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Piadina romagnola o riminese? Le differenze di un’icona che racconta la vera Romagna

Origini, varianti e caratteristiche di una specialità tutelata dall’Unione europea, amata da secoli e ancora oggi protagonista delle tavole di tutta Italia.

La piadina è il pane della Romagna, simbolo gastronomico capace di unire generazioni e territori. Eppure, dietro al suo disco di farina e acqua, si nasconde una distinzione che ancora oggi divide e affascina: piadina romagnola o piadina riminese? L’Unione Europea le tutela entrambe con il marchio Igp, riconoscendo l’importanza di una diversità che non è dettaglio, ma identità culturale. O meglio: La Igp è della piada romagnola ma nel disciplinare è tutelata anche quella riminese come variante.

Due piadine, due mondi

Se pensate che la piadina sia solo un velo sottile da farcire con prosciutto e squacquerone, preparatevi a ricredervi. In Romagna ne esistono due tipologie ben precise. La piadina romagnola, più spessa, compatta e friabile, è tipica del forlivese, del cesenate e del ravennate. La piadina riminese, invece, nasce sottile, elastica e pieghevole, pensata per trattenere una leggera umidità e accogliere con naturalezza ripieni generosi.

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Il Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola Igp ha fissato dei paletti chiari: la prima va dai 15 ai 25 centimetri di diametro con uno spessore che può arrivare a un centimetro; la seconda si allarga fino a 30 centimetri ma non supera i 2-3 millimetri di spessore, mantenendo una consistenza morbida.

Oltre a queste due, più note segnaliamo comunque che ogni angolo della Romagna ha la sua interpretazione della piadina. A Cervia si addolcisce con miele, a Forlì-Cesena diventa più croccante grazie all’olio, a Ravenna resta fedele allo strutto, mentre nell’Imolese si arricchisce con latte. La riminese, sottile e morbida, ha fatto invece della sua versatilità un tratto distintivo, tanto che oggi è la più diffusa fuori dai confini regionali.

Non è un caso che l’Unione Europea abbia voluto proteggere entrambe con la stessa Indicazione geografica protetta: un riconoscimento che sancisce la dignità di ogni variante e garantisce autenticità al consumatore rendendo onore a questo prodotto dell’eccellenza gastronomica italiana.

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Foto di Shutterstock

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