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Danì Maison

Danì Maison, charme isolano

Il ristorante due stelle Michelin a Ischia non è solo un luogo di alta cucina ma un “piccolo mondo incantato” dove lo chef Nino Di Costanzo ha racchiuso arte, natura, bellezza e sapori

La salita che da Ponte – borgo ischitano dominato dalla sagoma del profilo del castello aragonese – si arrampica su per via Montetignuso è stretta e ripida, ma gli scafati autisti isolani la percorrono con nonchalance anche con i van. Una volta su, la grossa forchetta rossa che campeggia accanto al portone verde indica che la meta è raggiunta: siamo da Danì Maison, il ristorante che lo chef Nino Di Costanzo ha creato sui terreni dove una volta c’erano le coltivazioni e la casa della famiglia paterna. Ed è appunto una casa, curata personalmente in ogni dettaglio – dalla scelta delle piante, locali ed esotiche, che abbelliscono il giardino di anno in anno più ampio e rigoglioso, all’ideazione di alcuni elementi come la fontana formata da vecchie panchine di cemento –, quella dove lo chef accoglie i suoi ospiti. Non una casa qualsiasi, certamente.

Se all’esterno, tra piante e fiori, sono disseminate opere di artisti perlopiù ischitani che si fondono perfettamente con la natura a tratti incontenibile dell’isola famosa per i suoi giardini, a decorare la sala interna ci sono le opere dello scultore e artista napoletano Lello Esposito, tra cui una – l’evocativo e simbolico Uomo-Casa – disegnata direttamente sulla parete. D’altronde, l’arte non è solo un abbellimento per Nino Di Costanzo (che qualche anno fa ha condiviso con noi e i lettori di Food&Wine Italia il racconto della “sua” Ischia per la prima uscita del nostro speciale Italianissimo).

Nato sull’isola, dopo aver lavorato al fianco di grandi maestri come Gualtiero Marchesi, Gaetano Trovato e Juan Marì Arzak lo chef ha deciso di tornare qui, aprendo nel 2016 il ristorante che nel giro di pochi mesi conferma le due stelle prese al Mosaico del Terme Manzi, praticamente senza passare dal via. Un azzardo della “rossa” basato sulla solida reputazione dello chef, sulla sua proposta sempre senza sbavature e sulla consapevolezza che qui, a casa sua, cucina e indole personale possono fondersi in modo indissolubile, dando vita a un’esperienza unica. Perché se a prima vista Di Costanzo può sembrare austero, di certo poco incline al macchiettismo e alla sovraesposizione, in lui il professionista – geniale, meticoloso e sperimentatore ai fornelli ma instancabile anche nel tessere relazioni, collaborazioni e progetti che lo portano spesso in giro per i continenti – convive con l’uomo visceralmente innamorato della sua terra, cultore delle sue tradizioni, pronto a giocare anche con quello che prende più seriamente al mondo.

Così, una visita da Danì Maison è un’esperienza immersiva senza bisogno di troppo artifici, che inizia con l’aperitivo servito in giardino, tra tavoli e divanetti, con caleidoscopici assaggi mignon che anticipano il tono del menu – dalla “marenna napoletana” alla caprese tricolore in versione gelée – e la scelta dell’acqua che accompagnerà la cena dall’apposita carta; e prosegue in sala, o anche allo chef’s table dove è lo stesso Di Costanzo a servire molte delle portate, mentre la sua squadra lavora in maniera concentrata ma senza tensione apparente.

Si può ordinare alla carta, affidarsi allo chef o scegliere il percorso vegetariano che è un gioioso tripudio di carboidrati e ortaggi all’insegna della mediterraneità. Chi vuole e può, poi, può anche optare per i menu Mille Bolle in Blu o Viaggiando con Ferrari, in cui i piatti sono abbinati rispettivamente ad annate rare e prestigiose di Champagne Dom Pérignon P2 o P3 (il ristorante è Dèpositaire Dom Perignon) o di Giulio Ferrari, altra presenza di punta nella bellissima cantina dove le bottiglie riposano tra altre opere d’arte e le note diffuse dal sistema di amplificazione: certo i prezzi non sono esattamente popolari (si parte dai mille fino ai settemila euro, per due persone) ma non rappresentano un problema per quella fascia di clientela che arriva a Ischia sugli yatch di lusso, in gran parte facendovi rotta appositamente per venire ad assaggiare i suoi piatti, e che oggi si possono riportare a bordo pure una selezione dei prodotti che lo chef sceglie per il ristorante, raccolti in un apposito locale con l’insegna “Alimentari” che diventerà una vera e propria formula alternativa di ristorazione, portando avanti il progetto della Salumeria (e a cui si affiancherà anche una nuova avventura con l’amico pizzaiolo Ivano Veccia, questa volta in un locale di Forio dove sono in corso i lavori: piccolo spoiler, ci sarà anche lì un giardino).

In ogni caso, i piatti che arrivano in tavola – piccoli capolavori di bellezza oltre che bontà, spesso serviti su supporti altrettanto unici ideati dallo stesso Di Costanzo giocando tra forme, colori e materiali che rimandano alla natura dell’isola – riescono a tenere insieme equilibrio e sapori decisi, avvolgenza comfort e gusto della sorpresa. Prima però, qualche ulteriori assaggio preliminare con la sequenza della “Passeggiata napoletana” e la focaccia da accompagnare con uno degli oli extravergine selezionati ogni anno dallo chef, tra i più attenti e competenti sull’argomento in tutta Italia: quattro etichette campane, due toscane e una dozzina dalle altre regioni italiane, per giocare tra aromi e intensità di questo prezioso prodotto e ingrediente.

Poi comincia la sequenza delle portate, andando dalle consistenze morbide e croccanti dell’antipasto Verdure e Ndunderi (gnocchetti amalfitani) abbracciate dai meno consueti sentori di infusi arrostiti, all’abbinamento tra Bufalo e Bufala, che omaggia tanto la carne quanto il latte dell’animale campano per eccellenza. Il Riso capperi e limone racconta tutta l’essenza dell’isola e dei suoi profumi con eleganza inarrivabile, mentre gli Gnocchi in parmigiana di melanzane e gli Spaghettoni ai cinque pomodori – sublimazione dell’essenzialità mediterranea e delle estati nostrane – colpiscono inesorabilmente il palato, la pancia e i ricordi di chi è cresciuto a queste latitudini ma conquistano anche chi arriva da più lontano.

L’agnello – intenso ma elegante, in una sorta di terrina dalla texture cremosa che invoglia a prolungare ogni boccone – è un graditissimo intermezzo proteico prima dei dessert, dove lo spirito ludico e artistico dello chef, coadiuvato dalla brigata, si esprime al massimo. Come nel divertente pre-dessert al limone Gimmy e Giggino – servito nei portauovo colorati Alessi a forma di omino – che precede il grandioso ensemble Art is Not a Crime, composto da numerosi omaggi gastronomici a grandi artisti del passato o del presente: dal cuore che profuma di fragola e cardamomo dedicato a Keith Haring alla mattonella al caffè che accompagna La Danza di Degas, fino all’osso-biscotto posizionato accanto al cagnolino di Jeff Koons. E con il caffè arriva anche la piccola pasticceria, di nuovo un insieme di micro assaggi scanditi dallo scenografico supporto da cui ognuno può scegliere il boccone ideale per concludere la cena: sarà una sfogliatella, un bonbon di delizia al limone o forse il tiramisù servito nella capsula del caffè?

Maggiori informazioni

Danì Maison
via Montetignuso, 4, 80077 Ischia (NA)
danimaison.it

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