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La crisi del vino si ripercuote nella vendita delle botti

L’incertezza dei mercati internazionali e il cambiamento dei consumi pesano sulla filiera del vino

La crisi che attraversa il settore del vino coinvolge anche le barrique francesi. Secondo i dati della Fédération des Tonneliers de France, nell’ultimo anno le vendite sono diminuite del 15%, con un calo più marcato sul mercato interno. A incidere sono l’aumento del prezzo del rovere, le difficoltà climatiche e produttive, la contrazione dei consumi e l’incertezza sui mercati internazionali.

Crisi delle barrique: vendite in calo e prezzi del rovere in forte crescita

La barrique, simbolo dell’affinamento enologico e dell’artigianato francese, risente della fase critica che interessa il comparto vitivinicolo globale. Il report della evidenzia una contrazione pari a 543.817 barili, con un fatturato di 515,9 milioni di euro (-9,5% rispetto all’anno precedente).

Il calo si concentra soprattutto sul mercato interno, che perde il 16,8% in volume, mentre le esportazioni mostrano una riduzione più contenuta (-5,9%). La Francia resta il principale sbocco commerciale con il 34% dei volumi, seguita dagli Stati Uniti con il 30%, mercato strategico ma soggetto a oscillazioni legate ai dazi. Più distanziati Spagna (8,2%), Italia (6,3%) e Australia (4,3%). Complessivamente, Europa e Americhe generano quasi il 90% del giro d’affari.

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Alla base della diminuzione pesano diversi fattori concomitanti. Negli ultimi due anni il prezzo del rovere francese è aumentato di circa il 50%, spinto dalla domanda internazionale, in particolare dall’industria dell’arredo di lusso e dai mercati asiatici. A ciò si sommano i danni causati da eventi climatici estremi – gelate tardive, grandinate e siccità – che hanno ridotto le rese dei vigneti, e la crescente contrazione dei consumi di vino, soprattutto in Europa.

L’impatto della crisi si riflette anche sull’occupazione: la filiera delle barrique, che coinvolge tra le 3.000 e le 3.500 persone, ha registrato una riduzione dei turni e della produzione. Il comparto dei grandi contenitori, con 1.613 unità vendute per un valore di 34,2 milioni di euro, ha segnato un calo del 20,1% in volume e del 4,4% in valore.

Il settore non è nuovo a fasi cicliche di difficoltà. Come ricordato dal vicepresidente della Ftf, Nicolas Tiquet-Lavandier, episodi simili si erano già verificati con la crisi finanziaria del 2008 e con quella asiatica degli anni Novanta. La presidente Magdeleine Allaume sottolinea tuttavia che l’artigianato dei bottai francesi continua a investire in ricerca, sostenibilità e innovazione, mantenendo un ruolo centrale nella filiera vinicola internazionale.

Le prospettive per il 2025-2026 restano segnate dall’incertezza commerciale. Negli Stati Uniti, dopo gli annunci iniziali di dazi fino al 200% ridimensionati al 15%, molti operatori hanno rinviato gli ordini in attesa di maggiore chiarezza. In Europa prevale un atteggiamento prudente, influenzato da costi crescenti e dinamiche di mercato ancora instabili.

Secondo la Fédération, le difficoltà attuali non intaccano il riconoscimento globale della qualità del legno francese né il valore del savoir-faire dei bottai. La sfida è adattare il settore a uno scenario internazionale sempre più volatile, ma dove la barrique resta un elemento identitario dell’enologia mondiale.

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Foto da Shutterstock

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