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Osteria La Segreta Roma

La Segreta: arte, folklore e spicciolata napoletana

Il mare della Costiera e l’entroterra campano sono approdati in via Margutta, tra Picasso e Schifano appesi alle pareti da contemplare durante un tipico pasto mediterraneo da condividere.

C’è la gita fuori porta, la trattoria fuori porta e, nel caso di via Margutta, la strada fuori porta. Quando si calpestano i sampietrini di questo angolo di Roma si cammina a testa in su, specialmente in primavera. Dalle cascate di glicine alle gallerie d’arte e di antiquariato, ma ci sono anche botteghe d’artigianato e laboratori di restauro. Guarda proprio Galleria Apolloni, Osteria La Segreta, un luogo che, come suggerisce il nome, nasconde più anime. 

Dopo aver dato un colpo d’occhio ai tavolini esterni, si può cominciare a fantasticare sugli interni sbirciando da una sorta di oblò incastonato nella porta d’ingresso color blu mare e, una volta varcata la sua soglia, si viene proiettati in un ambiente atipico per una città come Roma. A metà tra la piazzetta di Capri (tra l’altro, nelle scorse settimane Il Riccio del Capri Palace è approdato qui con un pop-up restaurant di cui non si escludono repliche in futuro) e un riad a Marrakech, il locale al civico 82 è in realtà molto più di un’attività ristorativa. Dalla tappezzeria sartoriale al design ricercato, dal tovagliato ricamato a mano (quella chiave, simbolo dell’insegna, è stata cucita dalla mamma del proprietario), ma a far centro nella sensibilità artistica degli ospiti è sicuramente la collezione di quadri alle pareti. Sono circa sessanta le opere condivise dall’architetto Antonio Girardi (siete mai stati davanti a un Picasso originale?) che ha curato l’intero progetto architettonico convertendo l’ex Osteria Margutta in una cucina di tradizione campana, che conciliasse il suo primo amore, l’arte appunto, e la buona tavola che interpreta la spicciolata”.

Se per i romani questa definizione fa riferimento a “un gruppo di persone che si separano o si radunano uno alla volta o pochi per volta”, al Sud è un modo conviviale di godere del cibo. Ma anche l’ideale per gli indecisi che possono così provare più assaggi. A raccontare curiosità, aneddoti e caratteristiche dei piatti (e non solo) è il signor Aldo in sala che, dal borgo di Marechiaro, ha reclutato persino un duo di musicisti per la posteggia napoletana, ovvero una esibizione live del repertorio musicale più folkloristico, da A città e pullecenella ad Anema e Core. Il benvenuto dell’osteria è con olive di Agerola e crostini di pane cafone per fare la scarpetta in un ristretto di pomodoro, magari accompagnato da un calice di Metodo Classico di San Salvatore 1988, il Gioì, per restare in Campania. Si presenta come una sorta dine sharing ante-litteram l’antipasto da mettere al centro: le bellissime ceramiche di Vietri alternano mari e monti, tra mozzarella di bufala, zucchine alla scapece, polipetti alla Luciana, crudi e fritti di mare. Si tratta solo di un “riscaldamento”, ma dimenticatevi la divisione netta tra primi, secondi e contorni sul menu. Alla voce “pasta” (è quella di 28 Pastai Pastificio di Gragnano) si può scegliere tra almeno sei piatti, dalla calamarata con ragù di calamari a dei semplici spaghettoni con olio extravergine di oliva, aglio e peperoncino fresco, più alcuni fuori menu come gli gnocchetti di patate alla Nerano con tartare di gamberi.

Per chi non rinuncia al dessert la selezione è a cura di Sal De Riso, mentre con il caffè si viene catapultati ad Amalfi: gli habitué della Pansa riconosceranno le mandorle, la scorzetta di arancia e limone o il cioccolato croccante della famosa pasticceria in piazza Duomo. Per chi ne avesse nostalgia o non ci fosse mai stato potrebbe essere utile sapere che proprio in quella che un tempo fu una Repubblica Marinara presto aprirà Villa La Segreta, futuro “albergo baratto” a strapiombo sul mare che, in cambio di alloggio, chiederà ai propri ospiti di condividere il proprio talento artistico.

Maggiori informazioni

Osteria La Segreta
via Margutta 82, Roma
osterialasegretaroma.com

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