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Crisi del vino, anche la Francia estirpa i vigneti

Il piano del governo prevede nuovi aiuti, sgravi e distillazione di crisi per affrontare cali di domanda, cambiamenti climatici e squilibri produttivi.

Il governo francese ha annunciato un pacchetto da 130 milioni di euro per finanziare l’estirpazione definitiva di vigneti, accompagnato da sgravi contributivi e prestiti agevolati per provare a stabilizzare un settore vitivinicolo fortemente sotto pressione. Le misure mirano a riequilibrare l’offerta rispetto alla domanda e a sostenere le aziende agricole più fragili.

Come funziona il processo di estirpazione dei vigneti in Francia

Durante il salone professionale SITEVI a Montpellier, la Annie Genevard, ministro dell’Agricoltura francese, ha presentato il piano statale per uscire dalla crisi della filiera vitivinicola. La decisione è motivata da una congiuntura sfavorevole caratterizzata da perduranti cali di consumo, ripetuti danni dovuti ai cambiamenti climatici e tensioni geopolitiche che pesano sulle esportazioni.

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Il meccanismo principale prevede un contributo diretto per agricoltori e cooperative che accettano di rimuovere definitivamente i vigneti: la dotazione di 130 milioni di euro dovrebbe coprire un’estirpazione su scala significativa, stimata per decine di migliaia di ettari. Secondo il governo, si tratta di un passo necessario per ripristinare la redditività delle aziende nelle aree più vulnerabili e riequilibrare la produzione rispetto a una domanda in calo.

Accanto a questo intervento, il piano prevede l’estensione al 2026 dei prestiti strutturali garantiti fino al 70% e una revisione dei criteri di accesso, con apertura anche alle cooperative. Sono inoltre confermati sgravi sulle contribuzioni sociali, con un primo stanziamento di 5 milioni di euro già erogato nelle ultime settimane e un’ulteriore dotazione prevista per l’anno successivo.

Un ulteriore fronte di intervento riguarda la gestione degli stock invenduti: il governo ha richiesto all’Unione Europea di attivare la riserva crisi comunitaria per finanziare la “distillazione di crisi”, ossia la trasformazione dell’eccedenza in prodotti non commercializzabili come vino, con l’obiettivo di alleggerire l’offerta e preservare i prezzi.

Il quadro descritto dal ministero definisce una crisi strutturale, legata non solo a fattori contingenti, ma a cambiamenti profondi nei consumi, nelle condizioni climatiche e nella competitività internazionale. Genevard ha sottolineato che lo stanziamento e le misure previste non rappresentano una soluzione temporanea, ma un tentativo di fornire alla viticoltura francese «un futuro sostenibile», adattando le politiche alle realtà locali e puntando su un’azione coordinata anche a livello europeo.

Per l’industria vinicola italiana e internazionale l’evoluzione francese rappresenta un monito: la combinazione di calo dei consumi, cambiamenti climatici e instabilità dei mercati può alterare profondamente strutture produttive consolidate. Le prossime stagioni saranno decisive per capire se altri Paesi adotteranno misure analoghe o cercheranno strade alternative per garantire la sostenibilità della viticoltura.

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