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Moon Asian Bar Hotel Valadier

Da Moon Asian Bar a mezzanotte si mangiano gyoza

In cima al centralissimo Hotel Valadier ha aperto un format di cucina e miscelazione fusion che dopocena propone un menu dedicato ai famosi ravioli giapponesi, ma solo per un'ora.

All’estero, soprattutto nei Paesi del Nord Europa come Inghilterra o Danimarca, cenare presto è un’abitudine consolidata. In Italia le linee di latitudine (ben dodici) che attraversano lo Stivale influenzano ritmi e usanza, così se nel Mezzogiorno ci si siede a tavola anche alle 21:30, non sorprende al contrario che nelle regioni nordiche ci sia chi alle 19 già sparecchi. Sono stati diversi gli chef a sostenere le aperture anticipate al ristorante per ridurre l’orario di lavoro della brigata – si è tanto parlato del Reale di Niko Romito che fa sedere tutti i commensali alle 19:30 in punto: chi però si avventurerebbe per le stradine rampicanti di Castel di Sangro dopo una certa ora? – ma c’è anche chi (in città) pensa al dopocena. In una traversa della centralissima via del Corso, in cima all’Hotel Valadier, ha aperto Moon Asian Bar, locale con cucina orientale che si aggiunge il contemporaneo format dell’Hi-Res, al club in stile anni 30 del Valentyne e a Brillo, ristorante, pizzeria e wine bar con annessa gastronomia e, da fine gennaio, con un forno nuovo di zecca per pane e pizza al taglio, entrambi locali su strada comunicanti che chiudono all’1 di notte.

Tornando sui tetti di questo albergo di design la novità fusion trae ispirazione dal Giappone e dall’Asia in generale, tra Nigiri con wagyu, tuna e gambero rosso, Uramaki di tonno e cavolo viola marinato o di salmone con zest di arancia candita e polvere di campari, ma anche Bao con pulled di fungo cardoncello, un ripieno così carnoso che sembra di addentare i classici sfilacci di maiale e che invece si rivela vegano. La mano è di Paola Guarino, classe 1995, cuoca di origine napoletana con una precedente esperienza nella sede romana di Zuma e che, circa dieci anni fa, iniziò il suo percorso lavorativo proprio al Valadier. Un ritorno alle origini, insomma, in cui questa volta si misura con tradizioni culinarie per noi lontane che trovano il giusto feeling con la proposta mixology di Magdalena Rodriguez Salas, bar manager che si diverte a ripensare i manga della cultura giapponese in chiave miscelata. Nasce così Akira, omaggio al cyberpunk realizzato da Katsuhiro Ōtomo con tequila e tè matcha, oppure Kiki richiamo al film d’animazione del 1989 scritto e diretto da Hayao Miyazaki e realizzato con tequila e sake allo yuzu, e Saichō che con whisky Nikka, sciroppo al tè richiama il manga seinen scritto e disegnato da Satoru Noda. Gli amanti del Martini dovranno assaggiare lo Tsuki a base di sake al lievito delle olive, gin giapponese aromatizzato con tintura di kumquat. L’oliva? Diventa un umeboshi. Qualora ai drink si preferiscano i sake, affidatevi alla competenza della giovane maître Eleonora Esposito, sommelier di vino e olio che sta studiando la bevanda alcolica prodotta a partire dalla fermentazione del riso.

«Moon Asian bar è una cucina di condivisione – racconta Daniele Lassalandra, ideatore del progetto – sviluppata per legare ai signature cocktail pietanze della cucina orientale; è uno spazio in cui il design e la cura dei dettagli creano un’estetica avvolgente e coinvolgente. Il nome scelto è un omaggio alla “Terrazza della Luna”, il primo rooftop dell’Hotel Valadier nato nel 1995. Sul legame con il nostro passato abbiamo realizzato un rebranding del nome, cosa avvenuta anche per “Il Valentino”, storico locale del primo piano, che si è trasformato in Valentyne Restaurant & Club nel 2017».

Si possono ordinare anche a cena, ma hanno un format completamente dedicato, i gyoza protagonisti del Midnight Menu che tutti i giorni, dalle 23:30 a 00:30, può far gola agli avventori che si trovano in centro o agli ospiti del Moon che vogliono saltare il dolce – anche se l’Ananas e wasabi è un dessert da provare, diverso dal classico concetto di fine pasto perché combina i sapori tropicali della frutta esotica flambata alle note pungenti e balsamiche del gelato preparato dalla pastry chef Veronica Bianchi lavorando sotto zero il ravanello giapponese – con ben otto varianti di ravioli fatti in casa: due di carne, due di pesce, due vegane e due dolci. E per chi non se ne fosse accorto, lo staff è tutto al femminile. E in realtà virtuose come questa non fa mai male sottolinearlo.

Maggiori informazioni

Moon Asian Bar
moonasianbar.com

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