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Uovo di Pasqua

Crisi del cacao: soluzioni tech e plant-based

Dall'uovo di carruba al guscio di cioccolato tracciato con la blockchain: come due start-up stanno affrontando le sfide che minacciano l'intera filiera produttiva dei Paesi produttori, tra clima e geopolitica.

Con la Pasqua alle porte, il cioccolato raggiunge picchi di consumo altissimi tra uova e colombe. Secondo un’analisi condotto da Glovo nel 2023, sulla piattaforma della società di delivery spagnola sono state acquistate un totale di 2.500 uova e ben 1.180 grandi lievitati pasquali, e tra le varianti più richieste vengono menzionate proprio quelle a base di cioccolato, da quello di Modica o al bianco. Al di là di questi numeri, bisogna sottolineare che le crisi climatiche e geopolitiche, soprattutto nei Paesi con la maggior presenza di piantagioni di cacao, come Ghana e Costa d’Avorio (che insieme costituiscono il 60% della produzione mondiale) stanno influenzando negativamente il mercato di riferimento.

In queste zone a causa dell’aumento delle temperature e una conseguente riduzione delle precipitazioni, a cui si unisce il problema logistico dei trasporti dovuto all’aumento dei costi dell’energia, il prezzo del cacao è salito del 40%, con un costo al dettaglio pari al 15% in più rispetto agli anni precedenti. Ad aggrevare questo quadro, ci sono poi considerazioni sociali che fanno riferimento al crescente aumento del lavoro minorile, con 1,5 milioni di bambini sfruttati all’interno delle piantagioni.

Nuovi orizzonti

Per cercare di invertire il trend negativo della filiera produttiva e dell’approvvigionamento delle risorse del cacao, in Italia si sono sviluppate due start-up selezionate da FoodSeed, programma di “accelerazione” dedicato alle giovani aziende nel nostro territorio con ambizioni globali nel campo dell’AgriFoodtech, sostenute da partner investitori come UniCredit e Eatable Adventures. Per scoprire la prima azienda bisogna recarsi in Puglia, dove Foreverland ha creato il Freecao. La particolarità? Non si tratta di cioccolato. Questo prodotto è in realtà realizzato con la carruba, frutto tipico dell’area mediterranea che per le sue proprietà nutrizionali è considerato un superfood. Sfruttando le sue caratteristiche per il 2024 hanno realizzato il primo uovo di Pasqua completamente plant-based con aggiunta di nocciole, ma senza lattosio né glutine. Oltre alla minore quantità di zucchero, questa alternativa garantisce una riduzione del consumo di acqua del 90% e un taglio alle emissioni di anidride carbonica dell’80%.

Un’altra interessante storia è quella di Trusty, piattaforma che fa base in Abruzzo e agisce sulla digitalizzazione delle infrastrutture utilizzate dalle filiere agroalimentari, per rendere più trasparenti i processi. Collaborando con diversi Paesi tropicali, fornisce strumenti e consulenze per tutti gli attori coinvolti nella produzione del cacao, dagli agricoltori alle industrie. In occasione della Pasqua, la start-up grazie a un accordo con la nota pasticcera Loretta Fanella – ha alle spalle diverse esperienze nelle cucine di Cracco, di El Bulli e all’Enoteca Pinchiorri –, ha ideato il primo uovo di cioccolato tracciato con tecnologia blockchain: basta scansionare il Qr-code presente in etichetta per conoscere l’origine sostenibile di questo goloso guscio.

«Il cacao riveste un’importanza fondamentale sia in campo gastronomico che nell’economia dei Paesi europei. Tuttavia, è evidente la necessità di ridefinire il futuro dell’intera filiera che oggi è tra le più insostenibili a livello mondiale – dichiara Alberto Barbari, vice-presidente regionale Italia di Eatable Adventures –. Con Foreverland e Trusty ci stiamo muovendo verso una direzione più etica, sostenibile e innovativa, aiutando le aziende dolciarie ad affrontare le nuove importanti sfide della catena di produzione del cioccolato all’insegna dell’open innovation».

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