igname-cos-e

Somiglia a una patata ma è un incredibile tubero africano che stiamo riscoprendo

Parliamo dell'igname, ingrediente antico dalle radici tropicali che conquista le cucine contemporanee con gusto e versatilità

Quando lo vedete può sembrarvi una patata americana ma l’igname è tutt’altro: un tubero originario dell’Africa occidentale e diffuso in Asia, Oceania e America Latina, coltivato da millenni e profondamente radicato nella cultura alimentare di numerosi popoli. Con la sua forma allungata e la buccia ruvida, custodisce una polpa bianca, gialla o viola, capace di trasformarsi in piatti dolci o salati, dalla cucina di strada africana alle tavole gourmet anche se in Italia è ancora quasi sconosciuto.

Proprietà e origine

L’igname appartiene alla famiglia delle Dioscoreaceae e comprende oltre seicento varietà, molte delle quali ancora oggi sono coltivate e consumate localmente. Le prime testimonianze archeologiche risalgono a oltre 5.000 anni fa in Africa, dove questo tubero rappresentava (e rappresenta) una fonte primaria di carboidrati complessi.

Dal punto di vista nutrizionale, l’igname è ricco di amido resistente, fibre, vitamine del gruppo B e minerali come potassio e manganese. L’apporto calorico moderato e l’indice glicemico relativamente basso lo rendono adatto a una dieta equilibrata. È privo di glutine e può essere consumato anche da chi segue un’alimentazione senza cereali.

igname-cos-e-proprieta-benefici-origini-come-si-usa

Tra le varietà più spettacolari spicca l’igname viola, noto anche come ube nelle Filippine. Pur appartenendo alla stessa famiglia botanica, l’ube si distingue per il colore intenso dato dagli antociani, potenti antiossidanti naturali. In Asia sud-orientale è protagonista di dolci scenografici, gelati, torte e creme spalmabili, dove il colore violaceo diventa elemento estetico e identitario.

Questo igname particolare è oggi apprezzato anche in Occidente, dove la sua tonalità vivida trova spazio nelle cucine creative e nei ristoranti che sperimentano dessert di ispirazione asiatica.

Come si utilizza in cucina

L’igname è estremamente versatile. Può essere bollito, cotto al vapore, fritto, arrostito o ridotto in purea. In Africa occidentale viene trasformato in fufu, una preparazione soffice che accompagna stufati e zuppe; nei Caraibi si usa in insalate calde o come base per il porridge; in Asia, oltre alle versioni dolci, entra in zuppe dense e vellutate.

Il suo sapore è meno dolce della patata americana, con note terrose e una consistenza più farinosa che lo rende ideale anche per gnocchi e crocchette. Per valorizzarne la texture, è importante non cuocerlo eccessivamente e, quando necessario, pelarlo con attenzione: alcune varietà contengono composti irritanti nella buccia che scompaiono con la cottura.

Oggi l’igname compare sempre più spesso nei mercati internazionali e nei negozi specializzati, aprendo la strada a contaminazioni culinarie che lo vedono protagonista di piatti gourmet, street food rivisitato e proposte vegetariane ad alto impatto visivo.

Curiosità e miti da sfatare: igname o patata dolce?

Uno degli equivoci più diffusi riguarda proprio l’identità dell’igname. In molti Paesi anglofoni, la parola “yam” viene utilizzata impropriamente per indicare la patata dolce (Ipomoea batatas), che appartiene però a una famiglia botanica completamente diversa, quella delle Convolvulaceae.

igname-cos-e-yam

La confusione deriva da secoli di sovrapposizioni linguistiche e commerciali: nelle colonie americane del XVII secolo, gli schiavi africani paragonavano la patata dolce all’igname che conoscevano in patria, usando il termine “nyami” o “nyam”, da cui derivò “yam”. Da allora, in molte cucine e nei mercati internazionali, le due radici vengono ancora scambiate o addirittura vendute con lo stesso nome.

La differenza però è netta: l’igname ha una polpa meno dolce, più farinosa, e una buccia spessa e ruvida che può arrivare a tonalità brune quasi nere. La patata dolce è invece più zuccherina, con buccia liscia e polpa che varia dal bianco all’arancio intenso.

Maggiori informazioni

Condividi

Facebook
Twitter
LinkedIn
Articoli
correlati