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Dall’industria dello spettacolo alla mixology: seconda vita per La Mela a Napoli

Uno degli storici bartender del 44esimo locale della 50 Best Bars è dietro al bancone di un famoso ex club per nottambuli nella zona inn della città.

Non si trova di certo a 40 metri di profondità come la “Napoli Sotterranea” ma è comunque underground e ben defilato l’ingresso de La Mela, insegna che tutti i local ricorderanno (non solo in città ma anche nei dintorni e provincia) come disco club, molto attivo nel giro della movida già dagli anni 60. Da qui sono passati Fred Bongusto e Peppino Di Capri, Jerry Calà era di casa e persino Maradona lo frequentava. Nel frattempo sono cambiati i proprietari, La Mela ha raggiunto il mezzo secolo di storia e la pandemia ha rimescolato le carte, trasformando questo club per nottambuli in uno dei format miscelati e di intrattenimento musicale più ambiziosi del capoluogo campano. 

Il motivo? Tra i soci c’è Francesco Cappuccio, imprenditore che segue il progetto de L’Antiquario, primo speakeasy napoletano e tra i migliori cocktail bar al mondo (è 44esimo per l’ultima 50 Best Bars) e, come se non bastasse, dietro al bancone c’è Vincenzo Iencharelli, ex bartender proprio del pluripremiato secret bar co-fondato da Alex Frezza (era con lui quando festeggiarono il successo a Barcellona nel 2022). Dopo sette anni e mezzo di onorato servizio presso l’avanguardistico indirizzo che ha rivoluzionato il concetto di mixology a Napoli, è proprio Iencharelli, il direttore e bar manager del rinnovato locale partenopeo che oggi ha destinato i suoi spazi alla mixology senza cambiare nome, anche se «sarebbe stato logico ma avrebbero tutti continuato a conoscerlo come La Mela, quindi è rimasto così», afferma Cappuccio. Dopo una parentesi come assistant bar manager d’hotel al lounge bar del cinque stelle Romeo, lo scorso ottobre ha intrapreso questa nuova esperienza che si aggiunge al suo brillante curriculum collezionato a soli trent’anni. 

La drink list gioca sul concetto del “frutto proibito”, dagli evocativi quanto espliciti nomi dei cocktail al legame che gli stessi hanno con l’illustrazione del menu cartaceo a cura di Marta Riera Blanco (la trovate come @nyushi_gd su Instagram). Così il revival del Paloma risponde al nome di Touch Me, a base di tequila, cordiale al passion fruit e pepe di Sichuan, poi Pimm’s, lime e soda al pompelmo. Il garnish è l’elettric flower che ha la particolarità di anestetizzare il palato. Si chiama invece Strong Lemon e gioca su un bacio appassionato la ricetta che mette la polvere di wasabi nel gin che rinfresca il palato con varie tipologie di limoni, tra limon cress, ovvero pianta aromatica detta anche crescione e al limone e dal retrogusto di anice, e lemon grass.

«Le responsabilità qui sono aumentate – afferma l’attuale manager Iencharelli che, a livello professionale, è praticamente cresciuto dietro il bancone de L’Antiquario –. Non c’è nessuna connessione con quel progetto: qui non si viene solo per bere ma il bar è nato come contorno all’esperienza. Insieme ad Augusto Amaral, con cui ci conosciamo dai tempi de L’Antiquario siamo al servizio dell’ospite: ad esempio, tra le opportunità che offriamo c’è la degustazioni di distillati “importanti” a piccole dosi con il progetto della “sipping list”: dai Macallan che vanno dai 18 ai 28 anni allo Yamazaki di Suntory, single malt di punta della prima distilleria di whisky in Giappone». In attesa di scoprire anche come sarà il nuovo corso della cucina dopo l’uscita di Edoardo Estatico, c’è ancora qualche settimana per trascorrere una serata a La Mela che riaprirà poi dopo la pausa estiva con un calendario musicale ancora più variegato che animerà i diversi ambienti di design realizzati dall’architetto Francesco Della Femina, tra simbolismo ricorrente al frutto del peccato e al giardino dell’Eden, e una private room dove è stato riprodotto un ambiente onirico a cui fa da tetto un cielo stellato.

Maggiori informazioni

La Mela
via dei Mille 40, 80121 Napoli
lamelanapoli.com

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