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La pasta e patate di Crescenzo Scotti

Lo chef del ristorante stellato di Borgo Santandrea ci mostra la sua versione del leggendario primo piatto della tradizione napoletana.

Tempo di preparazione

10 minuti

Tempo totale

90 min

Dosi per

4 persone

Ingredienti

Per il ragù di mare

  • 1 totanetto fresco da 300 g
  • 200 g di olio extravergine di oliva, in più volte
  • 1 spicchio d’aglio
  • 100 g di pomodorini datterini
  • Prezzemolo fresco tritato
  • 100 g di cozze
  • 100 g di vongole
  • 8 gamberi rossi (a seconda della pezzatura)

Per la salsa al prezzemolo

  • 50 ml di acqua
  • 100 g di prezzemolo

Per la pasta e patate

  • 150 g di carote
  • 1 cipolla bianca
  • 1 gambo di sedano
  • 600 g di patate a pasta gialla
  • 600 g di acqua, in più volte
  • 240 g di pasta mista napoletana
  • 1 crosta di Parmigiano Reggiano (facoltativa, ma consigliata)
  • Basilico al limone (oppure basilico classico)
  • Rosmarino
  • 30 g di Parmigiano Reggiano Dop grattugiato
  • 20 g di pecorino di grotta dei Monti Lattari, grattugiato (vedi Note)
  • 180 g di provola affumicata grattugiata
  • Pepe nero
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale

Ingredienti aggiuntivi

  • Acetosella e germogli a piacere

Questa ricetta è nata durante una cena a Ischia, isola di origine dei proprietari dell’hotel, tra cui il direttore Maurizio Orlacchio. Non a caso il nome del piatto è “La pasta e patate del direttore Maurizio”. Unisce la tradizione napoletana al ricordo di casa della proprietà di Borgo Santandrea: patate cremose e ragù di totano e frutti di mare. A volte scampi o astice, per un tocco di festa. Un piatto che racconta affetti e autenticità.

  1. Preparate il ragù di mare: pulite accuratamente il totanetto, rimuovendo anche la pelle del mantello, quindi tagliatelo a cubetti piccolissimi, quasi a tartare. In una piccola casseruola, fate rosolare 100 g di olio con uno spicchio d’aglio. Quando l’aglio sarà dorato, aggiungete il totanetto e fatelo rosolare bene. Unite i pomodorini tagliati finemente e lasciate cuocere per 4-5 minuti. Profumate con il prezzemolo tritato e tenete da parte.
  2. In un’altra casseruola, con il restante olio e uno spicchio d’aglio, fate aprire cozze e vongole. Una volta aperte, sgusciatele, tenendone alcune con il guscio per la decorazione. Filtrate l’acqua di cottura: vi servirà per cuocere la pasta e patate.
  3. Pulite i gamberi, eliminate il carapace e tagliateli a cubetti. Mettete anch’essi da parte per la finitura del piatto.
  4. Preparate la salsa al prezzemolo: sbianchite il prezzemolo poi versatelo subito in acqua e ghiaccio per fissare la clorofilla. Strizzate leggermente e frullate con un minipimer versando poca acqua a filo. Setacciate e versate in un dosatore di precisione. Conservate in frigo.
  5. Preparate la pasta e patate: pulite carota, cipolla e sedano; tritateli finemente a mano o con un mixer. Fateli soffriggere in casseruola con un filo d’olio per 7-8 minuti. Pelate le patate e tagliatele a cubetti di circa 2 cm. Unite al soffritto e fate rosolare per 4-5 minuti. Aggiungete 500 g di acqua, coprite e fate cuocere per circa 10 minuti, mescolando di tanto in tanto.
  6. Unite la pasta mista napoletana e riportate a bollore. A metà cottura, aggiungete altri 100 g di acqua, più l’acqua filtrata dei frutti di mare. Se volete intensificare il sapore, potete aggiungere in cottura anche una crosta di Parmigiano Reggiano.
  7. A fine cottura, aggiungete il ragù di totano, i gamberi a cubetti, le cozze e le vongole. Profumate con qualche foglia di basilico al limone. Spegnete il fuoco, unite un rametto di rosmarino e mantecate con Parmigiano Reggiano, pecorino e provola affumicata grattugiata finemente. Lasciate riposare, coperto, per 2-3 minuti. Regolate di sale a piacere.
  8. Impiattate con una macinata di pepe nero, un filo d’olio extravergine a crudo e i frutti di mare con il guscio tenuti da parte. Decorate con germogli, il fondo rosso del ragù di totano rimasto in pentolino e la crema di prezzemolo.

Maggiori informazioni

In sostituzione al pecorino di grotta dei Monti Lattari si può usare un piacentino ennese.

Foto di Umberto D’Aniello

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