Dopolavoro La Foce

Dopolavoro La Foce: un viaggio tra storia, brace e paesaggi toscani

Nello scenario incantato della Val d'Orcia, la cucina regionale viene proposta in un luogo autentico e accogliente.

C’è una strada che da Chianciano e Montepulciano porta verso il Monte Amiata. È la via di fuga per chi, la domenica, vuole respirare aria di montagna, lasciare alle spalle la pianura e concedersi una gita fuori porta. Un percorso spettacolare, da fare possibilmente al tramonto, quando la luce accarezza i campi della Val d’Orcia. Lungo questo tragitto, poco prima che la strada si faccia più ripida, c’è un luogo che ha visto passare decenni di storie: il Dopolavoro La Foce.

Dal 1939 a oggi: un luogo per ritrovarsi

Edificato nel 1939 come punto di incontro per gli operai agricoli dell’azienda La Foce, il Dopolavoro era il cuore pulsante della comunità rurale. Sotto i tigli si giocava a bocce, si beveva vino, ci si sfidava a carte. Dentro, sul piccolo palcoscenico, prendevano vita danze e spettacoli teatrali; sullo schermo scorrevano film e documentari. All’epoca arrivava gente anche da lontano, attratta dall’atmosfera conviviale e dalla possibilità di stare insieme dopo una giornata di lavoro nei campi. Il nome, a differenza di tanti locali moderni, non è frutto di un’operazione di marketing, nella quale rimpiangere e far rivivere un passato magari mai esistito: è rimasto quello originale, memoria viva di un’epoca in cui la socialità aveva spazi concreti e semplici.

La cornice di La Foce e la storia di Iris Origo

L’azienda agraria La Foce, oggi patrimonio Unesco, sorge su un terreno che ha visto passare secoli di storia: prima la necropoli etrusca (VII sec. a.C. – II sec. d.C.), poi la Via Francigena, che portava pellegrini e mercanti verso Roma. La villa, edificata nel XV secolo come ostello, fu acquistata nel 1924 da Antonio e Iris Origo, biografa e storica anglo-americana di fama internazionale. Nei suoi libri Immagini e Ombre e Guerra in Val d’Orcia, Iris racconta anni di lavoro agricolo, vita di comunità e resistenza civile. Il giardino, progettato con l’architetto Cecil Pinsent, è oggi una tappa imperdibile che si può visitare, con un biglietto d’ingresso, da marzo a ottobre: una fusione perfetta tra paesaggio toscano e gusto inglese. La Foce ha anche ospitalità, a Villa Origo e in altre belle strutture di campagna nelle vicinanze, mentre dal 2012 è aperto il grazioso bar e ristorante.

Oggi: un ristorante, un bar e un’esperienza

Dopolavoro La Foce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal 2023, il Dopolavoro La Foce è gestito dalla famiglia Vannuccini, che ne ha fatto un ristorante dove la cucina si mostra sinceramente legata al territorio. Qui la cucina toscana viene interpretata con ingredienti di alta qualità, perlopiù a km0, e con un’attenzione particolare alle materie prime. Il locale è diventato meta di riferimento per gli appassionati di carne alla griglia, in particolare per le selezioni di manzo dry aged (frollate e stagionate) provenienti da diverse razze: Chianina Igp, Black Angus, Rubia Gallega, Simmenthal, fino al Tomahawk cotto alla perfezione. Ogni taglio è preparato con tecniche che esaltano la succosità e la complessità aromatica.

Accanto alla brace, trovano spazio piatti della tradizione e contemporanei come i pici fatti in casa (all’aglione della Valdichiana, al ragù toscano o in versione cacio e pepe mantecati nella forma di canestrato stagionato di fronte ai commensali) o la tartare di manzo in diverse varianti, dalla versione classica con olio e sale Maldon a quella con uovo all’occhio di bue. Ci sono pure l’Onion tarte con crème fraîche, perfetto esempio di eleganza rustica, o la grigliata mista di suino, galletto al mattone, agnello scottadito e tagli di pregio cotti a bassa temperatura.

Il menu si chiude con dolci genuini come il Crumble, gelato alla vaniglia e frutti di bosco, il tiramisù e un poetico pane burro e marmellata: pan brioche, burro al limone e composta di frutta fatta in casa che riporta all’infanzia. Ci sono poi i pure i bicoburger, panini da mangiare a merenda, farciti con hamburger di carne o di legumi.

Un bicchiere di vino per ogni storia

La carta dei vini è un viaggio nel bicchiere: ampio spazio ai rossi strutturati come Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Chianti Classico, ma anche a bianchi e bollicine per accompagnare antipasti e piatti più delicati. Lo staff è preparato e pronto a suggerire abbinamenti su misura ed in grado di proporre etichette interessanti, anche attingendo alla parte dedicata agli Champagne.

Non solo ristorante: lezioni di cucina e bottega toscana

Il Dopolavoro La Foce offre anche cooking class per imparare a preparare i pici, un intero menu toscano o persino la pizza, utilizzando forno a legna e ingredienti di qualità. Un angolo del locale è dedicato ai prodotti tipici della Val d’Orcia – miele, pasta, conserve, zafferano, salumi, formaggi – per portare a casa un pezzetto di questa esperienza. Il locale è oggi un ponte tra passato e presente: un luogo dove la storia rurale incontra la passione per la buona cucina, dove il paesaggio è parte integrante dell’esperienza e dove ogni piatto, ogni bicchiere e ogni racconto contribuiscono a mantenere vivo lo spirito conviviale nato nel 1939.

 

Maggiori informazioni

Ristorante Dopolavoro La Foce
Strada della Vittoria, 90
Pienza (Siena)
dopolavorolafoce.it

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