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Corrado Assenza con suo figlio e Massimiliano Alajmo

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Duetto di Assenza e Alajmo a Identità Golose: il rispetto per il lavoro

Riconoscenza, ricordo, comunione di intenti e sentire. Il cuoco padovano e il pasticcere di Noto portano sul palco del congresso milanese un intervento a due voci di rara intensità.

2012- 2021. Quasi dieci anni dopo, sono di nuovo insieme sul palco di Identità Golose Massimiliano Alajmo e Corrado Assenza. Ma in tutto questo tempo, anche a distanza, cercandosi con costanza l’un l’altro, non hanno mai smesso di camminare nella stessa direzione, uniti da quella “immateriale comunanza di pensieri” che è l’essenza – il cardine – del loro intervento sul palco. Indubbiamente uno dei momenti più intensi della seconda giornata di congresso, insieme all’omaggio ad Andrea Paternoster (l’apicoltore trentino scomparso prematuramente la primavera scorsa, a seguito di un terribile incidente stradale), che nella stessa mattinata ha riunito i medesimi attori e altri amici e compagni d’avventura per ricordare il pensiero illuminato e generoso di un “poeta” della natura che ha lasciato un grande vuoto, ma anche tanti insegnamenti da divulgare, riprendere e assimilare (ne riparleremo presto). Di parole di cui fare tesoro è denso (come il miele) anche il duetto tra Corrado e Massimiliano, un contrappunto naturale di frasi che si completano a due voci, dimostrazione vera di comunione di intenti e sentire (è bello “sorprenderli” nell’abbraccio sincero che li vede vicini durante la proiezione del video con le immagini della campagna siciliana che scorre sulle parole de La Cura di Franco Battiato).

Il tema è il lavoro, per “costruire un nuovo futuro”, come ricorda il mantra della sedicesima edizione di IG. E finalmente emerge in tutta la sua verità il valore di un argomento tanto nobile quanto spinoso, che nelle parole del pasticcere siciliano diventa insieme ricordo di chi non c’è più, riscatto per chi non ha voce, rispetto per gesti che costano fatica e dedizione, amore per la terra e per chi la custodisce: «La comunanza di pensieri a cui facciamo riferimento è espressione di quello che è il nostro comune sentire, una cultura che è sommatoria di quello che abbiamo costruito nelle nostre vite, nella nostra quotidianità, con il nostro lavoro. E anche dei gesti che ripetiamo in mancanza delle persone scomparse che ci hanno lasciato degli insegnamenti in eredità. Questa è l’unica visione da adottare perché il mondo possa ripartire con umanità». Assenza e Alajmo indicano la strada, appellandosi al senso di responsabilità di chi fa il loro stesso mestiere: «Il gusto è dentro le persone – spiegano all’unisono – quindi possiamo scoprirlo solo frequentando botteghe, attraversando campi, visitando cantine. Noi abbiamo il compito di concretizzare l’ultimo passaggio e di condensare tutto questo valore per trasmetterlo a chi consuma». Allora eccoli immortalati nelle foto di una giovane e talentuosa fotografa padovana, in viaggio nella Sicilia di (e con) Corrado Assenza, i contadini, gli artigiani, i mandorleti, gli animali e le campagne verso cui il pasticcere di Noto esprime con forza la propria riconoscenza.

I piatti seguono il pensiero senza bisogno di ricorrere a effetti speciali. Così gli spaghetti di Assenza, cotti in brodo di paglia di grano con profumo di timo essiccato e fiori di finocchietto in infusione, con l’obiettivo di rappresentare quanto «sia difficile il mestiere del contadino, di allevatore, di pastaio, e bello il nostro quando possiamo raccogliere tutto questo». E pure il risotto al caffè di Alajmo, omaggio a Gianni Frasi, che nasce in torrefazione (il riso inizia il suo percorso insieme ai chicchi di caffè lasciati all’aria dopo la tostatura, per catturarne la carica aromatica, espressa anche da un distillato di caffè che contribuisce al risultato finale) a Verona, sublimando l’affetto e la stima verso il torrefattore jazzista mancato quasi tre anni fa, con cui il cuoco padovano aveva stretto amicizia fraterna, prima ancora di collaborarci assiduamente. A lui è dedicato anche il guizzo finale che, insieme a polvere di capperi e tartufo bianco, bilancia il gusto del piatto, tra le new entry sul menu de Le Calandre: la polvere di acciuga, come quella che Frasi usava mangiare per schiarire la voce prima di un concerto. E il cerchio si chiude: storie di vita, ricordi, dedizione al lavoro. Rispetto per l’umanità.

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In foto Massimiliano Alajmo, Corrado Assenza e suo figlio Francesco

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