Dopo aver visto espropriare i propri terreni in Tunisia dal colpo di stato nel 1964 dell’allora presidente Habib Bourguiba, la famiglia Pandolfo ha costruito la propria fortuna nel basso Lazio, nei pressi di Terracina, dove nel 1968 furono impiantate le prime barbatelle di uva. Un momento che ha segnato la storia dell’azienda, come testimoniano i cento ettari vitati coltivati oggi con passione e dedizione da Gabriele Pandolfo e dal figlio Andrea, il quale si occupa anche di supervisionare l’intera produzione vinicola a base di varietà autoctone tra cui il Sangiovese, il Trebbiano e il Moscato di Terracina. Quest’ultimo è allevato nella zona di Campo Soriano, in uno dei pochi vigneti carsici presenti in Italia. Qui la vite si arrampica sulle rocce in un terreno argilloso e ostile all’uomo, dove è possibile solamente una viticoltura eroica per poter vinificare i quattordici ettari a disposizione: oltre al Moscato – da cui nasce l’Hum, un cru intrigante che esalta le caratteristiche organolettiche del vitigno –, si trovano l’Aleatico e il Cesanese, con vigne che arrivano fino agli ottant’anni di età. La perseveranza dei Pandolfo nel produrre un ottimo vino laziale viene accompagnata nel 2021 da una nuova avventura, quella dell’Agriturismo Seguire le Botti. Il progetto, voluto fortemente da Andrea Pandolfo, si concretizza in una struttura ricettiva con cinque camere da letto e un ristorante gourmet guidato dallo chef partenopeo Pasquale Minciguerra. Aperto tutto l’anno, l’agriturismo propone piatti che raccontano il territorio regionale tramite una fitta rete di casari, contadini, allevatori e molitori che permettono al cuoco di creare ricette con ingredienti esclusiva- mente locali, come il lombetto e pancetta di maialino nero servito con una gustosa variazione di zucchine. Ma il contributo arriva in primis dalla cantina che in loco alleva galline ovaiole, anatre e produce un olio extravergine da varietà Itrana – protagonista nei primi atti del servizio insieme al pane e la focaccia realizzati da Alessandro Guratti – e il miele, da assaggiare con i soffici lievitati previsti per la colazione.
Da provare
Per affinare l’esperienza culinaria di Seguire le Botti, il consiglio è di cimentarsi nel percorso degustazione “Divertiamoci” che in otto portate illustra il pensiero gastronomico di Minciguerra. Un esempio? Il “coniglio in quattro mosse” declinato in diverse forme e consistenze.
Da portare a casa
Vermentino 253 giorni
Novità del 2024, il nome omaggia Sabaudia e i giorni che ci sono voluti per costruire la città.
Il terreno sabbioso e gli umori del mare limitrofo conferiscono al Vermentino note sapide e minerali, che ricordano una fresca giornata primaverile.