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Italesse presenta T-made 75, il calice per il Barolo

Alla prova di degustazione comparata, il nuovo progetto dell’azienda triestina convince. Oltre lo storytelling, l’architettura del calice valorizza freschezza e complessità del principe dei Nebbioli.

La forma della coppa, con pareti affusolate e avvolgenti e il bevante pronunciato sono stati studiati per far risaltare l’equilibrio e l’eleganza del vino; il fondo, ampio e piatto, è stato pensato per incidere sulla percezione della morbidezza, dell’alcool e della complessità, ma anche per valorizzare il colore del vino in combinazione con le forme della coppa, mentre il diametro del bevante è stato calcolato in modo da valorizzare l’intensità olfattiva e la freschezza del vino al palato. E giusto per non lasciar nulla al caso, viene utilizzato il miglior vetro cristallino per garantire la massima trasparenza possibile, elemento fondamentale per la valutazione visiva del vino.

Raccontato così, senza troppi superlativi ma con tutti i parametri tecnici allineati per una performance di eccellenza, il nuovo calice T-made 75 firmato Italesse potrebbe sembrare un concentrato di marketing quasi esagerato. E per chi passa le settimane ad assaggiare centinaia di vini, cambiando spesso forma e dimensione del calice, lo scetticismo è d’obbligo. I preconcetti sono duri da vincere – non è bello, ma tocca ammetterlo. E di fronte a un prodotto che avanza la pretesa di essere “il” calice per il Barolo emerge inevitabile il sospetto che ci sia molto storytelling e poca sostanza. Poi però il vino scorre e il naso affonda tra le sottili pareti di vetro soffiato a bocca, l’occhio scivola sulla trama granata del liquido e finalmente il sorso arriva al palato con una traiettoria inattesa. È lì, nel punto geometrico d’intersezione dei sensi, che la perplessità si scioglie in un sorriso.

La sorpresa di una degustazione

Assaggiare quattro differenti etichette di Barolo – spoiler: tutte etichette eccellenti con caratteristiche differenti – ciascuna in quattro differenti calici (con servizio dalla stessa bottiglia) è forse un’esperienza da nerd, ma sicuramente intrigante e sorprendente quando si considerano le performance dei contenitori. Quattro calici e quattro espressioni differenti dello stesso vino al naso e nel sorso. E senza temere il rischio “marchetta”, va riconosciuto che il T-made 75 spicca nel confronto con competitor d’eccellenza. Per dirla con una parola: quello che il nuovo prodotto firmato Italesse riesce a mettere in evidenza nelle differenti espressioni di Barolo è proprio l’eleganza, fatta di freschezza e bilanciamento tra tannino e struttura. La complessità è valorizzata in un Barolo di Serralunga o in uno di La Morra, perché il calice è stato progettato intorno agli aromi propri del principe dei Nebbioli.

Calice da Barolo nella linea Senses

Dopo il T-made 70, calice ufficiale del Consorzio del Brunello di Montalcino, il T-made 75 ha dovuto sostenere il confronto con un vino icona qual è il Barolo, difficile proprio per l’affascinante complessità che ne ha fatto uno dei fine wines italiani. Il progetto a confronto diretto con il vino «ha portato a una sfida tra tecnologia ed emozioni», sottolinea il direttore marketing di Italesse Paolo Lauria. L’azienda triestina ha impiegato 14 mesi di lavoro tra fasi di studio, progettazione e test, con 660 degustazioni per 30 tipologie di Barolo di diversa provenienza, stili e annate. E con uno step intermedio di quindici “calici test” è approdata a quattro prototipi realizzati per individuare le forme definitive. «Realizzare il calice da Barolo è stata una vera sfida – afferma Lauria – e questo è stato possibile grazie all’esperienza accumulata accanto a chi produce vini di eccellenza, ma anche grazie al know-how acquisito con il progetto Senses».

È infatti nella cornice di questo percorso di ripensamento che si colloca il successo ottenuto con i T-made. Il progetto Senses ha visto il coinvolgimento di un team dedicato in seno a Italesse con un focus sugli aromi. L’obiettivo dichiarato è diventare l’azienda italiana di riferimento per lo sviluppo di un bicchiere “sensoriale”. E tutto sommato sono proprio i sensi a recepire il primo impatto: la leggerezza tra le dita, i profumi e la struttura del sorso sono il punto di forza.

«Con la realizzazione di questo calice – rimarca Massimo Barducci, Ceo di Italesse – la nostra filosofia di progettazione di calici sensoriali acquisisce una sua maturità, raggiungendo risultati tecnici unici. Il nostro obiettivo non era fare un calice bello e leggero, come oggi sembra richiedere il mercato, ma un calice performante dal punto di vista tecnico». E in effetti l’estetica può trovare estimatori o detrattori.

L’architettura di questi prodotti è studiata per assicurare il bilanciamento dei pesi, la resistenza e la maneggevolezza. «Grazie al perfezionamento della tecnica del soffiaggio a bocca e della lavorazione a mano – spiega Lauria – raggiungono una leggerezza e un’elasticità da record, in grado di aggiungere alla percezione visiva, olfattiva e gustativa, anche l’emozione di quella tattile». E come se non bastasse, il T-made 75 esce sul mercato a un prezzo nettamente inferiore rispetto ai competitor dello stesso livello. Anche per questo Italesse punta tutto sull’esperienza diretta nel calice.

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