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Le Eliche di Gragnano con totani rossi di Praiano alla “Luciana” di Cristoforo Trapani al Ristorante Belvedere del Belmond Hotel Caruso, Ravello (ph. Alessandra Farinelli).

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Costiera, firmamento in movimento

Mentre il turismo sta ripartendo con grande slancio, si moltiplicano i nuovi investimenti dell'hôtellerie italiana: dall’arrivo di Cristoforo Trapani al Belmond Hotel Caruso di Ravello ad Andrea Aprea che firma il menu de Il Faro di Capo d’Orso, ma anche Gennaro Esposito alla guida della brigata del ristorante del più antico albergo di Capri.

Un bicchiere di limonata fresca, raffinate composizioni floreali, saluti calorosi e una vista che si apre sull’azzurro intenso che dal mare sfuma nel cielo. È questo il benvenuto al Belmond Hotel Caruso di Ravello, ospitato in quello che fu l’antico Palazzo Camera d’afflitto, trasformato in albergo – la Pensione Belvedere – nel 1893 da Pantaleone Caruso e divenuto nel corso dei secoli alloggio d’elezione di tanti visitatori d’élite, attirati dalle bellezze della Costiera Amalfitana e dal fascino della cittadina arroccata che mette insieme vedute impareggiabili, giardini esoterici, cenacoli culturali, romanticismo e musica (nella vicina Villa Rufolo si tiene ogni anno il Ravello Festival). L’incanto del Caruso prosegue nelle stanze lussuose ma ravvivate da maioliche e colori mediterranei, nella infinity pool panoramica che sembra gareggiare con la celebre “terrazza dell’infinito” di Villa Cimbrone, nei pergolati di glicine e tra gli alberi d’agrumi. Ma anche nei piatti del ristorante gourmet Belvedere, dove a inaugurare la stagione 2022 è arrivato l’executive chef Cristoforo Trapani, che supervisiona tutta la proposta gastronomica dell’hotel affiancato da una brigata di 24 cuochi e 4 pasticceri (tra cui lo chef di cucina Antonio Grazioli, il sous chef Luca Cerrone e il pastry chef Vincenzo Virno che cura anche l’ottima boulangerie): dalla sontuosa prima colazione alla cucina informale del Pool Grill (tra scialatielli, pesce alla griglia, pizza cotta al forno a legna e un godurioso Club Sandwich), dai deliziosi assaggi che accompagnano i drink al bancone del Bar Caruso alle cene-abbinamento del Krug Table, in un romantico giardino.

Originario di Piano di Sorrento, Trapani si era fatto notare da Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia prima di trasferirsi in Versilia conquistando la stella Michelin al Magnolia dell’Hotel Byron e il cuore della compagna Giulietta; ma alle spalle aveva già un curriculum di spessore – tra i suoi maestri anche Beck, Colagreco e soprattutto Scabin – infoltito con successive esperienze durante le chiusure stagionali, a cominciare da quella con Yannick Alléno. Quando però è arrivata la chiamata di Belmond non ha avuto esitazioni, e non solo per la nostalgia di casa: «Per me lavorare al Caruso rappresenta l’occasione di perseguire i miei obiettivi di crescita. Entrare a far parte del mondo Belmond, soprattutto con monsieur Arnault (il magnate francese di Lvmh, che ha acquisito il gruppo nel 2018, ndr), vuol dire non solo lusso ma anche una visione gastronomica». Conferma Alfonso Pacifico, general manager che ha dato nuovo impulso culinario dell’hotel in piena sintonia con le direttive del gruppo: «L’obiettivo è quello di dedicare sempre maggiore attenzione al territorio e ai suoi prodotti, rendendoli protagonisti del fine dining. E nessuno, tra gli chef che abbiamo contattato, ha saputo interpretarli meglio di Cristoforo: i suoi piatti sono perfetti per essere serviti sulla terrazza più bella di Ravello, con il panorama unico del Belvedere». Così, il ristorante gourmet dell’hotel si presenta completamente rinnovato, dalla copertura dei tavoli affacciati sulle terrazze sottostanti e sul mare al tovagliato di lino bianco, dalle raffinate posate d’argento Christofle alle evocative sculture dell’artista praianese Paolo Sandulli, volti femminili con capelli di spugna marina realizzati in formati ad hoc per completare la mise en place. E, soprattutto, con un menu che attinge dal mare e dagli orti locali, dai rigogliosi limoneti e dai casari dei Monti Lattari.

Parlano decisamente campano i due percorsi degustazioneQuattro portate per conoscerci e Spirito Libero, più una proposta dedicata ai vegetali – ma fuori dai cliché, capaci di colpire dritti al palato e alla pancia. Così, se la “Carota colorata” alla scapece con terra di buccia di carote e patate è un divertente e riuscito rimando zero waste all’ortaggio di cui riprende le forme, L’Oro di Montoro (pane, cipolla di Montoro, erbe di campo, tartufo nero e foglia d’oro) è un delizioso boccone che unisce “miseria e nobiltà”. È un perfetto racconto gastronomico della Costiera lo Spaghettone con pomodorini gialli del piennolo, gamberi rossi di Praiano, cotenna di maiale soffiata, stracciatella di bufala e limone Costa d’Amalfi. Non sono da meno le eliche di Gragnano con totani rossi di Praiano alla “Luciana”, rucola, verdure di stagione e limone né il rombo chiodato alla mugnaia con asparagi di mare e bottarga di tonno rosso di Cetara. Mentre l’elegante dessert Il Limone 2.0 racchiude tutta l’intensità e la freschezza dell’agrume.

L’arrivo di Trapani è solo uno dei movimenti stellati che hanno scosso il panorama gastronomico della Costiera Amalfitana: nella vicina Maiori, al Faro di Capo d’Orso – romantico e panoramicissimo ristorante affiancato dal relais Tenuta Solomita – il nuovo menu è firmato da Andrea Aprea, chef campano di stanza a Milano (dove, dopo le due stelle Michelin al Vun, sta per aprire il ristorante che porta il suo nome alla Fondazione Luigi Rovati), e affidato alla presenza costante di Salvatore Pacifico mentre in sala ci sono il patron Pio Ferrara e suo figlio Bonny, nome di punta della giovane sommellerie italiana. Lo chef porta qui la sua cucina contemporanea che – snodandosi tra i tre percorsi degustazione Tradizione in progresso, Sapori D’A-mare e Contemporaneità e le proposte alla carta – unisce rigore, memoria e ricerca in piatti incisivi ed eleganti come il Tortello con ricotta dei monti Lattari e doppia concentrazione di ragù napoletano. Mentre al Monastero Santa Rosa Hotel&Spa, altra bellissima struttura sospesa tra cielo e mare a Conca dei Marini, è Alfonso Crescenzo – già allo stellato Maxi dell’hotel Capo La Gala di Vico Equense, ora guidato da Edoardo Estatico – a raccogliere il testimone del tedesco Christoph Bob, spostatosi al Bistrot Quartuccio aperto nel rinnovato Gran Caffè Napoli di Castellammare di Stabia con lo zampino del pastaio gragnanese Giuseppe Di Martino. Intanto, dall’altro lato del Golfo, prende il via la nuova avventura di Gennaro Esposito – sempre alla guida de La Torre del Saracino a Seiano – da Gennaro’s, il ristorante dell’hotel caprese La Palma, l’albergo più antico dell’isola oggi parte della Oetker Collection.

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Foto di copertina: ph. Alessandra Farinelli

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