al gusto, ma anche un esercizio di empatia culturale. Bere un tè qui è un modo per fermarsi, per riconnettersi ai propri sensi, per ascoltare e lasciarsi guidare dai profumi. L’abbinamento con la pasticceria è pensato come un dialogo: biscotti al burro e dolci speziati si alternano a piccole creazioni di cioccolato, torte da forno, praline con tè marocchino o liquore guatemalteco. Ogni dettaglio racconta una ricerca continua, mai compiaciuta.

Eppure, dietro la compostezza elegante di questa pasticceria, resta una scintilla di follia. Aprire una sala da tè a Corchiano – tre strade, un campanile e una piazza dove il tempo scorre ancora con calma e in assoluto silenzio – significa andare controcorrente, rifiutare l’omologazione dei centri urbani, scommettere sull’intelligenza di chi entra. Monia ed Emanuele lo sanno bene. Il loro progetto è cominciato nel 2002 con un forno di famiglia, poi cresciuto fino a diventare la pasticceria. Lavorano insieme, condividendo la visione di un luogo non scontato perché tutto questo accade in un comune che non raggiunge i quattromila abitanti.
Gli ingredienti sono scelti con grande cura con un occhio al food cost e uno alla selezione. La nocciola romana, le castagne di stagione, l’olio extravergine d’oliva usato al posto del burro per creare dolci naturalmente senza lattosio: ogni scelta è una dichiarazione d’amore per il territorio, ma anche un modo di guardare avanti. È questa la modernità di Isanti: saper coniugare radici e visione, sapori locali e tecniche globali, passato e futuro.
Da un annetto a questa parte, la sala da tè è entrata a pieno titolo tra le esperienze più ricercate del Lazio. I clienti arrivano anche da Roma, attratti da quel mix di eleganza discreta e calore familiare che solo i luoghi autentici sanno offrire. L’autunno, qui, ha il profumo delle nocciole appena tostate, del cioccolato che fonde piano e del vapore che sale da una tazza di tè nero di Ceylon.