Cocomero and friends

Cocomero & Friends, un libro di ricette per aiutare Gaza

È uscito il secondo ebook realizzato per sostenere i civili palestinesi. Un gesto concreto per aiutare, mentre nella Striscia di Gaza il cibo scarseggia sempre di più.

L’anguria è il frutto dell’estate. Lo è da sempre ma quest’anno anche di più: come abbiamo imparato negli ultimi due anni (per chi era attento al tema, anche prima) il cocomero viene spesso usato per menzionare “indirettamente” la Palestina e il movimento di protesta contro l’occupazione e l’invasione da parte di Israele, visto che riporta i colori della bandiera – verde, rosso, bianco, nero – che le autorità israeliane impediscono di esporre.

Così, proprio il cocomero dà il nome a un progetto di volontariato nato nella primavera 2024 da un gruppo di foodblogger – coordinato dalle food content creator Cristina Mauri, Anna Panna, Sasha Carnevali, Gigi Passera e Silvia de Martino – con lo scopo di raccogliere fondi per la popolazione civile palestinese dopo l’ottobre 2023, che trova nel cibo la sua linea guida.

Certo, è dura anche solo pensare di cucinare e mangiare in compagnia in questo momento in cui proprio il cibo viene usato come arma e tutta la popolazione della Striscia di Gaza è ormai sulla soglia del livello 5 (il più pericoloso, e difficilmente reversibile) nella scala dell’insicurezza alimentare IPC, o Integrated food security Phase Classification. Ma le finalità, che mettono insieme il tenere alta l’attenzione e la raccolta fondi a favore di famiglie palestinesi, una parrocchia e due onlus italiane attentamente vagliate per controllarne l’identità e le attività dentro la Striscia, meritano ogni possibile sforzo.

Il nuovo ebook: Cocomero & Friends – ricette e voci per la Palestina

A ottobre 2024 era già uscito il primo ebook di ricette, intitolato Cocomero – ricette di ispirazione levantina per la pace. Adesso, allargando il gruppo di lavoro anche a cuochi professionisti e chef, è nato Cocomero & Friends – ricette e voci per la Palestina.

Contiene 59 ricette plant-based (a sottolineare una scelta totalmente priva di violenza) fornite da food creator spesso con grandissimo seguito, giornalisti gastronomici e nomi noti della ristorazione italiana e non solo, e anche di altri ambiti. Oltre alle fondatrici, tra i primi figurano Giulia Scarpaleggia, Irene Volpe, Emiko Davis, Mariachiara Montera, Hanissa Elou, Saghar Setareh, Myriam Sabolla, Sara Porro, Sofia Fabiani (@cucinarestanca), Silvia Chiarantini (@popcuisine), il tedesco Julius Fiedler (@hermann) e molti altri, mentre tra i secondi ritroviamo Chiara Pavan, Sarah Cicolini, Francesca Barreca e Marco Baccanelli, Antonella Ricci e Vinod Sookar, Aurora Zancanaro, Masha e Luca del Ristorante Sementis, oltre allo chef palestinese Sami Tamimi e Mariano Gallo (aka Priscilla, drag queen attivista).

Le ricette, non per forza ispirate ai sapori levantini ma spesso accompagnate da pensieri, ricordi e riflessioni che le legano in qualche modo alla situazione attuale – qualcosa che non avremmo mai pensato di vivere, o rivivere – vanno dalla focaccia di verdure di Gigi Passera battezzata “Se questo è un fiore” alla torta CioccoPanna di Anna Panna, dagli Spiedini di verdure di Chiara Pavan alla Lattuga romana arrosto agropiccante dagli chef patron romani di Mazzo, conosciuti anche come The Fooders.

Ma ci sono anche 17 scritti originali tra testimonianze, saggi e articoli firmati da giornalisti e civili italiani e palestinesi, che costituiscono parte attiva e fondante del progetto nonostante le condizioni attuali: si va dagli approfondimenti a tema gastronomico, come il racconto delle spezie palestinesi di Silvia Chiarantini, alle testimonianze dirette di chi vive l’occupazione, come il giornalista Ali Nayef Abu Armana o la (ex) foodblogger Fatima Sameer Abu Daken.

Sasha Carnevali, ex-giornalista e oggi eco-food blogger e artefice del progetto Branding Felice, tra le animatrici di Cocomero & Friends, condivide anche le difficoltà del voler aiutare direttamente le famiglie e le persone nella Striscia: un percorso a ostacoli fatto di impedimenti legali, lungaggini burocratiche e la mancanza di un sistema bancario in Palestina, smantellato da quasi due anni di guerra.

E poi ci sono anche 13 art work tra illustrazioni, fumetti e poster, firmate da nomi come Luchadora e Madonna Freeda, mentre la copertina – che raffigura una famiglia palestinese raccolta serena attorno a un tavolo, in segno di speranza – è dell’illustratrice Reem Alsayed, autrice anche di molte opere per il progetto Flyers for Falastin.

Come partecipare alla raccolta fondi

Entrambi gli ebook si possono acquistare online sul sito dedicato, senza ritenzione di dati sensibili, con una donazione diretta su una o più campagne GoFundMe selezionate e indicate dal progetto, con cui le volontarie hanno rapporti quotidiani fin dai primi tempi dell’invasione israeliana. La donazione minima richiesta e di 5 euro, ma in molti scelgono di donare somme maggiori (fino a 300 euro) per un totale stimato – non avendo il controllo sulle donazioni dirette – di oltre 50mila euro. Le creatrici di Cocomero lavorano su base volontaria e si autotassano per le spese di gestione del sito, già molto facilitate da Premiate Edizioni, che mette a disposizione dominio, server e assistenza tecnica.

Ogni famiglia e associazione sceglie come impiegare i propri fondi per le necessità più impellenti, mentre qualcuno è riuscito così a uscire da Gaza: oggi è però praticamente impossibile, e il cibo scarseggia drammaticamente. Quel poco che c’è ha raggiunto prezzi altissimi, e inaccessibili per molti. Un motivo in più per sostenere il progetto e dunque chi sta vivendo il dramma dell’occupazione e della fame.

Maggiori informazioni

Nella foto: Risotto e pomodoro, foto di Cristina Mauri della ricetta pubblicata sull’ebook

 

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