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Alta fedeltà

Al Bar Shiru di Oakland, in California, è la musica, non le chiacchiere dei clienti, a farla da padrona.

cocktail alta fedeltà

Ciò che più mi infastidisce dei bar è che troppo spesso disattendono le nostre aspettative. I bar di quartiere ci impongono di socializzare davanti a piattini di nachos e in mezzo al casino, mentre i wine bar ci costringono a spendere cifre considerevoli per bottiglie di cui spesso fatichiamo perfino a pronunciare il nome. Provate a entrare invece in un “bar d’ascolto”, o hi-fi bar: qui potrete godervi un cocktail in santa pace, seduti, in silenzio, senza dovervi preoccupare d’altro. Durante un viaggio in Giappone nel 2015, Daniel Gahr e Shirin Raza del Bar Shiru di Oakland, in California, sono rimasti ammaliati da una serie di locali caratterizzati da sistemi di ascolto ad alta fedeltà e menù invitanti. «Ci siamo stupiti del fatto che da noi non esistesse nulla di simile», racconta Gahr.

Lo scorso febbraio la coppia ha aperto Bar Shiru, dove 70 pannelli acustici inseriti tra soffitto e pareti producono un suono di altissima qualità. Perfino le fotografie di Billie Holiday e Nina Simone sono stampate su una tela studiata appositamente per migliorare l’acustica dell’ambiente. Come prevedibile, una certa atmosfera retrò è alla base delle loro scelte musicali. «Siamo specializzati in musica jazz di ogni epoca e genere», dice Gahr. La maggior parte dei clienti si ferma ad ascoltare almeno uno o due album, mentre sorseggia versioni rispettosamente aggiornate dei cocktail classici proposti dal bar come ad esempio il tradizionale Paloma, a cui sono aggiunti sale marino e succo di pompelmo rosso. Bar Shiru non è l’unico del suo genere negli Stati Uniti, oggi. A Chicago, potete provare Dorian’s; a New York, andate da Public Records o da Tokyo Record Bar. «Nella maggior parte dei locali, la musica è solo sottofondo, come un tappeto sonoro», dice Gahr. «Ma, in realtà, negozi di dischi e bar sono i posti migliori dove cogliere la vera essenza di un luogo».

La ricetta del cocktail:

foto di Victor Protasio