Negli ultimi tre anni, il 70% dei viaggiatori italiani si è concesso almeno una vacanza a tema prevalentemente enogastronomico, generando un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro. Sono questi i dati emersi dal report 2024 dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, presieduta dalla professoressa Roberta Garibaldi. Che il vino sia il protagonista del comparto non sorprende; ciò che colpisce, invece, è la crescente attenzione nei confronti dell’olio extravergine d’oliva ma soprattutto della birra.
La cosiddetta “craft revolution” birraria, partita dall’America, ha contagiato l’Italia ormai più di trent’anni fa ed è definitivamente esplosa nel secondo decennio del 2000. Non è un caso, però, che il settore abbia iniziato a esprimere il potenziale turistico parallelamente allo sviluppo della filiera delle materie prime. Sono sempre più numerosi, infatti, i birrifici che possono definirsi agricoli, ovvero che producono almeno parzialmente gli ingredienti necessari al processo brassicolo. Un cambio di paradigma che apre nuove opportunità sia per i produttori sia per i territori coinvolti.
«In Italia siamo agli albori del turismo birrario, ma questo va a inserirsi in uno scenario che vede le esperienze legate al cibo come la seconda motivazione di viaggio», afferma Carlo Schizzerotto, presidente del Consorzio Birra Italiana. «In altri Paesi, quelli con una cultura brassicola più radicata, le visite ai birrifici, grandi o piccoli che siano, sono un’attrazione da sempre; anche da noi il turismo sta diventando una voce importante nel bilancio dei birrifici e un formidabile strumento di marketing».
Un giro brassicolo per l’Italia
Tra le realtà più strutturate in questo ambito spicca Baladin, il birrificio fondato dall’eclettico Teo Musso, pioniere del movimento artigianale italiano e tra i primi a puntare anche sull’accoglienza. Ogni domenica, le visite guidate partono dalla piazza di Piozzo, piccolo borgo delle Langhe di appena mille abitanti, e più precisamente dal pub dove tutto ebbe inizio nel 1996.
Il percorso prosegue con l’esplorazione dello stabilimento produttivo, situato fuori dal centro abitato, attraverso un itinerario storico-sensoriale. L’esperienza continua nella cascina adiacente, il Baladin Open Garden, dove si può gustare la proposta gastronomica dello chef Christian Meloni Delrio. Per chi desidera fermarsi a dormire, il parco circostante ospita degli “agronidi”: casette in legno poco più grandi di una tenda, dotate di letto matrimoniale e tetto apribile per ammirare il cielo stellato. Se invece non si vuol rinunciare alle comodità, Casa Baladin, anch’essa situata nella piazza del paese, è una residenza di fine Settecento, con cinque camere arredate con oggetti d’arte esotici e dotate di ogni comfort, incluso un rilassante bagno turco.

Dalle colline del cuneese scendiamo fino alla Pianura Padana, nelle campagne di Cadelbosco di Sopra, in provincia di Reggio Emilia. La Corte della Birra è il piccolo resort che sorge a pochi metri dai campi dove viene coltivato l’orzo con cui si realizza l’intera linea del Birrificio Oldo.
Tra le etichette proposte, la Casta e Pura si distingue per un legame ulteriore con il territorio: ispirata alle Rauchbier tedesche, ne conserva il tipico sentore affumicato, in questo caso ottenuto dall’impiego di castagne essiccate nei tradizionali metati dell’Appennino Reggiano, caratteristiche strutture in pietra costruite proprio a questo scopo. Gli ospiti della Corte della Birra possono gustare specialità emiliane nell’agripub e dedicarsi al benessere psicofisico nella Spa, grazie all’idromassaggio alla birra in tini di legno, alla sauna aromatizzata al luppolo e ai trattamenti per la pelle e i capelli a base di lievito.
Tra le regioni maggiormente vocate al turismo enogastronomico si distingue la Toscana, dove il modello degli agriturismi è declinato sempre più spesso anche in chiave brassicola. Borgo Poggio Bianco è un resort immerso nella natura, tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, con diverse soluzioni indipendenti per l’ospitalità. Alla produzione di olio extravergine biologico, fiore all’occhiello dell’azienda, si è affiancata dal 2024 quella di birre artigianali a marchio White Hill, realizzate con l’orzo dei propri campi. Le esperienze non si limitano a degustazioni e visite all’impianto: nella taproom, infatti, c’è un piccolo palco con strumenti musicali con i quali si possono improvvisare delle jam session.
Sempre in provincia di Siena, a Pienza, c’è l’agriturismo La Fonte che vanta diversi appartamenti e un agriristoro con cucina toscana. Nel complesso sorge pure l’apprezzato birrificio agricolo Brasseria della Fonte che, oltre a birre da “bevuta quotidiana”, come Lager o Ale d’ispirazione britannica e americana, realizza prodotti più complessi da meditazione, come Barley Wine e Imperial Stout in serie limitata, che subiscono un passaggio in botti un tempo contenenti distillati. Le Farmhouse, invece, sono affinate in botti precedentemente utilizzate per i vini rossi del territorio.
Spostandoci in Maremma, negli spazi di Tenuta San Ottaviano, complesso ricettivo e fattoria biologica, dal 2012 è attivo il Birrificio de’ Neri. Durante le visite guidate è possibile degustare le birre, anche abbinate a taglieri toscani, mentre nel ristorante all’interno del vecchio frantoio, con due terrazze panoramiche che si affacciano sulla Val di Cornia, si servono piatti preparati con ingredienti di produzione propria: verdure, olio e carni.
Un birrificio in un antico monastero benedettino del XIV secolo non poteva che trovarsi in Umbria, terra di spiritualità e tradizione monastica. Dopo il crollo provocato dal terremoto del 1997, il Monastero di San Biagio — che da decenni aveva perso la sua funzione religiosa — è stato recuperato grazie all’iniziativa di privati, decisi a valorizzarlo, puntando proprio sull’attività brassicola, da sempre legata alla vita monacale e sfruttando le ottime acque di Nocera Umbra.
Oggi la struttura è rinata come agriturismo e conta sedici camere: un contesto di assoluta pace per rilassarsi, nel quale si può approfittare di trattamenti per il benessere. Il ristorante annesso propone un menu degustazione con portate abbinate alle creazioni del mastro birraio Giovanni Rodolfi, che fungono anche da ingrediente dei piatti stessi. La più rappresentativa della gamma è la Monasta: realizzata con miele e alloro, si ispira alle birre medievali, quando il luppolo non aveva ancora il monopolio degli aromi e si usava il Gruyt, una miscela variabile di erbe.
Oltre che in ambito imprenditoriale, il turismo birrario comincia a ottenere credito anche a livello istituzionale, attraverso la creazione di “Strade della Birra”, ispirate a quelle già consolidate del vino e dell’olio. In particolare le Marche sono la prima regione ad aver realizzato un progetto simile. Tra i produttori coinvolti, c’è il Birrificio del Catria di Cantiano, che dispone di un rifugio montano, in cui sono serviti piatti della tradizione umbro-marchigiana rivisitati: taglieri di salumi e formaggi locali, polenta al ragù di cinghiale, carni cotte sulla griglia.

Non distante sorge la foresteria, incastonata nel verde: luogo perfetto per rilassarsi o punto di partenza per diverse attività all’aperto. I cosiddetti “beer trail” sono quattro percorsi ad anello, di diversa difficoltà, che portano alla scoperta dei punti più suggestivi della zona. Gli appassionati delle due ruote possono scegliere tra tranquille esplorazioni in sella alle bici elettriche o adrenaliniche discese in mountain bike. Non manca poi la possibilità di fare escursioni a cavallo o in canoa alla Gola del Furlo.
Se in aree già altamente attrattive la birra artigianale rappresenta un ulteriore fattore di richiamo, in quelle distanti dai grandi flussi turistici può diventare determinante per la riscoperta di borghi e territori poco conosciuti. Nell’Alta Irpinia, zona storicamente votata alla cerealicoltura, opera il birrificio agricolo Serrocroce.
Tra le birre prodotte nell’impianto di Monteverde spicca una saison che porta il nome del paese, inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. È una birra di comunità, nata dalla collaborazione con agricoltori locali che conferiscono i cereali necessari per produrla, ed è venduta, a un costo fisso, solo ed esclusivamente nelle attività del borgo.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito di una serie di attività promosse da Serrocroce per la valorizzazione del territorio, al fine di scongiurare lo spopolamento. L’ultimo progetto è il Serrocroce Experience Green Tour: un itinerario da percorrere con biciclette elettriche, alimentate dai pannelli fotovoltaici aziendali. Si parte dal birrificio per raggiungere il centro storico di Monteverde e, costeggiando i campi di cereali e il luppoleto, si ritorna al punto di partenza per una visita allo stabilimento e una degustazione di birre abbinate a prodotti tipici.