Importante novità per gli amanti dell’alta cucina e dei vini pregiati: il Grand Hotel La Favorita inaugura la sua nuova cantina e sala degustazione, arricchendo l’esperienza offerta dal ristorante Zest. Questo nuovo spazio consente di proporre un raffinato percorso enologico, con una selezione di oltre 500 etichette, in perfetta armonia con il nuovo menu estivo firmato dallo chef Domenico Iavarone. Un connubio che valorizza sia la cucina del territorio sia le suggestioni gastronomiche internazionali.
Evoluzione continua nell’offerta ristorativa
Giuseppe e Mario Manniello, entrambi manager del Grand Hotel La Favorita, evidenziano come l’hotel abbia progressivamente ampliato la propria offerta gastronomica negli ultimi due anni, anche grazie alla preziosa collaborazione con lo chef Domenico Iavarone. Nel 2024 la struttura ha introdotto ulteriori novità, tra cui un’area bar dedicata a cocktail d’autore e proposte culinarie pensate per aperitivi, light lunch o cene leggere con vista mare. Il fulcro dell’esperienza culinaria resta il ristorante Zest, dove la cucina di Iavarone si distingue per l’intensità dei sapori e per ricette originali, creative e profondamente appaganti.

La creazione della nuova cantina nasce dal desiderio di narrare il mondo del vino attraverso una curata selezione di etichette che uniscono tradizione ed identità territoriale. Oltre alle eccellenze campane, la cantina custodisce una vasta collezione di grandi classici italiani e francesi, abbracciando sia bianchi che rossi e una significativa gamma di bollicine.
Dalla Toscana, la selezione include etichette che esaltano il Sangiovese nelle sue espressioni più nobili, affiancate da numerosi vini provenienti da Bolgheri. Per il Piemonte, ci si è orientati verso la profondità e il carattere di Barolo e Barbaresco, vini che raccontano la storia e la forza delle Langhe. Il viaggio enologico si completa con prestigiose referenze internazionali, con particolare attenzione ai grandi rossi di Bordeaux e ai raffinati vini della Borgogna, per non parlare degli Champagne. Ogni bottiglia è stata selezionata con l’intento di offrire un’esperienza che trascenda il semplice assaggio, trasformandosi in un vero e proprio racconto di territori e delle persone che li animano.
Come si mangia da Zest a Sorrento
Già stellato al ristorante Josè di Torre del Greco e forte di una lunga esperienza nell’hôtellerie, Domenico Iavarone ha ideato un menu che unisce tecnica, creatività e piacevolezza. Una proposta gastronomica innovativa, ma mai eccessiva, dove ogni elemento è al suo posto e contribuisce a un percorso coerente e accessibile. Una cucina capace di conquistare tanto i palati più esperti ed esigenti quanto gli ospiti alla loro prima esperienza, desiderosi semplicemente di godersi una cena in pieno relax.

Iavarone si conferma uno chef pragmatico, lontano da preconcetti e libero da dogmi: predilige la sostanza alla forma e costruisce la sua cucina su basi solide, senza rinunciare all’originalità. Emblematica, in questo senso, una delle sue creazioni più celebri: un burro montato, omaggio alla tradizione mitteleuropea, servito nel cuore di Sorrento, all’interno di un ristorante immerso in un rigoglioso limoneto.
Eppure, l’intero menu è un inno alla cultura mediterranea: un viaggio che parte dall’Italia ma abbraccia l’intero bacino del Mare Nostrum, esplorando ingredienti e suggestioni che ne definiscono l’identità culinaria. Un esempio? Il risotto al limone con scampi e liquirizia, piatto iconico che Iavarone ha voluto mantenere in carta. Nella città degli gnocchi, lo chef osa con un grande classico del nord Italia, senza mai rinunciare alla sua profonda anima partenopea. E infatti, gli gnocchi alla sorrentina non mancano: hanno il sapore autentico della tradizione – quella, secondo la leggenda, nata a piazza Tasso – ma vengono reinterpretati in chiave contemporanea, con forme nuove e accattivanti.
Da provare assolutamente anche l’agnello con peperoni, provola e cioccolato bianco: un piatto che, al primo assaggio, evoca la Pasqua dell’infanzia, per poi sorprendere con una stratificazione di sapori inaspettata e moderna. A chiudere, i dessert: spettacolari nella presentazione, giocano volutamente con gli estremi. Sono dolci audaci, quasi impertinenti, che alternano con sapienza punte marcatamente dolci ad altre intensamente amare, lasciando un ricordo indelebile.