Quando il tappo di una bottiglia di Champagne vola in aria e riecheggia con un “botto” inconfondibile è subito festa ma dietro questo gesto celebrativo si nasconde un fenomeno fisico complesso. A studiarlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Reims, nella regione francese che dà i natali al più celebre vino spumante del mondo. L’obiettivo: comprendere nel dettaglio che cosa accade nei pochi millisecondi in cui la bottiglia si apre e il gas fuoriesce. In vista dello Champagne day del 24 ottobre ci sembra una buona idea scoprire cosa c’è dietro questo “pop” allo scoppio.
La scienza del tappo di Champagne
Attraverso telecamere a infrarossi e ad alta velocità, gli studiosi hanno osservato l’apertura di tre bottiglie conservate a temperature differenti – 4, 12 e 18 °C – catturando immagini che mostrano, fotogramma dopo fotogramma, il comportamento dell’anidride carbonica. Questa, invisibile a occhio nudo, si sprigiona come una nuvola dal collo della bottiglia nel momento esatto in cui il tappo cede alla pressione interna.

La tipica nebbiolina che si osserva quando si stappa, invece, è dovuta principalmente a una miscela di vapore d’acqua e vapori di etanolo. L’analisi ha rivelato che la temperatura del vino incide in modo diretto sulla dinamica dello stappo. Quando lo Champagne è più caldo, il tappo si proietta verso l’alto con maggiore velocità: l’anidride carbonica, meno solubile a temperature elevate, si concentra nella parte superiore della bottiglia, aumentando la pressione del gas e quindi la forza del rilascio.
Al contrario, una bottiglia più fredda contiene una maggiore quantità di anidride carbonica disciolta nel liquido, e una minore nel collo della bottiglia, con un conseguente stappo più controllato e meno violento.
Secondo quanto riportato nello studio, pubblicato sul Journal of Food Engineering, solo una minima parte dell’energia rilasciata al momento dell’apertura – circa il 5% – serve a proiettare il tappo verso l’alto. La restante si disperde sotto forma di onda d’urto, la stessa che produce il suono secco e riconoscibile che accompagna i brindisi di fine anno.
Il risultato suggerisce anche un aspetto pratico: per evitare che il tappo diventi un proiettile imprevedibile, la bottiglia andrebbe mantenuta ben refrigerata, intorno ai 4 °C. Oltre a una migliore sicurezza, una temperatura più bassa garantisce anche un rilascio più delicato delle bollicine, preservando il perlage e la freschezza aromatica del vino. Detto ciò: lo Champagne (come qualsiasi altro vino) non andrebbe mai aperto facendo botti e suoni molesti a meno che non siate Lewis Hamilton e abbiate vinto un gran premio di Formula1.