Gruppo Santa Margherita

Harmonia Mundi, la prima annata della vigna urbana di Venezia firmata Santa Margherita

Nel monastero San Francesco della Vigna si trova il più antico vigneto della Serenissima che dal 2019 è gestito dalla cantina veneta. Com'è il nuovo Spumante Metodo Charmant nato da questa collaborazione.

«Tutto questo grazie al santo Pinot Grigio», esclama sorridendo Stefano Marzotto, vicepresidente di Santa Margherita Gruppo Vinicolo. Senza dubbio è grazie a questo vitigno che la realtà enoica ha raggiunto un successo senza precedenti nel mondo ma, grazie alle sue dieci proprietà disseminate tra Veneto, Alto Adige, Lombardia, Sicilia, Sardegna e Toscana, non è di certo l’unica preziosa varietà. Il gruppo rappresenta un vero e proprio mosaico enologico e, dal 2019, come “ciliegina sulla torta”, include anche la città di Venezia con un piccolo vigneto all’interno del monastero San Francesco della Vigna.

In questo luogo vive padre Stefano insieme ad altri sei frati francescani e una ventina di studenti dell’Istituto di Studi Ecumenici. Il monastero è un complesso di tre chiostri e una biblioteca che conta 200mila volumi con alcuni preziosi testi risalenti al 1400. Se fuori dalle mura c’è una Venezia piena di turisti e chiacchiere, dentro questo luogo regna il silenzio e il verde. Accanto al fiorente orto e al prato con ulivi secolari si trova il vigneto. Attenzione, non è una novità: qui si fa il vino dal 1253. «Quando siamo arrivati nel 2019 la vigna era a bacca rossa, che in realtà non è tradizionale per Venezia. Abbiamo studiato la storia vinicola della Serenissima e abbiamo deciso di piantare Glera e Malvasia. Per noi è importante mantenere il legame con il passato e nello stesso tempo guardare al futuro», racconta l’enologo di Santa Margherita, Massimiliano Luison.

Il terreno è salino e sabbioso e richiede portainnesti precisi e irrigazione perché il suolo non trattiene l’acqua. «Raccogliamo quella piovana in alcune cisterne sotto il chiostro e poi viene usata per l’irrigazione», racconta padre Stefano. La vendemmia è condotta a mano, con due settimane in anticipo in confronto alla terra ferma, visto la vicinanza alla laguna che mitiga le temperature. «L’uva viene trasportata in barca a Mestre e poi da noi in cantina a Fossalto di Portogruaro», spiega Stefano Marzotto.

La novità dell’Harmonia Mundi è uno spumante prodotto in autoclave con il Metodo Martinotti che resta sei mesi sui lieviti per aggiungere complessità. Il risultato è un vino delicato, floreale al naso con una mousse fine, e con una grande freschezza salina. «Ha la stessa sapidità delle verdure del nostro orto, una caratteristica di questa terra», commenta padre Stefano. La produzione è piccolissima, 1.107 bottiglie in tutto, un numero simbolico, che riprende i metri lineari del piccolo vigneto. Le bottiglie verranno vendute nei ristoranti degli hotel veneziani di altissimo livello e per raccogliere fondi in beneficenza. Come sempre quando si parla di Santa Margherita c’è una grande attenzione ai dettagli; dal vigneto alla vinificazione, al packaging.

«La bottiglia è rivestita in blu e oro, due colori che ricordano questo paesaggio e le luci che di notte si rispecchiano nei canali. Il cofanetto invece è stato realizzato utilizzando legni di briccole dismesse, il tutto per dare un tributo a Venezia alla quale ci sentiamo legati da sempre, e ora ancora di più», conclude Stefano Marzotto.

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