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La baguette è in crisi e in Francia non sanno che fare

Il pane più iconico d'Oltralpe, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio immateriale, affronta un calo storico dei consumi.

La baguette è uno dei simboli più riconosciuti della Francia. Patrimonio immateriale dell’umanità dal 2022, rappresenta un emblema nazionale tanto quanto la Torre Eiffel o il vino di Bordeaux. Ma, secondo un articolo dalla CNN, questo pilastro della cultura gastronomica francese sta attraversando una crisi profonda.

Nonostante il riconoscimento internazionale e il forte legame identitario che unisce i francesi al loro pane quotidiano, il consumo della baguette è in costante declino. Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, un cittadino francese medio ne consumava circa 700 grammi al giorno. Oggi la quantità si è ridotta a meno di 100 grammi.

Dominique Anract, presidente della Confederazione nazionale delle panetterie e pasticcerie francesi, ha spiegato che questo calo non è episodico, ma il risultato di un cambiamento strutturale delle abitudini alimentari.

Nuove abitudini e un diverso rapporto con il pane

Il pane non è più al centro della tavola come un tempo. L’evoluzione degli stili di vita ha portato con sé pasti più veloci, spesso consumati fuori casa, e una crescente diffusione di modelli alimentari più salutari. Le nuove generazioni, in particolare, tendono a preferire snack confezionati o prodotti da forno industriali rispetto alla baguette artigianale, considerata meno pratica o meno “moderna”.

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La globalizzazione gastronomica e il marketing aggressivo dei prodotti pronti hanno modificato il rapporto quotidiano con il pane. La baguette, simbolo della convivialità e della pausa pranzo, deve oggi confrontarsi con un mercato che privilegia la praticità rispetto al rituale del fornaio di quartiere.

Alla trasformazione culturale si aggiungono motivazioni economiche. L’aumento dei costi energetici, delle materie prime e delle farine ha inciso fortemente sul prezzo del pane. Il risultato è una maggiore concorrenza da parte dei prodotti industriali a basso costo, come il pane confezionato e pretagliato, che negli ultimi anni ha conquistato una quota di mercato crescente.

Un altro tema centrale è lo spreco alimentare. Secondo dati riportati dalla CNN, circa sei francesi su dieci gettano via del pane ogni giorno. La baguette, lunga tra i 55 e i 65 centimetri, spesso non viene consumata interamente. Alcuni fornai propongono oggi versioni più corte o mini, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e rendere il prodotto più sostenibile.

L’ascesa delle neoboulangeries e la trasformazione del mercato

Un altro fattore rilevante è la diffusione delle cosiddette neoboulangeries, panetterie contemporanee che propongono pani con farine alternative, fermentazioni naturali e lunghe lievitazioni. Queste realtà, pur valorizzando la panificazione artigianale, stanno gradualmente riducendo la presenza della tradizionale baguette, considerata da alcuni poco nutriente e causa di sprechi.

In alcuni casi, i panificatori hanno deciso di eliminarla dalle loro produzioni, sostituendola con pani integrali, multicereali o senza glutine. Una scelta che alimenta un dibattito interno tra chi difende la tradizione e chi, invece, punta su innovazione e sostenibilità.

Nonostante il calo dei consumi, la baguette non è destinata a scomparire. Molti panificatori ritengono che questo momento rappresenti piuttosto un punto di svolta. In tutta la Francia si sperimentano nuovi formati e ricette, come la baguette-sandwich, farcita e pensata per i pranzi veloci, oggi tra le varianti più richieste.

La sfida è quella di adattare un simbolo nazionale a una società che cambia, senza snaturarne l’identità. Tra la tradizione della boulangerie e l’innovazione delle nuove panetterie, la baguette cerca un nuovo equilibrio: meno rituale quotidiano, più prodotto da riscoprire con consapevolezza. Come scrive la CNN, «la baguette non è sull’orlo dell’estinzione, ma ha bisogno di reinventarsi». Una sfida che riguarda non solo la Francia, ma anche la difesa di un patrimonio gastronomico che parla di identità, tempo e tradizione.

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