La vendemmia 2025 prende il via in gran parte d’Italia con segnali incoraggianti, nonostante le sfide poste da un clima sempre più variabile. Dalle isole del Sud ai vigneti del Nord, si registra un generale ritorno alla normalità nei tempi di raccolta, una condizione favorita da un inverno piovoso e una primavera mite che hanno sostenuto lo sviluppo vegetativo e la sanità delle uve. Le prime forbici sono già all’opera in Sicilia, Pantelleria, Puglia e Franciacorta, mentre in molte altre zone si scaldano i motori in vista delle prossime settimane. L’Accademia Italiana della Vite e del Vino, attraverso i suoi esperti, conferma un quadro complessivamente positivo, ma invita alla prudenza: sarà agosto, con il suo andamento climatico, a definire la qualità finale dell’annata.
Il punto dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino: da Nord a Sud, un’Italia a più velocità
L’Accademia Italiana della Vite e del Vino, attraverso una rete di esperti e docenti, ha stilato un bilancio aggiornato della campagna viticola 2025. A livello nazionale si evidenziano condizioni climatiche generalmente favorevoli, con produzioni in crescita al Sud e segnali di calo al Centro-Nord.
Nel Nord-Ovest, il Piemonte fa i conti con una primavera molto piovosa e una pressione peronosporica contenuta grazie a interventi mirati. Si prevede un calo produttivo del 10-15%. In Fruli-Venezia Giulia, la vendemmia è attesa in anticipo di 10 giorni, mentre in Trentino-Alto Adige il quadro sanitario è positivo, con una stima di incremento produttivo del 2-3%.
Il Centro Italia mostra un quadro misto: in Toscana e Umbria, le rese sono leggermente inferiori alla media, anche a causa di ondate di calore a fine giugno. In Emilia-Romagna e Marche, invece, si attendono buoni risultati per alcune varietà, tra cui Trebbiano e Verdicchio.
Al Sud, la situazione è più favorevole. In Puglia, Basilicata e Calabria, lo stato sanitario dei vigneti è eccellente, con un aumento produttivo medio stimato attorno al +20%. Anche in Sardegna, grazie a una primavera piovosa e a una buona gestione fitosanitaria, si stima un incremento produttivo del 5%, soprattutto nell’Ogliastra e nel Sulcis.
Sicilia: l’isola del vino guarda al futuro con ottimismo e consapevolezza
La vendemmia più lunga d’Italia, quella siciliana, parte con aspettative alte. Il clima favorevole – un inverno piovoso e una primavera equilibrata – ha contribuito a una maturazione regolare delle uve e a un ottimo stato fitosanitario. «Ritorna il rito della vendemmia e con esso la dimostrazione della resilienza siciliana – afferma Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia –. I nostri produttori si confermano capaci di affrontare le sfide del cambiamento climatico con intelligenza e attenzione alla qualità».
Nella Sicilia Occidentale, le piogge di maggio e le temperature miti hanno consentito uno sviluppo ottimale delle viti. Filippo Buttafuoco, agronomo di Cantine Settesoli, parla di un’annata in linea con le aspettative: «Le viti sono sane, grazie anche alla gestione meticolosa da parte dei viticoltori. La produzione si attesta sui livelli medi, senza eccessi, ma con qualità elevata».
Più a sud, nella Sicilia Sud-Orientale, si registra un deciso miglioramento rispetto al 2024, annata segnata da siccità e vendemmia anticipata. L’enologo Marco Parisi di Feudi del Pisciotto stima un +20% nella produzione, con il Frappato ancora una volta protagonista: «È una varietà che ha dimostrato grande capacità di adattamento e sarà sempre più centrale nella viticoltura isolana».
Sulle Isole Eolie, la raccolta anticipata risponde sia alle condizioni climatiche – maturazione precoce dovuta a un inverno mite – sia a una nuova domanda di mercato orientata verso vini freschi e minerali. Nonostante un calo stimato del 15% per via della ridotta dimensione degli acini, Pietro Colosi (enologo dell’omonima azienda a Salina) evidenzia una qualità eccellente: «Il nodo resta commerciale: il prodotto è ottimo, ma la domanda è rallentata».
A Pantelleria, la raccolta dello Zibibbo inizierà nei prossimi giorni. Antonio Rallo di Donnafugata annuncia l’avvio nelle contrade più precoci, con uve destinate all’appassimento per il Ben Ryé. «La qualità è promettente – dichiara – e la quantità in leggera ripresa rispetto al 2024, anche se sotto la media aziendale».
Infine, sull’Etna, la vendemmia si farà attendere fino a settembre. Maria Carella, enologa di Tenute Nicosia, descrive vigneti in perfetto stato sanitario, grazie a una riserva idrica sufficiente nei suoli vulcanici e a un clima regolare: «Prevediamo una crescita del 10% nella produzione e un’ottima qualità, se il meteo continuerà a sostenere il processo di maturazione».
Franciacorta: un’annata generosa tra sanità e finezza aromatica

Anche in Franciacorta le forbici sono già all’opera nei vigneti più precoci. L’annata si presenta particolarmente favorevole: condizioni climatiche equilibrate, piogge abbondanti ma ben gestite e un andamento fenologico regolare hanno portato a grappoli sani e maturi. «La natura ci ha restituito equilibrio e abbondanza – afferma Emanuele Rabotti, presidente del Consorzio Franciacorta –. Affrontiamo questa vendemmia con fiducia, nonostante le incertezze internazionali». La crescita dell’export (+7%) conferma il dinamismo della denominazione, oggi più che mai sinonimo di eccellenza.
Veneto: vino e solidarietà tra le colline del Prosecco
Nelle colline del Conegliano Valdobbiadene, la vendemmia è anche sinonimo di solidarietà. Domenica 7 settembre torna per la 14ª edizione la Vendemmia Solidale organizzata dalla cantina Le Manzane a San Pietro di Feletto. Quest’anno, il ricavato sarà destinato alla costruzione di una scuola in Ghana, attraverso il progetto “In My Father’s House” fondato da Padre Peppino Rabbiosi. «Ogni filare del nostro nuovo Vigneto Solidale sarà intitolato a un’edizione passata dell’evento – racconta il titolare Ernesto Balbinot –. Un simbolo di crescita condivisa e impegno continuo».
La giornata sarà arricchita da musica dal vivo, tour in cantina, spettacoli, finger food e la speciale Spritz Challenge – To Be Happy Edition, con l’obiettivo di unire convivialità e altruismo. «La vendemmia è un’occasione per ritrovarsi, ma anche per costruire qualcosa che resta», conclude Balbinot.
La vendemmia 2025 si annuncia complessa ma promettente
Le sfide legate al clima e al mercato restano, ma da Nord a Sud l’Italia del vino dimostra ancora una volta capacità di adattamento, coesione e innovazione. Qualità, sostenibilità e attenzione alla comunità – come dimostrano le iniziative solidali e le buone pratiche agronomiche – sono i pilastri di un settore che continua a essere motore culturale ed economico del Paese. Ora resta da vedere cosa ci riserveranno le prossime settimane, ma le premesse ci sono tutte per una grande annata.